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lunedì 25 aprile 2022

Pretese assolute



Quanti post di Facebook hai passato in rassegna oggi?

È piuttosto frequente in questi anni di crisi e incertezze essere attirati davanti alla tv e a tutti i media, per comprendere meglio che direzione prenderà il mondo.

Ma ci capiamo qualcosa?

Probabilmente no, ma stiamo comunque sereni: nessuno lo ha capito e in realtà nessuno lo sa.

Il problema di fondo è che nulla di quello che sentiamo nei notiziari o che leggiamo  sui quotidiani (idem post sui social) può aiutarci a carpire questa informazione.

Nessuno ci prepara al futuro, e non solo, probabilmente domani i giornali potrebbero tranquillamente dire l’esatto contrario di quello che abbiamo sentito oggi.

D’altra parte il loro mestiere non è fornirci gli strumenti per prevedere l’andamento dei prossimi anni, quindi, se è lì che stiamo cercando le informazioni vitali per il nostro benessere psicofisico. 

Ovviamente non sponsorizzo un manifesto del tipo “viva l’ignoranza”, mi raccomando.

È importante mantenere una finestra sul mondo, per iniziare a notare quelle che sono le più frequenti idee irrazionali riscontrabili all'origine della maggior parte dei problemi emotivi e comportamentali. 

Voglio solo farti capire che ogni giorno verrai a conoscenza di informazioni che potrebbero farti dubitare delle scelte che hai preso ieri, e potresti essere tentato di cambiare tutto il tuo percorso verso ciò che è importante per te.

Pretese assolute, bassa tolleranza alla frustrazione, catastrofizzazione, giudizi globali, hanno l'effetto di confondere le idee e di renderti ancora più incerto su come proseguire il tuo cammino.

Per non essere disorientato hai bisogno di qualcosa che separi il semplice “rumore” dalle voci importanti.

Un percorso di terapia psicologica è in grado di farti vedere con occhi diversi tutto quello che ti circonda e che succede nel mondo, e dà ai tuoi occhi la vista a “raggi X” su pensieri come "io devo" "loro devono" "le cose che mi accadono devono". 

Sto parlando proprio dei percorsi di terapia psicologica. 

Un vero lavoro su di sé è in grado di far emergere cosa si nasconde dietro a quelle interpretazioni distorte della realtà che solitamente vengono identificate come pensieri automatici.

Per capire davvero che direzione sta prendendo la nostra vita e correggere interpretazioni distorte della realtà e facilitare lo sviluppo di pensieri più costruttivi.

Proprio così, se vuoi impegnarti in un serio lavoro si te stesso, è fondamentale focalizzarsi sull'individuazione e la trasformazione delle convinzioni irrazionali (pretese assolute e loro derivati). 

Sono strumenti che mirano, in conclusione, a sostituire tutto quanto detto prima con: convinzioni razionali che assumono la forma di autoaccettazione, tolleranza alla frustrazione, accettazione degli altri e preferenze e desideri al posto delle pretese assolute.

Contattami:

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--> imisir@hotmail.it 


mercoledì 10 febbraio 2021

Terapia breve vs lunga



Non passa settimana senza una notizia che lo riguarda o una sua dichiarazione.

Quella più recente non arriva dal fronte Tesla, ma da Neuralink, la sua startup che si occupa di sviluppare impianti medicinali robotici.

Secondo Musk, entro quest’anno sperimenteranno l’inserimento di un microchip nel cervello di un uomo.

Pensi sia un film? 

No non è fantascienza. 

Hanno già innestato questa tecnologia in una scimmia e le hanno insegnato a giocare ai videogiochi.

Quindi non è un'ipotesi campata per aria al solo scopo pubblicitario.

L’obiettivo dichiarato è quello di arrivare a curare molte forme di depressione e di ridare una vita migliore a chi ha subito danni al cervello.

Perchè riporto questa notizia? Per farti capire come stanno oggi le cose prima che noi psicologi rimarremo senza lavoro. 

Oggi lo stato dei lavori nella cura è questo:

una terapia può essere breve o di lunga durata, ma la finalità è sempre uguale, ovvero quella di aiutare la persona a ottenere dei cambiamenti utili a migliorare la propria vita.

Nell’immaginario comune, prima di Elon Musk è tuttavia diffusa l’idea che per risolvere problemi complessi sia necessario un complesso lavoro e che solo una terapia a lungo termine può garantire. 

Risultato? 

Si pensa che un metodo breve può solo occuparsi di situazioni più semplici e di meno entità.

Ma è realmente così?

