sabato 29 agosto 2020

L'immagine di una tecnica


Come hai intenzione di superare i dubbi che da troppo tempo nutri su una tecnica psicogica?

Se pensi di farlo cercando su internet mille informazioni confuse e mal scritte, rischi di cacciarti in un mare di guai.

“Perché?”

Perché non puoi assolutamente permetterti di continuare a rimandare il trattamento del problema che ti infastidisce.

Un problema va trattato bene, soprattutto con lo strumento giusto. 

Uno strumento sbagliato può farti perdere tanto tanto tempo. 

È questo quello vuoi?

Credo proprio di no!

Ti faccio un esempio: l'ipnosi. 

Se hai visto un video SERIO sull'ipnosi, sicuramente questo rappresenterà un incentivo a sperimentare l'induzione ipnotica. 

Rispetto la possibilità di sperimentare i benefici dell'ipnosi, non dovresti  preferire uno specialista perché ha un costo più basso, ma scegliere perché è diverso dagli altri, ovvero: unico ed esclusivo.

Questa unicità come può tradursi? 

Sperimentare, per esempio, una seduta di rilassamento, pre ipnotica, allontana l'ansia e i pregiudizi. 

“Sono d'accordo ma di questi tempi internet è la TV hanno dato un immagine non così confortante di questa tecnica”

Davvero stai ragionando in questo modo?

Secondo te la TV restituisce un'immagine fedele dell'ipnosi?

La realtà è ben diversa da quello che immagini.

L'ipnosi da spettacolo rappresenta una cattiva pubblicità che porterà alcune persone a non volersi sottoporre all' ipnosi clinica. 

Tuttavia la TV non dice tutto, e sai cosa? 

1) NON TUTTI SONO IPNOTIZZABILI

2) L'IPNOLOGO NON PUÒ IN NESSUN CASO MANIPOLARE NESSUNO 

3) LA COSCIENZA NON SI ANNULLA PERCHÉ NON È UNA NARCOSI

Interessante, vero?

Sei ancora convinto che l'ipnosi è quella che ti dice la tv?

Se impari a conoscere bene gli strumenti di cura il tuo percorso cambierà in positivo!

Avrai davvero chiaro che cosa è più utile per te, più adatto, più efficace. 

Interessante, vero?

Per maggiori informazioni - - - - > 3478721360 



martedì 25 agosto 2020

Il paradosso del lampione

 

 


 

Sotto un lampione c’è un ubriaco che sta cercando qualcosa.


Si avvicina un poliziotto e gli chiede che cosa abbia perduto.


«Ho perso le chiavi di casa», risponde l’uomo, ed entrambi si mettono a cercarle.

Dopo aver guardato a lungo, il poliziotto chiede all’uomo ubriaco se è proprio sicuro di averle perse lì.


L’altro risponde:


«No, non le ho perse qui, ma là dietro», e indica un angolo buio in fondo alla strada.


«Ma allora perché diamine le sta cercando qui?»


«Perché qui c’è più luce!»

 

Per quale motivo ti racconto questo aneddoto spesso riportato ai suoi pazienti dal geniale Paul Watzlawick?

Perchè decidere di intraprendere un percorso di terapia psicologica è una scelta non facile, non priva di difficoltà.

Non è una scorciatoia verso il benessere ma la strada più sicura per raggiungerlo.

Ti faccio un esempio per farti capire meglio che cosa intendo.

Se soffri di attacchi di panico ma non hai mai preso in considerazione l'idea di risolvere il problema attraverso una terapia, è molto probabile che tu abbia:

1) Evitato tutte le situazioni che ritieni favorire il panico, cercando di mantenerti all'interno della tua "comfort zone", la quale con il tempo si sta restringendo pericolosamente sempre di più.

2) Ti sei tenuto impegnato in attività che in realtà non ti interessano minimamente con il solo scopo di non notare i sintomi di ansia ed il conseguente panico.

Ti ricorda qualcuno?

No?!

Ti do una mano: pensa al signore che sta cercando le chiavi..

Nonostante sapesse che le chiavi non erano dove le stava cercando ha deciso che quella ricerca, anche se non avrebbe mai portato all'obiettivo, era la più facile. La meno faticosa. 

