sabato 30 maggio 2020

Il momento giusto








Immagina di presentarti ad una festa di compleanno. Sei da solo e non conosci nessuno a parte il festeggiato. A un certo punto, prendi e ti dirigi con fermezza verso un gruppetto di perfetti sconosciuti. Cominci a parlare e ti rivolgi a loro come se foste amici di lunga data. 

I malcapitati ti guardano storto e iniziano ad allontanarsi lentamente senza fare movimenti bruschi. 

Ecco, questa scenetta è la migliore approssimazione di cosa accade quando decido di fare qualcosa, ma non lo faccio in attesa di modi, tempi e perfezionamenti migliori. 

Prendiamo il disturbo che da tempo mi porto dietro. Lo affronterò quando?

Quando verrà il momento giusto!

Quando troverò il modo giusto!

Quando avrò a disposizione quei soldi che al momento mi servono per altro!

Quando sarò più libero da impegni!

Ho visto che c'è uno specialista più adatto!

Etc. etc. etc.

E sostanzialmente non faccio nulla ritrovandomi con il mio bel disturbo sulle spalle già affaticate.

Questo è il problema.

Ovvero, conosco il mio problema, so perfettamente a conoscenza del fatto che mi fa stare male incidendo prepotentemente sulla mia vita, tuttavia non faccio nulla, perché c'è sempre qualcosa che ha la precedenza. Ed il risultato è che non lo faccio.

Se avessi un un euro per ogni volta che ho sentito una persona prendere una scusa per non mettersi d'impegno e seguire le mie indicazioni che ha potuto leggere qui o nei colloqui informativi degli sportelli che negli anni ho seguito e curato, a quest'ora potrei comprarmi non dico un Monet ma almeno un Guttuso.

Oltre al classico "Il mio problema è diverso", alla collezione si aggiungono i vari "Non ho tempo", "Sai quante cose devo fare? Posso farcela anche da solo" e sicuramente nella topten delle scuse che mi piacciono "Lo farei se trovassi proprio lo specialista fatto per me".

Le scuse che ti racconti in questo modo si accumulano fino a formare una montagna e si ammassano anche le novità e le innovazioni tecniche che potresti beneficiare per il tuo problema, ma che non vengono,ovviamente, messe in pratica.  

Tecniche che potrebbero veramente dare una svolta positiva al tuo problema ma che, rimanendo fuori dalla tua portata per effetto del rimandare, non porteranno a nessun risultato. 

 Quindi cosa puoi fare?

Renderti conto che ad un certo punto ti devi fermare un attimo e poi ripartire: ossia passare all'azione.

Prendere consapevolezza che potrò sempre trovare migliaia e migliaia di pretesti e giustificazioni per non non fare nulla, all'infinito.

Sono tutte scuse e so benissimo che me la sto raccontando. 

Allora?

Finalmente comprendo che il momento giusto è questo e allora mi do una scadenza. 

Ripeto: il momento giusto è sempre e solo adesso.

Traccio una linea e so che non dovrò, per nessun motivo, superarla. Se oltrepasso questa linea cadrò in un burrone come nello schema esempio qui sotto:



                                                     DEPRESSIONE

                              "Adesso vado da quello psicologo che ho trovato"

                                              "Adesso non ho tempo"

                                      "Forse c'è un'altro ancora migliore"


__________________________ SCADENZA ____________________________________

                  Deve essere ben definita e non vaga. Domani! A quell'ora! Mercoledì!


Per arrivare a dire: prima faccio questo (non oltrepassando la linea) e prima starò meglio.

Cerca di ricordare bene che se non ti dai una scadenza non lo farai mai. 

Quindi la tua linea può essere questa:

Studio di Ivrea -------> Qui

Studio di Torino -------> Qui

MT






martedì 26 maggio 2020

Lo studio dello psicologo: quello che di solito dalle foto non si vede




Lo studio professionale dello psicologo è un luogo, per certi versi, anche piuttosto conosciuto. Non poche persone infatti valutano le competenze del professionista anche in funzione dell'arredamento del studio.

I giudizi e le opinioni migliori li ricevono le stanze ordinate e accoglienti, con elementi morbidi e colorati come tappeti e cuscini.

Meglio ancora se alle spalle del dottore è appeso un Monet.

Gli studi professionali degli psicologi ovviamente, possono essere di molti tipi e ognuno cercherà di trovare il giusto equilibrio tra la funzionalità degli spazi e l'atmosfera di tranquillità da trasmettere alla persona.

Ma di qualsiasi tipo siano, sono affascinanti.

Scrivanie moderne, minimal o retrò. Poltrone comode, colorate, morbide. Lampade eleganti o moderne. Tappeti o quadri ricercati.

No non siamo nell'Austria freudiana dei primi del '900, grand parte degli studi oggi sono così.

Per saperlo basta dare un'occhiata ai tanti siti o riviste che parlano di arredamento professionale.