Vediamolo insieme qui:

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            imisir@hotmail.it


martedì 2 febbraio 2021

Il tempo é tiranno



È tanto il tempo necessario affinché le persone riprendano a vivere in modo normale prima di aver risolto il loro problema. 

Ma è davvero così per tutti? La risposta, come puoi immaginare, è no.

Importanti riviste di psicologia hanno interpellato molti specialisti nel settore della salute mentale e, secondo l’80% degli intervistati la maggior parte dei loro pazienti torneranno ad una vita normale entro un tempo relativamente breve, mentre per le persone meno fortunate il tempo è di tre quattro volte più lungo.

Nella stessa indagine è emerso che il coronavirus porterà un aumento delle disuguaglianze, un divario che già esiste e si allargherà ancora di più.

La “fotografia” che hanno scattato non riguarda solo le persone con un problema molto strutturato da affrontare, ma è riferita anche a uomini e donne impegnati ad affrontare problemi oggettivamente minori o dettati da particolari situazioni. 

Non è ovviamente la fortuna o il caso a creare questa distinzione. In questo scenario non è la persona maggiormente privilegiata che risolverà in tempi più veloci le sue problematiche, ma quella che ha costruito meglio il proprio percorso.

Potresti pensare che sia la stessa cosa, che una tecnica sia migliore di un'altra per uno specifico problema, ma non è così soprattutto per alcuni disturbi, dove molte variabili fanno si che un tipo di intervento sia più indicato. 

Purtroppo sono stati presi come esempio da molte persone, che così facendo si sono trovati a seguire un modello con la data di scadenza a tempo piuttosto variabile. 

Questo è il vero grosso rischio di chi vuole risolvere un problema e non ha ben chiaro cosa fare, ha letto un procedimento che utilizzava una tecnica e adesso ha l’urgenza di fare qualcosa per mettersi nelle condizioni di stare meglio.

Ovviamente esistono le eccezioni alla regola, ci sono persone che hanno capito prima di altre che rischi stavano correndo se fossero rimaste ferme e, soprattutto, hanno cercato i giusti modelli a cui ispirarsi.

Posso citare alcune persone che ho seguito. Donne e uomini che hanno cambiato il proprio modo di intendere la cura e l'aiuto, cercando anche tecniche alternative di trattamento. Proprio nell’anno dei lockdown non solo hanno retto alla crisi, ma sono riusciti a ottenere risultati migliori dei precedenti.

“Questo è il giorno in cui ho imparato dei concetti che mi hanno portato a stare meglio. Condizione che ho sempre meglio fortificato. 

È passato solo poco più di un anno, mancano pochi giorni alla fine del mese di settembre e questo mese posso dire essere il primo dove ho lasciato alle spalle il mio problema.

Sono molto orgoglioso di ciò che sono riuscito ad ottenere. 

Grazie.”

Queste sono le parole di Roberto B. e, come vedi, il suo vero traguardo non è tanto lo stare bene, quanto il rendersi conto di quanto importante è stato il suo contributo a tal punto dal volerlo condividere con me e con tutti quanti. 

Se vuoi far parte di quella percentuale che non impiegherà molto tempo per stare meglio, prenditi un pò di tempo per riflettere su questo punto:

  • Definire il problema
  • Accordare l’obiettivo
  • Analisi e valutazione delle tentate soluzioni
  • Tecnica di intervento 
  • Soluzione
Che ne pensi? Può esserti d'aiuto per iniziare ad intervenire sul tuo problema? 

Contattami qui ====> 3517593213 

                           ====>imisir@hotmail.it 

                           ====> MioDottore..it 

Risponderò con piacere a tutte le tue domande in modo del tutto focalizzato alla tua particolare situazione.

MT

martedì 12 gennaio 2021

Tutti nello stesso mare.



Nonostante io stesso lavori e studi con impegno da diversi anni, non avrei mai immaginato di trovarmi in una situazione di lockdown totale. Ed ovviamente dei sui effetti. 

Tutto ciò ci sta insegnando e sta mettendo a nudo la nostra fragilità. 

In questo periodo abbiamo messo da parte molte nostre esigenze rimanendo chiusi in casa in attesa che tutto passi.

La pandemia sta anche mettendo a nudo la fragilità del nostro equilibrio psicofisico in particolare di tante persone che hanno dovuto fare i conti con questioni economiche. 

Un momento storico simile ha peggiorato molte e molte disturbi già in essere. 

Una situazione del genere e molte persone hanno dovuto rivolgersi a specialisti della sfera psi. 

Queste sono fatti che devono far meditare su ciò che stavamo costruendo e soprattutto su ciò che dovremo costruire in futuro.