Esattamente come il protagonista della storia, evitare le situazioni che ci creano problemi è più facile, più immediato.

Affidarsi ad uno specialista che applichi specifici protocolli d'intervento per risovere gli stessi problemi, è più complicato, più doloroso, ma condurrà certamente a soluzioni più durature.

Se inizi a vedere la tua confort zone sempre più sottile e vuoi saperne di più su come affrontare il tuo problema:


Scrivimi ------------> imisir@hotmail.it

Telefonami -------------> 3478721360

 

sabato 15 agosto 2020

Ferragosto terapeutico







T: Ok supponiamo che resti solo a Ferragosto. Perché mai sarebbe terribile?

P: Per quel senso di depressione che mi attanaglierebbe. Una sensazione orribile. 

T: È esattamente il contrario. La brutta sensazione deriva da ciò che pensi. Supponiamo che la definisci solo come una "rottura di palle".
Che palle se rimango solo a Ferragosto! Pensi che proveresti lo stesso senso di depressione?

P: No. 

T: Vedi se rinunci a rendere le cose terribili rinuncerai anche alla depressione. Ti sentirai ancora dispiaciuto, forse anche molto dispiaciuto, ma non depresso.
Allora che prove ha che restare solo a Ferragosto sia terribile? 

martedì 11 agosto 2020

Le bomboniere impolverate

 

Molte, se non moltissime, persone parlano dei loro problemi attraverso i social. La maggior parte dei profili Facebook, Twitter, Instagram (solo per citare i più utilizzati) ha la sua sezione di lamentele. Descrizioni, più o meno articolate, di disturbi e difficoltà campeggiano vicino a foto e vignette. Non di rado ci trovi descrizioni di ogni sorta.

E funzionano?

O meglio, funziona nella direzione di trovare una soluzione? 

Questo è tutto un altro paio di maniche. La realtà è che la maggior parte dei post sui social network fa la fine delle bomboniere che ti porti a casa dai matrimoni. Rimangono lì nell’armadio con un simpaticissimo strato di polvere.

Ecco, la maggior parte dei post su, ad esempio Facebook, va incontro allo stesso triste destino.

Per evitare che tutta la fatica che hai messo nel cercare di trovare sfogo al tuo malessere, sia sprecata, da tempo ho deciso di alternare, soprattutto d'estate, i contenuti del mio blog. 

D'estate, si sa, si legge con meno attenzione e con più fatica. Nonostante questa tendenza, i problemi ci sono. 

E vanno accolti e indirizzati. 

Ti dico soltanto che si tratta di articoli che avevo deciso di tenere fino a questo momento solo e soltanto per collaborazioni. 

Quando li leggerai troverai:

  • la giusta direzione per affrontare il tuo problema. Anche partendo da argomenti estremamente tecnici e noiosi avrai la giusta guida per scrivere delle tue difficoltà in modo diciamo terapeutico. 
  • la struttura mentale che, ogni persona che cerca di risolvere i propri problemi, dovrebbe seguire per scrivere in modo soddisfacente per sé stesso. 
  • spunti per trovare il giusto modo. 
  • il singolo elemento che non deve mai mancare all’interno delle tue descrizioni. 
  • cosa crea confusione quando si legge  un articolo. 
  • come trovare e sfruttare a tuo piacimento questo spazio di aiuto base. 

Tutto questo ha un’unica condizione...

Dovrai leggere, rileggere e ancora leggere gli articoli pubblicati.

Se poi vorrai ulteriormente approfondire puoi contattarmi qui ====> 3478721360

Ma anche qui ====> imisir@hotmail.it

MT 

sabato 1 agosto 2020

Il primo contatto è quello giusto?







Nell'ultimo periodo, si è fatto un gran parlare delle conseguenze del lockdown portato dalla pandemia.

Seguendo (sempre con cautela) le notizie di attualità, sembra quasi che tale argomento sia diventato l'unico problema, l'unica e assoluta causa di tutti i disturbi che colpiscono le persone. Ansia, depressione, attacchi di panico, fobie, pare, a sentire i media, abbiano come causa unica solo e soltanto questo. 