Quello che le riviste specializzate o internet non dicono è che gli studi sono fatti sì di tutte queste cose, ma soprattutto e prima di tutto dello specialista dentro.

"Di che cosa mi vuole parlare?" 

Spesso si parte così con una (apparentemente) semplice domanda. Una domanda posta da una persona che cercherà di non sciupare mai il prezioso tempo della persona che si è rivolta a lui. Utilizzerà questo spazio in modo meticoloso, con la parola e la tecnica.

Non si limita ad ascoltare e a parlare. Cura.

Avete presente le discussioni più o meno interessanti di un gruppo di persone?

Ecco: nello studio dello psicologo non c'è dialogo che sia uguale ad un altro, che abbia la stessa intensità, lo stesso tema, le stesse parole. Eppure ciascun dialogo ha un'intensità, un  tema e delle parole magistralmente studiate per ottenere il risultato migliore possibile.

Questo significa che il colloquio non è una chiassosa chiacchierata (per quanto piacevole) al bar, ma uno strumento che, in proporzione, somiglia più ad un parlare sottovoce.

C'è qualcuno (lo psicologo) che con inimmaginabile pazienza ordina le parole e i pensieri della persona che gli sta di fronte, affinché nuove parole e soprattutto nuovi pensieri possano crescere e fortificarsi.

Qualsiasi siano lo scopo della visita e la specializzazione  dello psicologo c'è sempre un problema da affrontare.

E c'è sempre uno specialista pronto a mettere a disposizione i propri strumenti.

Il risultato è che ogni singola parola, ogni riflessione sarà tagliata esclusivamente per quella persona con quel problema.

Tutto questo per dire che dentro lo studio non avvengono miracoli ma risultati di applicazioni di tecniche ben precise. Lo studio dello psicologo è disciplinato al pari di altri studi professionali. La precisione non deve essere meno clemente.

Se un problema non viene affrontato, col passare del tempo si arroccherà o piuttosto peggiorerà. Per accorgersene basta proprio uscire da uno studio.

Si, hai letto bene: uscire non entrare.

La scelta è tra entrare in uno studio e restare fuori, ovvero scegliere di non fare nulla. Si tratta sempre, in fondo in fondo, di prendersi cura di se stessi.

E per prendersi cura di se stessi occorre farsi aiutare.

MT

Studio a Ivrea --------> QUI

Studio a Torino --------> QUI

sabato 23 maggio 2020

Gli errori di valutazione





E' inutile e forse dannoso continuare a dire che il momento che abbiamo vissuto negli ultimi mesi e che forse vivremo ancora per qualche tempo, è dannoso.

Lo sappiamo.

Ovunque, dalla tv, alla carta stampata, ai social hanno fatto di tutto per ricordarcelo, qualora non c'è ne fossimo accorti.

Temi di natura epidemiologica, economica, sociologica li lascio ovviamente agli addetti ai lavori di quei settori, perché a me interessa come reagisce la persona in questo periodo. I miei pazienti, ma anche i miei famigliari, i miei amici e le persone che conosco.

In modo particolare in questo articolo vorrei vedere con voi quanto è importante prendere delle buone decisioni. Per prendere delle buone decisioni, mettitelo bene in testa è importante comprendere bene che cosa sta accadendo di fronte ai nostri occhi e intorno a noi.

Non solo. E' decisamente importante sapere che le decisioni che prendiamo oggi avranno delle conseguenze. Una scelta oggi, in questo momento (come leggere questo articolo) avrà degli effetti oggi o domani.

Perché dico questo?

Lo dico perché le situazioni di crisi mettono a dura prova la nostra interpretazione della realtà e degli eventi, impedendoci o ostacolandoci nel prendere delle buone decisioni.

Ho letto recentemente un articolo passatomi da un collega, uscito su una rivista inglese che parla degli effetti delle decisioni affrettate. L'articolo afferma che un campione significativo di persone nell'ultimo periodo sono state incapaci di recepire correttamente le informazioni che arrivavano in merito alla pandemia, impedendole in questo modo di agire in modo efficace e rapido.

Per quale motivo?

Per un motivo tecnicamente molto semplice. Queste persone hanno commesso un errore. Ma quale?

Quando leggevano le informazioni, o per essere più realistici, venivano investiti dalle notizie sul Coronavirus, attribuivano maggiore credibilità a quelle che confermavano la loro ipotesi iniziale, sminuendo o certamente ignorando tutte le altre.

L'obiettivo dell'articolo non è certamente quello di stilare una classifica degli errori più comuni. E' importante invece che leggiate fra queste righe come si fa a capire meglio i fatti che ci accadono per poter prendere le decisioni migliori, evitando di mettere il piede nella fossa della sofferenza.

Non mi dilungo su che cosa sono questi errori, ne parlerò volentieri in un'altro articolo. Oggi, mi basta solo che sappiate che normalmente, tutti noi, semplifichiamo i dati di realtà provenienti dal vivere quotidiano, procedendo sulla base delle nostre esperienze pregresse. E' una scorciatoia insomma.