A che cosa e a chi mi riferisco quando parlo di costruire? 

Questo è un momento di grande cambiamento interiore e le persone dovranno pianificare le prossime attività con una visione chiara di ciò che sarà necessario portare avanti.

Costruire appunto. Ma cosa? La propria salute. 

Abbiamo imparato che le turbolenze sono pericolose, e le crisi mondiali e nazionali non sono eventi che indipendenti ma hanno enorme influenza sul singolo. 

Questa breve “fotografia” l’ho presa in prestito dai quotidiani degli ultimi mesi. 

Aggiungo ancora un appunto che manca e che ogni persona dovrebbe capire: queste turbolenze colpiscono tutti, indistintamente.

Però l’effetto che hanno sulle difficoltà e sui disturbi già presenti non è sempre uguale.

Quello che può fare la differenza nell'affrontare il tuo disturbo sei proprio tu. Con le tue decisioni e le tue conoscenze.

Per questo motivo voglio riportare questi quesiti, che rimandano ad argomenti sui quali dovrai essere informato:

- é sufficiente dire ad una persona depressa "SORRIDI"? 

- é sufficiente dire ad una persona ansiosa "CALMATI"? 

- é sufficiente dire ad una persona malata grave "RILASSATI"? 

- é sufficiente dire ad una persona con demenza "RICORDATI"? 

- é sufficiente dire ad una persona fobica "CALMATI"? 

La persona non è mai il sintomo, tuttavia questo va accolto - studiato - trattato

Se vuoi approfondirne la conoscenza, ti invito a prenotare un Lunedì Sera Psicologico.

MT 

sabato 2 gennaio 2021

L'effetto farfalla



"Può il batter d'ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?" fu il titolo di una conferenza scientifica tenuta nel 1972.

In questa conferenza, tenuta mezzo secolo fa, venne esposta una teoria che ebbe origine da osservazioni metereologiche, e riguarda il fatto che anche una piccolissima variazione in un calcolo provocherà degli effetti a catena che porterà a ottenere dei risultati sempre diversi.

Ipersemplificando, l’“effetto farfalla” è quel concetto che proprio oggi ci fa dire: “Dove sarei oggi se un anno fa non fosse scoppiata la pandemia?”.

Ci hai mai pensato?

Se tu dovessi intraprendere un percorso di riabilitazione psicologica oggi considerando tutti gli effetti della pandemia sulla tua vita, rifaresti proprio tutto allo stesso modo? 

Io mi pongo spesso la domanda: “Se dovessi iniziare oggi un percorso, lo rifarei uguale?”.

Ci ho pensato, e la risposta è stata “si”!

Poi ho ragionato su cosa farei oggi se dovessi ripartire da zero e con la risposta ho scritto questo articolo. 

Troppo spesso chi inizia un percorso, si limita a seguire poche regole viste su internet. Lette queste prova questa strada. 

Se in passato era la norma e poteva funzionare, sappi che oggi non è sufficiente agire così per trovare la strada giusta per risolvere un problema. 

La pandemia ha complicato le cose. 

Rivolgendo il ragionamento al futuro, invece, dovresti domandarti se stai facendo le scelte corrette per andare nella direzione del trattamento giusto per te. 

Ti voglio dare un primo accenno di come trovare la tua strada per trattare le tue difficoltà.

In questo modo potrai iniziare a costruire l’armatura per affrontare il problema, un armatura in grado di trasformare le  tue risorse personali in strumenti efficaci da utilizzare.

Allora: 

questa situazione portata dal contagio da virus, ha messo in crisi il modello di consulenza psicologica e riabilitazione tradizionali

A causa del Covid-19 gli strumenti tecnologici e operativi, fino ad ora si sono tradotti in consulenze telefoniche o via Skype, non discostandoci da una concezione uno a uno dell’intervento.

Anche a distanza una volta aver acquisito,  ad esempio, l’abilità di identificare le idee irrazionali attivate in una data situazione, risulta necessario compiere il passo decisivo ovvero, metterle in discussione

La discussione si compone soprattutto di tre fasi principali:

1. Mettere in dubbio la validità e la consistenza delle convinzioni irrazionali

2. Discutere  tali convinzioni

3. Sviluppare ed acquisire idee alternative, più razionali ed adeguate.

Cosa è quindi fondamentale? 

Innanzitutto abbandonare le vecchie idee che non ci aiutano per mezzo di discussioni caratterizzate da una serie di domande tese a individuarne l'illogicità.

In particolare nei Lunedì Sera Psicologici ti mostrerò come trovare la tua strada per trattare e risolvere i tuoi problemi così da.. 

elaborare una visione razionale della realtà. 