Se hai l'abitudine di seguirmi da un pò di tempo, diciamo da prima del'emergenza Covid, avrai capito che in molti casi la cosa è diventata più che altro un'attenuante da utilizzare per giustificare buona parte delle difficoltà nell'affrontare la vita di tutti i giorni. 

La realtà dei fatti è che la situazione non è diversa da qualsiasi altra situazione difficile che, ciclicamente, l'umanità si trova ad affrontare.

Ovviamente ci saranno sicuramente dei casi più estremi dove il discorso non vale, ma su grandi numeri il dato è questo: se un disturbo continua a manifestarsi adesso o addirittura è peggiorato, probabilmente è perchè non è stato trattato adeguatamente, o per nulla, molto tempo prima dell'avvento della pandemia.

In sostanza, una crisi sociale, è certamente in grado di dare il colpo di grazia finale, ma la realtà dei fatti è che ha soltanto accellerato un processo autodistruttivo che era già in corso da molto tempo.

Questo vale soprattutto nel grande mondo dei disturbi d'ansia, dove la maggioranza dei problemi è costituito da ansia sociale e specifica. Sono infatti questi particolari disturbi che soffrono l'impatto di una crisi globale, se non si ricorre ai ripari in precedenza.

Correre ai ripari? Come? Partendo innanzitutto con con la riorganizzazione della propria vita dando precedenza al problema che ci crea così tanti problemi, in maniera tale da programmare un percorso terapeutico costante così da uscire il prima possibile dalla fase più fastidiosa.

Riuscirci non è certo un obiettivo impossibile.

E se stai leggendo quello che ti scrivo significa che lo hai capito anche tu e hai iniziato a seguire il mio blog, il cui scopo è proprio quello di insegnarti a farlo nel migliore dei modi, mettendoti a disposizione la conoscenza e l’applicazione di tutti i mezzi necessari.

Tra questi mezzi, uno dei più importanti è sicuramente quello della prenotazione.

L'azione di prenotare risulta indispensabile in uno scenario come quello di oggi, dove la possibilità di essere preceduti è sempre dietro l’angolo. Preceduti? Certo. Dalle persone con il tuo stesso problema, che, partendo prima, avranno maggiori possibilità di risolverlo prima, senza attese troppo lunghe. 

Certo, come tutto il resto di quello che scrivo e ti passo, non è che devi iniziare a cercare e immediatamente dopo prenotare a caso solo perché  non vuoi rimanere con le mani in mano.

Prenotare un colloquio, come tutte le altri azioni che rientrano in un percorso di terapia psicologica, deve seguire un processo preciso e ben studiato, basato sulle tue caratteristiche e sulla tua situazione.

E soprattutto, come è ovvio che sia, deve essere preceduto da una campagna di ricerca e valutazione, in grado di trasmettere chiarezza sull'obiettivo, nel pieno stile dei miei articoli.

Intendiamoci, quando ti parlo di prenotazione non mi sto riferendo solo alla frase: "Buongiorno Dottore, vorrei venire per un colloquio giovedì". 
Questo strumento, infatti, se unito alla giusta comunicazione, durante la telefonata, è in grado di aumentare l'efficacia di un percorso anche quando si tratta di momenti particolarmente complicati.

Per ottenere i massimi risultati possibili, devi essere in grado da subito di sentire dall'altra parte del telefonolla persona giusta, così da consolidare fin da subito la reciproca influenza nel nuovo percorso.

In sintesi, imparare a padroneggiare il primo contatto e la corretta messa in pratica di una prenotazione, ti garantisce uno dei più potenti mezzi per iniziare un percorso valido ed efficace e soprattutto renderlo resistente a qualsiasi crisi il destino o chi per lui abbia in mente di tirarci addosso nei decenni a venire. 

È proprio per via dell’importanza di possedere questa indispensabile conoscenza che gli dedicherò ampio spazio all'interno di questo blog.
 
Se vuoi, come sempre (e come molti stanno facendo), saperne di più rimani sempre sintonizzato qui, oppure, se sei più audace, prendi contatto con questi studi:














Una storia attuale

In una calda mattina d'estate, Elena si recò nello studio del dottor Rossi. Da mesi, forse anni, lottava contro ansia e stress, e immagi...