Il nostro cervello se può prendere la via più comoda ma soprattutto più veloce, la prende.

Queste scorciatoie generalmente funzionano bene o abbastanza bene. In generale appunto.

Cosa succede se invece di ragionare, anche in modo sbrigativo, partendo dai dati di realtà, scegliamo di "conversare" sulla base di credenze o percezioni sbagliate?

Che queste scorciatoie ci porteranno in vicoli ciechi. In sostanza se cominciamo a ragionare male, il risultato sarà pessimo. Un pò come per i computer.

Torniamo agli errori di valutazione che hanno commesso le persone protagoniste dell'articolo sopra.

Li chiamerò pre opinioni di conferma. Cosa succede quando parliamo di ansia?

Molti disturbi ansiosi nascono e si mantengono a causa di rigide credenze, queste pre opinioni di conferma appunto.

Una persona che soffre di ansia, un ansia che la fa soffrire e stare male, si concentra solo sui pensieri minacciosi riguardanti gli scenari che dovrà affrontare, cercando conferme in ogni direzione dei propri timori.



           QUANDO C'E' TROPPA GENTE VADO SEMPRE IN ANSIA: SE C'E' TANTA GENTE IO ME NE VADO

                                                                                        ↓

                                                                quel locale è sempre pieno poi...

                                                                                        ↓

                                                          è sabato sera e tutti escono il sabato sera

                                                                                        ↓

                                                a maggio tutte le persone escono per andare nei locali

                                                                                        ↓

                                                               (ci sono tre persone sulla porta)

                                                                                        ↓

                                                                come pensavo il locale è pieno

                                                                                        ↓

                                                                                  ANSIA

                                                                                        ↓

                                                                                me ne vado  


A dimostrazione di quanto sia forte questo modo di ragionare nell'ansia, c'è il fatto che molte persone continuino a sottostimare il rischio di questo di questa loro condizione avendo a disposizione articoli e articoli come questo che li mettono in guardia.

Se ti ritrovi spesso in una situazione tipo quella sopra (e ti fa stare male) e vuoi provare a superare quegli scogli ti consiglio di prenderti ancora qualche minuto e continuare a leggere.

Proviamo a vedere insieme delle possibili soluzioni che possano aiutarci ad abbandonare le pre opinioni di conferma. Utilizziamo quando capiamo possano aiutarci, quattro strategie ben definite:


1) Formuliamo più ipotesi          →          Ci aiuterà a ragionare in maniera più flessibile, lasciando stare il modello "giusto/sbagliato" che generalmente conduce a risposte frettolose e poco imprecise.

2) Confrontiamo fra loro le informazioni delle varie ipotesi          →          Ragionando un pò di più, scegliamo quella più vicina ai nostri scopi. 

3) Valuta i tempi di realizzazione          →         Ragionamento e scelta implicano investimento di tempo. Tienine conto senza esagarere.      

4) Avere fiducia nelle nostre decioni          →         Dobbiamo essere consapevoli della forza delle nostre scelte (ragionate).



Soffrire di ansia non è certo la condizione più piacevole del mondo. Le cose da fare nell'arco della giornata sono pressochè infinite e se, per caso, ti è capita di patire questo disturbo, sai benissimo che nessuno, a parte te stesso, nessuno ti aiuterà. 

In un secondo momento ti potranno aiutare gli specialisti come me, ma andiamo per gradi. Un passo alla volta. 

Un altro errore di valutazione può condurti a non fare nulla, a stare li fermo e quindi a star male. Questa pre opinione consiste nella tendenza a mantenere la condizione attuale, sopravvalutando la possibilità di effetti negativi sulla propria vita e sottovalutando ovviamente i vantaggi.

Supponiamo che tu stia dando da fare per stare meglio, che tu abbia trovato libri validi, articoli utili e che ti stia costruendo una strategia "salvagente" per i tuoi problemi. Esiste tuttavia il rischio che tutta la fatica vada persa per sempre. Un pò come se tu stessi riempiendo tutto il giorno un secchio bucato senza essertene minimamente accorto. 

Per questo motivo, che tu abbia già una tua strategia o che tu non abbia ancora mosso un dito, è fondamentale che tu possa confrontarti con uno specialista di ansia, che ti possa supportare in un trattamento efficace per curare questa condizione così spiacevole e fastidiosa.

MT










martedì 19 maggio 2020

Il mio problema è differente










Fuori dal mio studio, bada bene, fuori e non dentro, sento spesso (purtroppo) persone lamentarsi dei loro problemi e delle loro difficoltà e di quanto la loro situazione di vita sia particolare, unica e diversa dalle altre.

Condividendo quanto mi capita di sentire con amici (non colleghi) sforzandomi di spiegare il metodo di intervento che utilizzo per aiutare le persone che si rivolgono a me, c'è sempre qualcuno che si sforza di dimostrare che il suo caso è più particolare degli altri, la sua sofferenza è unica e il suo disturbo diverso da tutti gli altri.