Maggiori informazioni sui  Lunedì Sera Psicologici ====> 3517593213.


martedì 17 novembre 2020

Sei stato proprio tu?



Quante volte hai cercato di non dare retta ad un pensiero e poi, lo hai guardato agire indisturbato nel condizionare la tua giornata? Questo pensiero ti ha condotto ad avere reazioni emotive esageratamente negative in rapporto ad una data situazione?

Tu hai provato a fare qualcosa, ma sei comunque stato ignorato.

Frustrante, vero?

Quante volte hai seguito un pensiero che ti ha messo in difficoltà e subito dopo avresti voluto non aver seguito quella strada? 

Ma cosa sono questi pensieri irrazionali? 

Sono dei pensieri che descrivono in modo non realistico gli eventi distorcendoli. Sono pensieri esagerati, assolutistici. 

Non aiutano a raggiungere i propri scopi anzi, conducono a reazioni emotive eccessivamente intense e prolungate.

Forse non lo sai, ma la psicologia ti offre un aiuto per "giustificare" alcune scelte di pensiero: quando succederà potrai dare la colpa alle convinzioni.

Le convinzioni, quelle irrazionali provengono, prima di tutto, dalla tendenza degli individui ad accettare e creare idee autolesive e controproducenti. Successivamente, tali idee, potranno essere potenziate dall’ambiente in cui viviamo e saranno in grado di imporci veri e propri guai come: problemi economici, malattie e ingiustizie.

Il capro espiatorio in questione non è un pensiero qualsiasi, ma contenuti irrazionali del dialogo interiore come: pensieri catastrofici, intolleranze, svalutazioni globali, generalizzazioni. 

In realtà c'è dietro un "meccanismo" complicato, ma provo a riassumerlo e a svelarti perchè è molto importante che tu possa famigliarizzare con questa descrizione. 

Ogni giorno devi prendere moltissime decisioni su molti argomenti e situazioni diverse. 

Avendo poco tempo e tanto lavoro da svolgere, la tua mente, sempre tenendo conto di tutta una serie di influenze esterne che avranno peso nella tua vita, potrà inciampare nelle famigerate convinzioni irrazionali.

Molti illustri psicologi prima di me, hanno considerato le convinzioni irrazionali come i contenitori dei cosiddetti “pensieri bollenti”. 

Essi esprimono forti valutazioni circa gli avvenimenti e hanno un carattere assolutistico, dogmatico e imperioso. 

Possiedono una maggiore influenza su di noi e creano sentimenti più intensi di quanto non facciano i pensieri “freddi”. 

Per questo motivo, vengono definiti “convinzioni irrazionali” in quanto, nella maggior parte dei casi, provocheranno uno stato forte di ansia e influiranno negativamente sull’esito delle nostre azioni.

Ho scritto questo articolo per scoraggiarti ancora di più?

Assolutamente no. Anzi, come spesso accade, vorrei che cominciassi a prendere decisioni.

Da dove partiamo? 

Da qui: sulla base di quanto ribadito più volte rispetto al fatto di essere noi stessi i principali artefici delle idee irrazionali, abbiamo sempre noi il potere di controllarle, o meglio, modificarle.

Cosa possiamo fare?

Possiamo risolvere i tuoi problemi servendoci dell’utilizzo di un metodo scientifico attraverso il quale si cerca di individuare e mettere in discussione le tue  “doverizzazioni” che ti creano disagio.

Solo in questo modo è possibile tornare a pensare in modo “equilibrato”.

Se questo metodo arriva "dall'alto" dal più esperto in quell'argomento, dallo specialista, non ci sono dubbi: saprai che è la cosa giusta da fare e sarai certo di aver scelto bene. 

E cosa dovrai fare?

Il primo passo per modificare il tuo modo sbagliato di pensare è identificare e mettere in discussione i pensieri che attraversano la tua mente e che determinano il tuo modo di reagire in determinate circostanze e situazioni.

Non è un processo che si realizza dall'oggi al domani, serve tempo. Ma per fortuna nel mio studio utilizzo strategie sempre più elaborate per aiutarti a risolvere i problemi che ti porti dietro causati da queste convinzioni. 

Chiamami, ti spiego tutto per filo e per segno.

 

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imisir@hotmail.it

 

 

 

 

 

 

 e che spesso incoraggia in noi un modo rigido di pensare

domenica 11 ottobre 2020

I pensieri che ci condannano




Marco è un bambino di 12 anni.

Frequenta la seconda media.

Non ama particolarmente la scuola, tuttavia se la cava bene. Un giorno l'insegnante di matematica decide di fare un compito in classe a sorpresa. 

