domenica 14 febbraio 2021

Il campione inglese



Tantissime persone hanno avuto un peggioramento dei loro problemi ai tempi della pandemia e, per motivi molto differenti fra loro, hanno gettato la spugna. 

Altre stanno lottando con tutte le loro forze per superare indenni questa terribile tempesta.

Purtroppo nella mia professione, nulla di nuovo, nulla di mai sentito.

Eppure, nonostante la terribile situazione, ci sono donne e uomini che continuano a vedere la loro condizione di vita, un tempo problematica, via via migliorare. 

Secondo un articolo pubblicato qualche giorno fa su una prestigiosa rivista di psicologia inglese, un campione significativo di persone, molto diverse fra loro per problema presentato, hanno dichiarato un concreto miglioramento della sintomatologia.

E sai come, molto probabilmente, hanno fatto queste persone a raggiungere un risultato di questo tipo?

Attraverso un percorso, che porta ad un processo di comprensione di sé e di come si da significato alla realtà. 

Così come tutti quelli che decidono di iniziare un trattamento di questo tipo, anche il campione inglese è partito con poche certezze e molti dubbi.

Tanti anni fa ho letto un libro che raccontava la storia di Natalia. 

Natalia non presentava particolari sintomi riconducibili a qualche disturbo specifico, ma solo una grande insoddisfazione generale, che esprimeva, il più delle volte con un infrangibile disinteresse per tutto quanto la circondava.

A differenza di molti oggi, lei non benefició delle conoscenze odierne e soprattutto degli innovativi trattamenti proposti da molti validi professionisti.

“Forse sono anche io in quella situazione”

Qui non mi trovi d'accordo.

Vista la difficile situazione che sta affliggendo l'intera popolazione italiana, ho deciso di fornirti, ancora con più frequenza, maggiore supporto.

Da tempo ho pensato che darti la possibilità di iniziare a prendere confidenza con l'ambiente della psicologia e delle sue caratteristiche sia la scintilla necessaria per accendere il lume del cambiamento.

Parlo di questo blog, delle mail o messaggi di informazioni che puoi scrivermi, delle telefonate.

In questo spazio ci sono molti contenuti scritti pensando, giorno per giorno, al problema che maggiormente può impensierirti, in modo da farti avere direttamente un idea semplice, ma fedele di cosa può esserti utile per iniziare ad affrontarlo.

Se hai bisogno e voglia di cominciare a fare luce su che cosa identifichi come problema utilizza queste vie:

====> Watsapp 3517593213

====> imisir@hotmail.it 


sabato 13 febbraio 2021

Parlano proprio di ansia?



Ci sono tanti modi per definirla. Per parlare di lei. 

L’errore più comune di molte persone è quello di ridurre tutto a: “un senso di irrequietezza generale”

Va bene per carità, tuttavia fra una definizione e l'altra, c'è una grande differenza.

Spiegazioni che si rifanno all'ultima 8nnovativs teoria sono state fatte centinaia di volte e spesso con risultati simili: tanto clamore, tanti domande, pochi risultati.

Capisco benissimo lo stato d'animo di alcune persone che trovano sollievo in molti post sui social, ma questo ahimè non serve a mantenere a lungo una situazione di benessere e non serve a molto nella risoluzione dello stato ansioso.

Nonostante questa comprovata realtà, ci sono purtroppo articoli farciti di “professionisti” che propongono soluzioni facili, rapide e soprattutto new age. E purtroppo, spesso, riescono a convincere chi ne ha veramente più bisogno, che sono delle buone idee. 

Professionisti seri e preparati ti forniscono gli anticorpi per decidere se questi materiali sono adatti e utili per le tue difficoltà.

Lo strumento che contiene in sé la possibilità, non la sicurezza, ma la seria possibilità di lavorare sul tuo problema di ansia, è un percorso psicologico. 

Potrai ragionare sui tuoi pensieri, individuare ciò che ti impedisce di trovare ed attuare soluzioni, impostare obiettivi per aumentare il tuo benessere e far sì che ciò che lo ostacola possa essere risolto.

Se vuoi saperne di piu:

====> 3517593213

====> imisir@hotmail.it


mercoledì 10 febbraio 2021

Terapia breve vs lunga



Non passa settimana senza una notizia che lo riguarda o una sua dichiarazione.

Quella più recente non arriva dal fronte Tesla, ma da Neuralink, la sua startup che si occupa di sviluppare impianti medicinali robotici.

Secondo Musk, entro quest’anno sperimenteranno l’inserimento di un microchip nel cervello di un uomo.

Pensi sia un film? 

No non è fantascienza. 

Hanno già innestato questa tecnologia in una scimmia e le hanno insegnato a giocare ai videogiochi.

