lunedì 16 dicembre 2019

Riflessione sulle analogie fra la dimensione ipnotica e la dimensione creativa


Mi pare doveroso fare alcune considerazioni prima di inoltrarmi, qualora questo tema avesse l’opportunità  di essere  ulteriormente sviluppato, in modo più puntuale all’interno del lavoro, che forse sarà anche un incontro fra interpreti e conoscitori di discipline diverse. Ho deciso di mettere sulla bilancia molto coraggio per trascrivere giù su carta un po' di idee con la pretesa che possano essere d’aiuto per una migliore conoscenza di quanto si andrà trattando, essendo il campo vasto e, ad oggi, in divenire. Questo articolo è un audace cammino verso la conoscenza dell’arte da sguardi diversi, non usuali, ed è frutto della lettura, dello studio e dell’imitazione di illustri Professori, che non mancherò di menzionare ove richiesto.


Risultati immagini per ipnosi erickson 




L’ipnosi è una pratica antica tanto quanto lo sono i tentativi dell’essere umano di curare i propri simili 

(Watkins, 1987). Se ne trova testimonianza nei veda induisti nei testi magici dell’antico Egitto e, tra 

gli altri, presso gli antichi Cinesi, Ebrei, Tibetani e Persiani, ed anche in Australia e presso i popoli 

nativi americani.  Ci sono diverse definizioni di ipnosi, derivanti dalle numerose scuole di pensiero 

che, dalle teorie più arcaiche, fino ai giorni nostri ricorrono nel dibattito sull’ipnosi. Il fenomeno chiave 

su cui ruota tutto ciò che viene catalogato come ipnosi è la trance. La trance è una situazione in cui 

si passa attraverso qualche cosa, per cui si cambia di condizione o di atteggiamentoàTrance indica 

qualsiasi stato di concentrazione in se stessi, dalla più leggera e inavvertita distrazione fino al 

completo assorbimento in qualche forma di allucinazione.


Penso di conseguenza, in questa sede, ad uno stato di estrema concentrazione nella creazione di un’opera, prima magari pensata ed in seguito realizzata.  Secondo il paradigma teorico che seguiamo nella nostra Scuola, Istituto “Franco Granone” Centro Italiano di Ipnosi Clinico Sperimentale, l’ipnosi è uno stato di coscienza modificato, fisiologico e dinamico, esattamente come lo stato di veglia, di sonno e di sogno, dove è tipica la prevalenza della rappresentazione mentale sulla percezione sensoriale. Accade cioè che, nello stato di trance, la persona traduca il pensiero in atto. In ipnosi siamo quello che pensiamo, perché quello che pensiamo tende a tradursi in azione o tende a divenire realtà. Andando nella direzione della teoria di Wallace Graham che vede il processo creativo suddiviso in fasi: preparazione, incubazione, insight, verifiche. (Graham, 1926) Se in ipnosi la mente conquista decisamente il potere e la fantasia prende il comando della mente, la persona è protagonista assoluta del suo stesso mondo interiore. La creatività guadagna potentemente rilievo ed il pensiero può diventare immediatamente un gesto e un fatto. Quando utilizziamo in modo arbitrario le nostre capacità cognitive, per modificare il pensiero o il comportamento, questo processo viene definito come plasticità ideomotoria. Quando l’idea è una, una sola e circoscritta, si parla volentieri di monoideismo plastico. (Perussia, 2013) Il monoideismo plastico è una sola idea del presente che riverbera, per così dire, sul piano psicosomatico. Mi chiedo quindi se nel percorso che porta alla realizzazione di un opera, come arriva l’ispirazione, se possiamo definirla così, attraverso uno stato tormentato, inteso come umore, oppure uno stato più quieto e tranquillo?

Che cosa guida l’artista nel creare? Possiamo ipotizzare che, ad un certo punto un germoglio prende sempre più consistenza nella mente e man mano diventando un immagine, un immagine talmente potente da sembrare reale e pertanto plastica, è capace di produrre effetti fisici e psichici. Nel campo della clinica questo fenomeno verrà impiegato per raggiungere delle modificazioni psichiche o fisiche, a scopo terapeutico, mentre nel campo dell’arte evidentemente si dovrà passare dall’intenzione alla realizzazione.