A volte ho l'impressione che molte persone non vedano l'ora si certifichi la loro non curabilità.

"Io ho paura degli alberi con le foglie blu, il mio disturbo è davvero diverso".

No, non è diverso. Ed è proprio qui l'ostacolo.

E' vero che ci sono disturbi inconsueti, poco frequenti e con un numero relativamente basso di persone che ne soffrono, così come esistono patologie frequenti che riempiono gli studi degli psicologi.

Il punto fondamentale è che nessuna difficoltà è differente e se mi segui sai esattamente a cosa mi riferisco e sai precisamente come comportarti se sentissi che qualcosa dentro di te non funziona.

Ma non tutti ovviamente mi seguono da tempo e magari stanno leggendo per la prima volta un mio articolo.

Permettimi di fare un esempio concreto. Il signor Luigi B. è un artigiano molto stimato nel paese dove vive.

Porta avanti la sua attività professionale da oltre venti anni.

Ha una famiglia a cui è molto legato, composta da sua moglie, i due figli e un cane.

Nel tempo libero pratica sport o si dedica al giardinaggio mentre durante le vacanze estive ama le lunghe passeggiate in montagna.

Ora, pensi che il signor Luigi nella sua vita non abbia mai incontrato nessuna difficoltà e non abbia mai sofferto di nessun disturbo, trovando la strada sgombra da ostacoli?

Certo è possibile. Ma non è questo il suo caso.

Pensi che al mondo chi conduce una vita tranquilla e serena non abbia mai avuto nessun grattacapo? Il mondo è pieno di persone così.

E' stato fortunato? E' capitato al posto giusto nel momento giusto? Le sue difficoltà erano diverse?

Niente di tutto questo.

I suoi problemi, quelli che aveva portato in studio e che lo tormentavano, erano molto particolari, e che cosa ha fatto? Ha seguito la metodologia che utilizzo con costanza per stare meglio, per soddisfare quanto gli stava più a cuore: avere una vita tranquilla e felice, soddisfacente insomma.

Indipendentemente dal percorso che ha fatto, ha riconosciuto l'importanza di essere aiutato, supportato con gli strumenti giusti. Era consapevole che l'unica cosa da fare, rispetto ad altri, era ricevere un'aiuto da uno specialista.

Nello studio di uno psicologo, ti vengono forniti gli strumenti reali e le strategie più adatte che ti servono per affrontare e risolvere i tuoi problemi. Strumenti e strategie che non trovi su internet.

Strumenti e strategie che riescono a trovare, non si sa perchè, solo le persone (a cui facevo riferimento all'inizio) che si lamentano che i loro problemi sono diversi.

Problemi cosi differenti che non necessitano dell'intervento di uno specialista.

Che cosa non hanno ancora ben compreso queste persone, che il signor Luigi invece ha capito bene sperimentandone i benefici?

Da un professionista, potrai trovare tutto quello che ti serve per:

- riuscire a stare meglio, abbandonando finalmente la tendenza a complicare le situazioni difficili con letture "terapeutiche" su internet

- essere supportato in un percorso evitando i suggerimenti di inesperti che in passato hanno prodotto solo confusione

E questa è soltanto una piccola parte di tutto quello che puoi trovare in uno studio di psicologia e di cui puoi beneficiare per seguire le orme del signor Luigi lasciando perdere chi continua a lamentarsi senza fare nulla per stare meglio.

Buona riflessione.

Ad Ivrea ricevo qui ----------> Centro Medico Jervis

A Torino qui ----------> Studio di Psicologia Rebaudengo

MT







sabato 16 maggio 2020

Leggere Kant e soffrire di ansia




Come si può incoraggiare una persona a leggere? E' provato diciamo scientificamente che se questa persona è obbligata a farlo, questo metodo è fallimentare.

Le biblioteche sono luoghi semisconosciuti ai più e forse luoghi esotici per quelli almeno curiosi. Rispetto a coloro che sanno già tutto non perdo tempo.

Se ci addentriamo un attimo in modo un po più approfondito nell'argomento potremo dire che fra tutti i libri è necessario menzionare i classici. Che cosa sono?

Te lo dice Umberto Eco: "i classici sono dei libri che tutti odiano perché sono stati obbligati a studiarli a scuola". Severo ma giusto, o quanto meno condivisibile.

Che cosa, tuttavia, ci possono insegnare questi libri di così tanto importante da scomodare anche gli psicologi?

Il nostro amico Kant ti avrebbe risposto grossomodo così: invece di chiederti come è fatta una cosa, chiediti come deve essere fatta per venire, da te, meglio conosciuta.

Che cosa vuole dirti?

Che non c'è modo migliore di trovare delle risposte del farsi delle domande.

Facciamo un esempio. Se sto vivendo delle situazioni d'ansia e queste complicano tantissimo la mia vita quotidiana, può essere sicuramente utile sapere che l'ansia è legata alla paura che qualcosa può accadere, ciò nonostante, è decisamente meglio porsi altri tipi di domande.

