martedì 15 novembre 2022

Le prescrizioni sono benzina




Se mi segui da un po’ di tempo, è possibile tu conosca la storia di diverse persone che sono passate dal mio studio. 

In ogni caso ti faccio un velocissimo riassunto: hanno iniziato un percorso con molti dubbi e poche certezze.

Altre volte hanno iniziato percorsi e poi li hanno abbandonati.

Iniziando una terapia di riabilitazione psicologica hanno conosciuto le prescrizioni. 

Posso dire che le prescrizioni sono state, per queste persone, come i compiti a casa per gli studenti.

Le prescrizioni hanno accompagnato le persone nei loro percorsi. 

Del resto quando hai un problema di natura psicologica puoi contare alcune caratteristiche comuni: 

- ti sembra tutto più complicato 

- hai difficoltà a concentrarti in quello che fai

- ti sempre sempre affaticato

Questi sono solo alcuni. 

L’ultima spiaggia potrebbe essere appunto un percorso di riabilitazione psicologica. 

Avendone parlato ampiamente già in molti articoli, passerò direttamente al “sodo” delle prescrizioni. 

In seduta si lavora molto, ma appunto non finisce lì: cosa si fa quindi? 

Si seguono delle indicazioni, dei compiti, o per meglio dire proprio delle prescrizioni.

Ecco qualche esempio: 

- riconosci quando una preoccupazione è eccessiva 

- renditi conto di quando ti stai preoccupando troppo

- riconosci alcuni pensieri automatici

- distingui fra pericoli reali e immaginari

Se la strada è il trattamento, le prescrizioni sono le stazioni di servizio. 


Per info: 

==> 3478721360

==> IMISIR@HOTMAIL.IT 





giovedì 10 novembre 2022

Stop control




Visto che molto probabilmente hai già letto alcuni 

articoli del mio blog, il tuo principale obiettivo 

(immagino) è quello di liberarti di alcuni problemi. 

Ma sappiamo tutti che non è così semplice, anche perché risolvere delle tipologie di disturbi a volte può risultare piuttosto complesso.

Certamente frasi come: “c’è la farai”, “non ci pensare”, “andrà meglio” certamente non ti sono di aiuto. 

Purtroppo, se dovessimo andare avanti così, l’unica strada che potresti imboccare è quella dell’evitare le situazioni… non dell’affrontarle. 

Anche perché, per esempio su 100 persone che affrontano un problema di ansia, le persone che portano frasi come quelle dette pprima, rappresentano l’80%. 

Come ti sembra invece affrontare la situazione come le restanti 20% di persone? 


Scommetto possa interessarti.

Quello che ti serve davvero è un minore evitamento delle esperienze sgradevoli è una maggiore accettazione di queste. 

Non si tratta di una frase ad effetto, ma del filo conduttore del trattamento.

Una vita serena é un valore e quello deve rimanere. 

Ma attenzione, non puoi certo pensare a non evitare le situazioni per risolvere il problema. 

Tutte le strategie devono essere pensate apposta per la persona, che è unica nel genere. 

Visto che non è mai facile cambiare un punto di vista molto radicato è bene iniziare pensando che un minore evitamento esperienziale è una maggiore accettazione migliorano la volontà di impegnarsi in condotte di esposizione.

Quindi che cosa facciamo? 

Te lo dico subito: cominceremo con il prendere di mira il controllo troppo rigido delle cause della nostra ansia.

Per info: 

==> 3478721360

==> imisir@hotmail.it  

Una storia attuale

In una calda mattina d'estate, Elena si recò nello studio del dottor Rossi. Da mesi, forse anni, lottava contro ansia e stress, e immagi...