 
   




Ci sono artisti che, partendo da una metodologia espressiva, nel corso della loro carriera passano 

ad altri strumenti, a volte anche completamente diversi. Ora, se in campo prettamente clinico e di 

cura, il rapport, ovvero il rapporto che si viene a creare tra colui che ipnotizza e colui che viene 

ipnotizzato, è imprescindibile per il raggiungimento degli obiettivi che ci si prefissano, possiamo 

affermare che in campo artistico si venga a creare fra soggetto (artista) e l’altro (imparare 

maneggiare un altro mezzo di espressione) un interazione che dovrà per forza favorire un 

processo per condurlo, come sopra, ad un obiettivo prefissato ovvero ad esempio sono capace di 

 disegnare? Molti autori utilizzano diverse tecniche comunicative nel loro lavoro, dalle installazioni, 

ai video, alle performance, solo per citarne alcuni, imparando e migliorandosi di volta in volta, 

accrescendo in manualità ed esecuzione, affermando di voler cercare sempre il lavoro migliore,     

come a voler sempre trovare nuove vie e nuovi linguaggi.

Il parallelo, in questo passaggio, con l’induzione ipnotica è piuttosto ricco di significati. Un appunto:  
 l’induzione ipnotica è la procedura con la quale un ipnologo conduce una persona in ipnosi. E’ 

 importante, pensando ai meccanismi d’azione principali dell’ipnosi, imparare a maneggiare i 

singoli strumenti che stanno alla base dei meccanismi, scomponendoli in sequenze induttive 

efficaci. Quindi se da una parte per un artista è fondamentale conoscere a fondo, passaggio dopo 

passaggio la tecnica espressiva che sta utilizzando o sperimentando, dall’altra è importante 

conoscere una procedura induttiva ben codificata composta di passaggi sequenziali molto chiari. 
 
Il lavoro può percorrere questa strada, può andare in questa direzione? Ossia regge un parallelo 

fra l’azione di un artista e l’agire di un ipnologo? Questa domanda risulta effettivamente un po' 

troppo approssimativa, pertanto cerco di inquadrare meglio il campo. L’ipnosi non si esaurisce

con l’induzione. Sono due aspetti completamente diversi del fenomeno. Se nell’induzione è 

importante il rapport con l’operatore ma non è fondamentale, nel fenomeno ipnotico vero e proprio 

è imprescindibile. Come vedremo più avanti, ciò che caratterizza il fenomeno ipnotico è il  

monodeismo plastico. Per la Scuola torinese di ipnosi, l’ipnosi è caratterizzata sempre e soltanto 

dalla presenza di un monodeismo plastico. (Casiglia, 2015). L’ipnosi in ambito clinico non viene 

considerata un punto di arrivo, bensì un punto di partenza, sul quale impostare tutto un dopo. 

Analogamente, possiamo affermare che le varie tecniche espressive possono essere considerate 

un mezzo (àinduzione) e l’opera (àfenomeno ipnotico) un punto di partenza e tutto quello che viene 

dopo (il significato dell’opera) un punto di arrivo? Molti artisti sostengono di vivere un atto artistico, 

creativo. Ritengono di vivere un ispirazione, che li guida fino al raggiungimento dell’opera completa 

(Picco Barilari, 2008) Questo passaggio a mio parere è esemplare è portante del rapporto che 

intercorre fra il lavoro dell’artista e l’ideoplasia, e di conseguenza determinante per avvalorare la 

mia idea. Se penso alla ricerca nel mondo dell’arte, ad ore giorni e forse mesi di applicazione, 

immagino che ci sia una sorta di focalizzazione su più elementi, via via sempre più circoscritti, più 

ristretti, per giungere ad un solo progetto, ad una sola concezione, ad una sola idea. Sono 

convinto che la selezione delle immagini, del progetto che sta prendendo forma sia fondamentale, 

perché, fra le tante, la potenza immaginativa venga a concentrarsi su un immagine, che, per 

svariati motivi, è migliore delle altre.  



 


Come la nostra mente è organizzata per permettere lo stato ipnotico

E’ opportuno fare un passo indietro per poter proseguire. La nostra mente è organizzata secondo 3 aree di attività: à area critica – area logica – area immaginativa. Se un area necessita di molta energia per uno scopo, inevitabilmente la sottrarrà alle altre, facendole diminuire di potenza. Pensando al fenomeno ipnotico, al processo dell’ipnosi, l’area critica filtra la realtà, la verifica e da il benestare all’ingresso delle suggestioni, proteggendo l’individuo con la sua diffidenza e proprio per questo rappresenta il principale ostacolo all’induzione ipnotica e quindi alla realizzazione della monoidea.  L’area logica, gestisce le attività ordinarie, comprende, ragiona, progetta, ricorda e gestisce il normale stato di coscienza. Infine l’area immaginativa crea immagini, fantastica, gestisce le emozioni e i bisogni. (Regaldo, 2014)
Ora, immaginando il lavoro di un’artista, questi come si approccerà al progetto? Può partire da un idea, può essere frutto di una ricerca o può essere entrambe. Restiamo all’idea: lo stimolo creativo (se così possiamo definirlo) agisce contemporaneamente su due livelli, uno razionale ed uno immaginativo. A livello razionale e logico la mente cercherà di portare avanti il processo creando una serie di percorsi mentali che porteranno alla soluzione del problema, se così possiamo definire l’opera. 