Consapevole di avere un problema, farsi delle domande è già di per se un atto terapeutico perché è l'espressione di un atteggiamento che comprende curiosità, apertura mentale e disponibilità ad accogliere alternative.

Insomma, se hai un problema di ansia (porto sempre questo esempio perché insieme alla depressione, sono i casi che tratto maggiormente) fatti sempre delle domande. Sempre.

Nel caso ti stessi chiedendo quali domande conviene farsi in riferimento ai casi nominati sopra, direi, senza ombra di dubbio, domande genuine, le migliori per trovare nuove prospettive: 

- Che cos'è?

- Come funziona?

- Perché succede?

- Come comincia?

Dopo che ti sei posto queste domande, dimenticati delle risposte che pensi di conoscere già.

Non cercare le risposte su internet.

Non tormentare gli amici.

Allora cosa posso fare?

Rivolgiti ad uno specialista psicologo, anche perché, ne sono certo, se non sei stato tu a perseguitare amici e parenti, sarai stato bersaglio di consigli non richiesti. Quindi non ti resta nient'altro da fare che trovare lo psicologo che fa per te, in questo modo ti affidi ad uno specialista che ha seguito un lungo percorso di formazione acquisendo le competenze necessarie per aiutarti.

Tieni anche presente, e su questo punto sarò molto diretto come sull'importanza di farsi domande che se stai convivendo in una condizione di incertezza sono portato a pensare che avrai già rimandato ad un altro momento una decisione che riguarda la situazione che temi o che ti da fastidio.

Avrai già cercato qualche professionista, ma con il telefono in mano alla fine avrai detto "lo farò più tardi o domani". In un primo momento questo può esserti utile, perché pensi di poter avere il controllo sulla situazione, di poterla gestire.

Ma il rimandare indebolisce inesorabilmente il nostro spirito d'iniziativa rendendoci sempre meno capaci di agire in modo volontario.

Concludo dandoti un consiglio che potrebbe essere già, di per se, terapeutico: prova ad iniziare a sospettare del tuo continuo rimandare il problema d'ansia. Immagina uno scenario dagli effetti indesiderati che il rimandare (di chiamare il professionista) può avere sulla tua vita. Questo può essere il modo migliore per attivare una reazione e fare quella benedetta telefonata.

Contattami (appunto) per saperne di più.

Un caro saluto

MT

martedì 12 maggio 2020

La soluzione dei tuoi problemi la trovi su internet?




In questo blog parlo frequentemente di ipnosi, di tecniche di rilassamento e di strumenti induttivi. Non ho mai parlato però di come questi contenuti nascono e di come si sviluppano in nome di una corretta esposizione divulgativa dei fatti.

La conoscenza viene costruita attraverso la lettura e la formazione, in qualunque ambito.

Internet abbonda di articoli di ogni tipo e genere, possiamo trovare milioni di contenuti con un semplice click. L'area psicologica è ricca di scritti e contributi di ogni tipo, dall'auto-terapia alla diagnosi, come un supermarket dove ti basta allungare una mano per prendere ciò che più ti piace.

Ma quali caratteristiche deve avere un buon articolo?

Se non ti occupi professionalmente di psicologia difficilmente sentirai la necessità di comprendere fino in fondo il processo di costruzione di un contenuto, tuttavia avere una piccolissima infarinatura su come deve essere, può davvero aiutarti a scartare il materiale grossolano, proprio come nel supermercato con i prodotti scaduti.

Un articolo ben fatto e soprattutto utile deve avere tre caratteristiche principali.

La numero 1. E' probabilmente la più ovvia. Deve portare a conoscenza della gente comune che lo legge (ripeto: mi riferisco a materiale divulgativo) un modo o una tecnica che potrà essere sfruttato per applicazioni pratiche.

La numero 2. Deve descrivere in modo dettagliato ma comprensibile l'applicazione della tecnica e le varie spiegazioni del caso. In questo modo il lettore potrà, da solo, riprodurre quanto ha letto.

La numero 3. Deve contenere le informazioni necessarie per poter risalire al suo autore e alla sua formazione come garanzia di genuinità.

Lo so, sembra banale, ma una condizione essenziale affinché un articolo possa essere utile è che possa raggiungere i suoi potenziali lettori e venga letto. Fin qui tutto bene, quindi, qual'è il problema ti chiederai.

Il problema è che ogni giorno, se si mette insieme tutta la mole di materiale che viene prodotta e buttatta in rete, abbiamo un numero a sei zeri di conentuti disponibili. 

Ma il problema quindi quale sarebbe?

Te lo spiego subito con un esempio.
Una persona che vuole provare a capirne di più dell'ansia che l'affligge da tempo è quasi esclusivamente interessato agli articoli che parlano dei disturbi d'ansia e difficilmente leggerà materiale sull'interpretazione dei sogni. Detto questo sarà per lui impossibile leggere tutto quello che viene pubblicato solo nella sua lingua. 

Dovrà necessariamente fare una scelta. Ma come? Te lo dico io.