Marco, non avendo potuto studiare, rischia di prendere un brutto voto. Decide di provare a copiare dalla compagna di banco preparata. 

La professoressa lo scopre. Prende il suo foglio e lo strappa. Non solo, lo riprende piuttosto duramente davanti alla classe. 

Marco trova questa situazione insopportabile. Non riesce a guardare gli occhi dei compagni di classe. 

Questo evento è per lui talmente significativo che ne porterà i segni fino all'età adulta.

Cosa è successo nella mente di Marco?

L'emozione da cui è stato travolto quel giorno in aula è vergogna.

Ora viene il punto importante e fondamentale.

Cosa ha permesso a quell'emozione di continuare ad essere presente nella vita di Marco condizionandolo in età adulta?

Ecco:

che cosa ha detto Marco a se stesso in quel momento strutturandolo come pensiero definitivo e rigido.

E' molto probabile che Marco abbia detto questo a se stesso "tutti mi stanno guardando, ridono di me, è insopportabile. Non voglio provarla mai più".

Questo evento, per quanto spiacevole, Marco lo ha registrato in modo irrazionale. 

Oggi, a distanza di tempo, ogni volta che vive una situazione simile, la interpreta come insopportabile.

Come interrompere questo schema rigido ripetitivo?

Attraverso la messa in discussione di questo pensiero automatico e controproducente.

Vuoi saperne di più?

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martedì 7 luglio 2020

Come applico quello che imparo in seduta?




Come faccio ad applicare quello che imparo nel colloquio?



Una delle più grandi frustrazioni di tutti coloro che si rivolgono ad uno psicologo è proprio questa.

"Avrò capito bene?"

"Il mio problema è proprio diverso?)

"Ok in seduta, ma come applico quello che imparo?)

Posso certamente capire, ma fino ad un certo punto. Perchè la cosa importante all'inizio di un percorso, quando è ancora poco chiara la tua situazione problematica, è allenare il muscolo della curiosità.

Puoi cambiare punto di vista sulle cose. Prendere in considerazione nuove prospettive. Vedere te stesso, i tuoi problemi e le tue strategie di cura, come se fossi sempre all'interno dello studio.

Insomma il modo di allenare e mettere in pratica le tecniche di cura apprese in studio, con un pò di fantasia (e curiosità) lo trovi sicuramente.

Come ha fatto ad esempio Silvana (nome di fantasia) quando mi ha dato un feedback della conclusione del suo percorso.

Mi ha chiesto se potessi condividere in questo blog la sua riflessione. Naturalmente ho accettato, ritenendo prezioso il suo esercizio.

"Sono in difficoltà non so più nemmeno da quanto tempo. Un anno fa. Ho identificato il mio problema come una coppia di malviventi con il volto coperto che mi aggrediscono.

Senza apparente motivo. Il ricordo non mi angoscia.

Perchè si tratta di un puro e semplice ricordo. Una telecamera nella mia mente, riprende ogni mossa durante le sedute.

Ora le riprese sono li, nella mia mente. Come mi sento nel rivederele? Felice forse è il termine più adatto. Ho capito, a forza di guardarle e riguardarle, come hanno fatto a fregarmi per così tanto tempo.

La curiosità di scoprire nuove vie mi ha aiutato. Di rivedere e ripensare. Il modello ABC è diventata la mia bussola.

Con te ho compreso l'importanza del legame fra pensiero ed emozione. L'impegno come necessario elemento per ottenere il massimo dal percorso terapeutico. Tutto qui.

Ah dimenticavo.. i malviventi ormai sono stati catturati e resi innocui. "

Vedi?

Silvana si è ancora una volta impegnata scrivendo una testimonianza del suo percorso. E nel farlo ha raccontato semplicemente, ma in modo originale, il momento più difficile della storia del suo problema.

Questo è un modo molto semplice di condividere le tecniche e le strategie apprese. E ce ne sono diverse. Non una sola. Non una uguale perchè di persone uguali non c'è ne sono.

All'inzio quello che ti interessa è cambiare punto punto di vista ed essere curioso. E ricorda che hai sempre a disposizione il nostro spazio, in cui puoi revisionare quanto hai appreso.

Il confronto ti aiuterà a progredire meglio e in modo più affidabile nel tuo percorso. Il tuo unico compito sarà impegnarti. Impegnarti e ancora impegnarti.

Concludo sapendo che rifletterai su quanto ti ho detto.

MT

Una dimensione nascosta

  Siamo portati a credere di sapere chi siamo: pensiamo di conoscere le nostre reazioni, le nostre paure e ciò che ci motiva. Eppure, quant...