Contemporaneamente lo stesso atto creativo, stimolerà la parte immaginativa, creando immagini compiute, solide, nella direzione di un assoluta fantasia tradotta in pratica. Il lavoro, la situazione del pensare al progetto, può essere così viva da creare effetti fisici facilmente riscontrabili: brividi, tensione, etc. Se siamo d’accordo che per generare un monoideismo plastico nella genesi di un opera, dobbiamo inevitabilmente sottrarre energia mentale dalle altre aree per indirizzarla esclusivamente su quella immaginativa, è pensabile che nell’attività di un artista, questi si possa trovare, ad un certo punto, ad avere una ridotta capacità razionale e fisica, il tutto al servizio del lavoro creativo? Un altro concetto piuttosto importante legato al monoideismo è il tema del controllo. Ovvero, come può la parte immaginativa avere il sopravvento sulla parte logica per dare potenza alle immagini? L’immagine potrebbe diventare così potente da sembrare reale quando il bisogno, il desiderio e l’aspettativa sono fortissimi. Anche situazioni in cui siamo fuori controllo possono generare immagini potenti e realistiche. Faccio un esempio: la crisi di panico. In questa circostanza un’idea nasce spontanea nella parte immaginativa della mente e non viene filtrata dalla parte critica, quindi à un’immagine pur non supportata da dati di realtà diventa così potente da sembrare reale e generare in questo modo incredibili effetti a livello psichico e fisico, fino a produrre un’evidente sintomatologia. (Regaldo, 2015) In un’intervista alla rivista “Doppiozero l’artista Marzia Migliora, si esprime in questi termini sull’utilizzo del corpo nell’arte: “Il corpo è uno strumento intelligentissimo in grado di adattarsi a molteplici situazioni.  (Bernardi, 2016). E’ possibile pensare che, attraverso un induzione ipnotica, si possa generare un azione (fisicaàgenerata dal corpo) che porta alla realizzazione di un opera? Cerco ora di essere più dettagliato:

1 -  In virtù della sua attitudine a focalizzare e modificare l’attenzione, a produrre nel soggetto un esperienza soggettiva di spontaneità nello svolgere un compito à si potrebbe utilizzare l’ipnosi per diversificare e sperimentare un intervento creativo.

2 -     Le suggestioni verbali possono aumentare l’efficacia di una tecnica.

  -  Attraverso la capacità di ridurre la percezione di stimoli, si ottengono migliore concentrazione e minore distraibilità. à Escludendo il mondo esterno ci si può concentrare esclusivamente ed in modo più autentico su quello interno.

Concludendo questa esposizione di obiettivi giusto per dare forma al lavoro à il monoideismo plastico sta alla base di quasi tutte le applicazioni che dell’ipnosi si hanno, quindi, come principio di questa trattazione, anche in campo artistico. I fenomeni generati dal monoideismo plastico possono modificare o potenziare le abilità di una persona. Per il momento pensiamo che l’ideoplasia possa essere espressa con potenza variabile a seconda della circostanza nella quale ci si trova, ma soprattutto a seconda del soggetto che sta sperimentando il fenomeno.  E’ possibile pensare ad un lavoro, dove attraverso un percorso di induzione che porta alla trance ipnotica si possa, attraverso delle suggestioni, attingere ad una fonte interiore di ispirazione? Durante questo stato si può immaginare un lavoro di tipo creativo, dove attraverso le suggestioni suggerite, le intense emozioni che si creano portino ad un atto creativo. Ciò che nasce potrebbe essere il prodotto dell’emozione, rielaborata attraverso l’induzione ipnotica.  Queste idee, sono ancora, ovviamente, in divenire, molto abbozzate, messe giù più che altro con volontà conoscitiva nonostante siano il frutto di un inizio di ricerca e studio di testi, appunti, audio della scuola, etc. Sicuramente non sarà molto semplice in alcuni passaggi ed esaustivo per il progetto in sé, ma il mio scopo è quello di iniziare. Da qualche parte bisognava fare il primo passo.
 

 


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In una calda mattina d'estate, Elena si recò nello studio del dottor Rossi. Da mesi, forse anni, lottava contro ansia e stress, e immagi...