Scegli sempre contenuti che appartengono a riviste riconosciute e affidabili, la cui credibilità può essere provata. 

Se vengono citati numeri e statistiche è sicuramente un buon punto di forza .

Cerca le informazioni per poter contattare l'autore se dovessero servirti informazioni aggiuntive. La possibilità di poter condividere con la fonte indica probabilmente maggiore autenticità e meno produzione asettica.

Se sono presenti i riferimenti bibliografici decisamente meglio.

Parlerò del titolo in seguito, ora torniamo dalla persona con disturbo d'ansia che ora ha per le mani dei potenziali articoli che possono (secondo lui) chiarirgli le idee. 

Spesso si trova fra le mani un l'equivalente di un romanzo giallo, dove, fin dall'inizio si cerca di creare suspense per poi proseguire fino alla conclusione e pertanto, alla scoperta del colpevole. 

Questo perche?

Perchè, in questo modo, il nostro lettore potrà convincersi che varrà la pena investire il tempo necessario per una lettura approfondita dell'articolo. 

Lettura che si spera possa aiutarlo.

Concludiamo con il titolo: che è l'unica parte dell'articolo che la maggior parte delle persone vedrà. 

Un titolo brillante cerca di attirare l'attenzione, con risultati non sempre all'altezza delle aspettative.

Perchè ho voluto metterti a conoscenza di queste puntualizzazioni?

Perchè da tanti anni leggo, studio, mi formo e, di conseguenza, ho incontrato tante e tante volte materiali dozzinali, magari spavaldi ma mediocri, che volevano esclusivamente trasmettere l'idea che si stava leggendo un prodotto geniale e innovativo a cui nessuno aveva mai pensato prima.

Si ponevano l'obiettivo di aiutare, per quanto possibile, a fare chiarezza su un problema, come per la persona di prima con la sua ansia? Nemmeno per idea.

Se stai leggendo queste righe magari vuoi risolvere un problema. Stai cercando una possibile soluzione.

E se stai cercando una soluzione al tuo problema lascia perdere le "idee innovative", cerca il metodo più adatto a te e più sicuro.

Buona ricerca.

MT







domenica 10 maggio 2020

Vuoi consegnare le chiavi al vicino di casa?





Ormai siamo ad un passo dal "dato di fatto" ossia che le difficoltà e i disturbi, prima minuscoli o latenti in tante persone, ora stiano prendendo il sopravvento, facendo vivere agli interessati uno dei periodi più tristi e difficile della loro storia.

Non è per nulla facile riuscire mantenere un equilibrio emotivo soddisfacente quando da tempo le avvisaglie avvertono che il problema sta avanzando, e spesso cosa accade? Trascuriamo i campanelli di allarme o non gli prestiamo sufficiente attenzione.

Campanelli di allarme? Di che cosa sto parlando? Ti faccio qualche esempio:

1) Ad ogni banale discussione reagisco in modo rabbioso e irragionevole

2) Piango spesso e, particolarmente, in solitudine

3) Mi preoccupo per le cose di tutti i giorni in maniera cosi intensa da rendere difficile lo svolgimento delle normali mansioni ad esempio lavorative

4) Faccio molta fatica ad addormentarmi nonostante la stanchezza fisica

5) Se comincio qualcosa non la porto a termine e provo solo un senso di inutilità

Questi segnali, che se vogliamo chiamare sintomi, è corretto, possono essere sfumati, più o meno intensi e variare da persona a persona, ma possono tutti essere condensati in un'unica riflessione: non è per nulla facile riuscire a stare bene in una situazione del genere.

Sinceramente comprendo la sofferenza e la frustrazione di tante di queste persone che si rivedono in quei cinque punti. Donne, uomini, giovani, anziani, che si ritrovano a fare i conti con la quotidianità, dove l'accadere e il ripetersi giornaliero non permette troppe distrazioni a svantaggio del nostro "caro amico" equilibrio.

Equilibrio equivale a benessere.

Come si può andare avanti in una situazione del genere?

E' una domanda che sicuramente ti sei posto anche tu, se almeno in un punto hai visto scritto il tuo nome.

Leggendo numerosi articoli, ma soprattutto dati, ho appreso che tantissime persone quando si trovano ad affrontare un difficile momento di vita parlano con familiari o amici di cui si fidano, cercando e sperando in un supporto o, per i più ottimisti, una soluzione.

Molti uomini e molte donne, in preda allo smarrimento causato dal malessere, hanno consegnato le chiavi della loro salute emotiva in mano ad altre persone non qualificate per farlo.

Hanno scelto la via (apparentemente) più facile, più rapida, più ingenua.

Condivido naturalmente solo in piccola parte questa loro scelta, perché allo stesso tempo, come noto dalle persone che si rivolgono a me, ci sono molte individui che invece hanno retto il duro colpo delle avversità e ora si stanno impegnando, con un duro lavoro su se stessi, a riprendere in mano la loro vita.

Come ci sono riusciti?

Affidandosi ad un professionista che altro non fa che applicare particolari tecniche e strategie specifiche della professione, apprese dopo un lungo percorso di studio e formazione continua.

La pandemia che ha colpito il nostro paese e il resto del mondo, ha messo a dura prova anche le persone che seguo da tempo, portando loro ansia e preoccupazioni, ma allo stesso tempo, grazie alle abilità e alle strategie apprese nei loro percorsi, non si sono spaventati ne, tanto meno demoralizzati perché consapevoli delle capacità acquisite.

Immagino, come sempre, che se stai leggendo questo articolo, sei una persona determinata, che farebbe di tutto per stare meglio e per risolvere i problemi che ti assillano.

Per questo motivo voglio continuare a parlarti attraverso questi scritti, della metodologia e dell'approccio che da sempre utilizzo per aiutare le persone che entrano nel mio studio.

Questo percorso riabilitativo è finalizzato a curare la sofferenza psichica attraverso l'accompagnamento della persona verso la risoluzione dei propri problemi comportamentali, emotivi, relativi alle proprie credenze o del proprio modo di pensare.

Quindi, se vuoi evitare di consegnare le chiavi del tuo benessere al vicino di casa  e vuoi affrontare una volta per tutte le tue problematiche, contattami attraverso uno dei canali che preferisci.

MT

martedì 5 maggio 2020

Hai studiato?





Immaginiamo per un istante di tornare indietro a quando sedevamo fra i banchi di scuola. Prova ad immaginare di essere uno studente e di non esserti preparato per l'interrogazione del giorno.

Entri in classe. Ti siedi. Quando arriva il professore chiama proprio te, per primo. Al termine della tua performance il professore segnerà sul suo registro il brutto voto che molto probabilmente influenzerà il verdetto finale: bocciatura o promozione.

Sai perchè ti ho fatto questo esempio?

Perchè nella mia professione ho conosciuto tante persone. Tante tipologie di personalità. Tanti caratteri e tra queste se ne distinguevano essenzialmente due:

1) la persona determinata a cambiare, ad affrontare con decisione i suoi problemi

2) la persona poco propensa al cambiamento perchè vissuto come naturale conseguenza della vita 

Ora, non è mia intenzione precisare ulteriormente sulla seconda tipologia di persona, perchè, specialmente in un periodo critico come questo, sarebbe sconveniente.

In questo preciso momento voglio soffermarmi su tutti coloro che, nonostante la quarantena, la perdita o sospensione del lavoro, riescono a continuare a raccogliere i frutti dei loro percorsi terapeutici. 

Ti potrà sembrare strano, forse ti suonerà anche assurdo o estemporaneo, ma in questo periodo di stallo quasi totale della società, alcuni miei pazienti hanno ottenuto risultati significativi, piccoli cambiamenti rappresentativi. 

Tra questi c'è Silvio (il nome per ragioni di riservatezza è di fantasia) che qualche giorno fa mi ha mandato una mail molto dettagliata come testimonianza dei risultati ottenuti con il mio metodo.

"Dopo 30 giorni chiuso in casa per il virus, la mia stabilità era ai limiti. Una stabilità frutto di un lungo percorso, di lacrime e di sorrisi. 

In una situazione del genere, con la cassa integrazione e l'impossibilità di uscire se non per reali necessità, non mi restava che piangere.

Ma di piangere per una situazione al di fuori del mio controllo non ne avevo alcuna voglia, nè tantomeno di arrendermi.

Così mi sono dato da fare ed ho confermato la seduta che avevamo in programma. Ebbene il rapporto professionale e di fiducia che abbiamo costrituito insieme, ancora una volta si è rivelato prezioso e fondamentale per ritrovare quell'equilibrio messo in pericolo da una situazione eccezionale".  

Nonostante il momento difficile Silvio ha deciso di mettere in pratica buona parte di quanto appreso nel suo percorso riabilitativo e di dare uno spintone a quei pensieri che gli suggerivano di stare chiuso in casa a rimuginare sulla situazione avversa della nazione.

"Ho deciso di venire in studio perchè ho sentito come un campanello d'allarme e, come ben sai, adesso sono in grado di coglierli. Come quando tempo fa ho iniziato il percorso e mi hai aiutato a ripercorrere tutto quanto mi dava sofferenza oggi ho trovato quelle sicurezze che non avrei trovato restando a casa."

Come puoi capire dalle sue parole, Silvio è una persona molto determinata che non si è limitato ad aspettare per vedere come sarebbe stato dopo la fine della quarantena, ha continuato ad andare avanti nel suo percorso di cura. 

"Di persona o via Skype non cambia molto sinceramente, grazie al supporto che mi hai fornito sono riuscito a stare proprio meglio, più presente e decisamente molto, ma molto meno preoccupato".

Per concludere, Silvio mi ha precisato che i periodi in cui ci sono delle situazioni difficili per tutti, possono essere utili per trarne degli insegnamenti e rimettersi in gioco.

"Durante i periodi di difficoltà come questo può venire fuori il meglio da ognuno di noi, ma ci vuole una guida fidata e professionale che ti indirizzi. Grazie per l'impostazione che mi hai dato. Grazie"

Sicuramente non è immediato fare quello che ha fatto Silvio e avere la sua consapevolezza.

Ci vogliono determinazione e grande forza di volontà. 

Queste sono le caratteristiche essenziali presenti in tutte quelle persone come Silvio che hanno scelto un percorso riabilitativo altamente terapeutico, all'interno del quale, ritrovare stabilità e benessere mentale. 

Se mi segui da tempo, sai perfettamente che il mio metodo è lo strumento perfetto per trovare ciò che ti serve per  andare nella direzione dello stare meglio risolvendo i problemi che gravano da troppo tempo sulla tua quotidianetà.

Pensaci bene.

MT


sabato 2 maggio 2020

Sedute online. Questo è il dilemma





Come ho già detto molte volte, essendo un punto per me piuttosto determinante, per conoscere la strada giusta da percorrere per risolvere i propri problemi, devi saper analizzare a fondo anche la situazione del momento, per capire cosa funziona bene del passato fino ad oggi e cosa invece deve essere riscritto da zero adattandosi al futuro.

Proprio per aiutarti a consolidare questa concezione, voglio portarti un esempio che arriva dal lato opposto della linea temporale, parlandoti di un modo di operare degli psicologi consolidato nelle ultime settimane, in pieno periodo lockdown.

Mi riferisco al colloquio online, attraverso tutte le sue possibile forme, il cui obiettivo è garantire, tramite la piattaforma tecnologica che si preferisce, la possibilità di entrare nello studio del professionista stando comodamente seduti sulla poltrona di casa.

Questa tipologia di servizio, lanciato pochi anni anni fa, è attivo su tutto il territorio nazionale oggi più che mai, è a pieno regime.

Seguendo una statistica nemmeno troppo aggiornata, esattamente del 2017, in Europa il 30% dei percorsi terapeutici viene fatto a distanza.

Come funziona?

E' molto più semplice di quello che si può pensare:

1) Si prende un appuntamento

2) Ci si vede quel giorno alla tal ora (ad esempio) su Skype

3) Si fa il trattamento

In sostanza è tutto qui. 

Il trend dei beneficiari di questa forma era in fase di crescita già da prima dell'emergenza, per tutta una serie di ragioni che ora non tratterò ma rimanderò ad un prossimo articolo. La situazione in corso ha per forza di cose accelerato lo sviluppo, e le previsioni dicono che la percentuale aumenterà nei prossimi anni. 

Se le varie fasi della nuova quotidianità che ci apprestiamo a vivere impongono dei cambiamenti anche piuttosto ferrei, il mio obiettivo è quello di migliorare ancora di più questa tipologia di terapia, muovendomi in quella direzione in modo organizzato e preciso.

Questo riguarda me.

E tu? 

Come ti dicevo prima, il tuo obiettivo è quello di analizzare con cura e a fondo la tua situazione, la tua quotidianità, le tue difficoltà e le strategie che hai adottato fino a questo preciso momento per contrastarle. 

Se hai fatto come ti dico sai cosa funziona e cosa no.

Individuati i problemi che non riesci (e non puoi) risolvere da solo, li puoi affrontare con uno specialista. Scegliendo tra il recarti nello studio professionale e il restare comodamente a casa.

Non importa se quello che funziona arriva dal passato (studio) o da idee moderne (skype). Quello che a te interessa è che funzioni per te.

Il mio modo di trattare anche le sedute online serve proprio a questo. A far funzionare al meglio il trattamento. 

Alle persone che si rivolgono a me sono riservati interventi altamente specifici per la richiesta portata, trovando la strategia adatta e naturalmente più efficace.

Le strategie e le tecniche che utilizzo sono quelle che applico nel mio modello di trattamento e chiaramente è un modello che non puoi trovare da nessun'altra parte. 

So che il modo online può sembrare strano, ma lo è solo perché non ci siamo abituati.

Le persone con cui faccio le sedute online sono quelle che vorrebbero vedermi, ma che non possono raggiungermi fisicamente.

Come ho già detto la sostanza non cambia, e, sulla base delle tue esigenze se sei più indirizzato verso un consulto online devi sapere che i vantaggi sono i medesimi di una seduta in studio.

In qualità di persona che cerca un aiuto, quindi, il tuo obiettivo è quello di essere in grado di mettere insieme entrambe le cose, guardando i servizi  che ti circondano e  provando a capire cosa funziona e cosa no e cosa funziona meglio.

Sempre sulla base dei come sei tu e degli obiettivi che ti stabilisci.

Riuscire già in questo compito non è semplice , ma è perfettamente fattibile.



A presto

Dott. Massimiliano Trossello


Una storia attuale

In una calda mattina d'estate, Elena si recò nello studio del dottor Rossi. Da mesi, forse anni, lottava contro ansia e stress, e immagi...