Quindi non è un'ipotesi campata per aria al solo scopo pubblicitario.

L’obiettivo dichiarato è quello di arrivare a curare molte forme di depressione e di ridare una vita migliore a chi ha subito danni al cervello.

Perchè riporto questa notizia? Per farti capire come stanno oggi le cose prima che noi psicologi rimarremo senza lavoro. 

Oggi lo stato dei lavori nella cura è questo:

una terapia può essere breve o di lunga durata, ma la finalità è sempre uguale, ovvero quella di aiutare la persona a ottenere dei cambiamenti utili a migliorare la propria vita.

Nell’immaginario comune, prima di Elon Musk è tuttavia diffusa l’idea che per risolvere problemi complessi sia necessario un complesso lavoro e che solo una terapia a lungo termine può garantire. 

Risultato? 

Si pensa che un metodo breve può solo occuparsi di situazioni più semplici e di meno entità.

Ma è realmente così?

Vediamolo insieme qui:

====> 35175e93213

            imisir@hotmail.it


martedì 2 febbraio 2021

Il tempo é tiranno



È tanto il tempo necessario affinché le persone riprendano a vivere in modo normale prima di aver risolto il loro problema. 

Ma è davvero così per tutti? La risposta, come puoi immaginare, è no.

Importanti riviste di psicologia hanno interpellato molti specialisti nel settore della salute mentale e, secondo l’80% degli intervistati la maggior parte dei loro pazienti torneranno ad una vita normale entro un tempo relativamente breve, mentre per le persone meno fortunate il tempo è di tre quattro volte più lungo.

Nella stessa indagine è emerso che il coronavirus porterà un aumento delle disuguaglianze, un divario che già esiste e si allargherà ancora di più.

La “fotografia” che hanno scattato non riguarda solo le persone con un problema molto strutturato da affrontare, ma è riferita anche a uomini e donne impegnati ad affrontare problemi oggettivamente minori o dettati da particolari situazioni. 

Non è ovviamente la fortuna o il caso a creare questa distinzione. In questo scenario non è la persona maggiormente privilegiata che risolverà in tempi più veloci le sue problematiche, ma quella che ha costruito meglio il proprio percorso.

Potresti pensare che sia la stessa cosa, che una tecnica sia migliore di un'altra per uno specifico problema, ma non è così soprattutto per alcuni disturbi, dove molte variabili fanno si che un tipo di intervento sia più indicato. 

Purtroppo sono stati presi come esempio da molte persone, che così facendo si sono trovati a seguire un modello con la data di scadenza a tempo piuttosto variabile. 

Questo è il vero grosso rischio di chi vuole risolvere un problema e non ha ben chiaro cosa fare, ha letto un procedimento che utilizzava una tecnica e adesso ha l’urgenza di fare qualcosa per mettersi nelle condizioni di stare meglio.

Ovviamente esistono le eccezioni alla regola, ci sono persone che hanno capito prima di altre che rischi stavano correndo se fossero rimaste ferme e, soprattutto, hanno cercato i giusti modelli a cui ispirarsi.

Posso citare alcune persone che ho seguito. Donne e uomini che hanno cambiato il proprio modo di intendere la cura e l'aiuto, cercando anche tecniche alternative di trattamento. Proprio nell’anno dei lockdown non solo hanno retto alla crisi, ma sono riusciti a ottenere risultati migliori dei precedenti.

“Questo è il giorno in cui ho imparato dei concetti che mi hanno portato a stare meglio. Condizione che ho sempre meglio fortificato. 

È passato solo poco più di un anno, mancano pochi giorni alla fine del mese di settembre e questo mese posso dire essere il primo dove ho lasciato alle spalle il mio problema.

Sono molto orgoglioso di ciò che sono riuscito ad ottenere. 

Grazie.”

Queste sono le parole di Roberto B. e, come vedi, il suo vero traguardo non è tanto lo stare bene, quanto il rendersi conto di quanto importante è stato il suo contributo a tal punto dal volerlo condividere con me e con tutti quanti. 

Se vuoi far parte di quella percentuale che non impiegherà molto tempo per stare meglio, prenditi un pò di tempo per riflettere su questo punto:

  • Definire il problema
  • Accordare l’obiettivo
  • Analisi e valutazione delle tentate soluzioni
  • Tecnica di intervento 
  • Soluzione
Che ne pensi? Può esserti d'aiuto per iniziare ad intervenire sul tuo problema? 

Contattami qui ====> 3517593213 

                           ====>imisir@hotmail.it 

                           ====> MioDottore..it 

Risponderò con piacere a tutte le tue domande in modo del tutto focalizzato alla tua particolare situazione.

MT

Una storia attuale

In una calda mattina d'estate, Elena si recò nello studio del dottor Rossi. Da mesi, forse anni, lottava contro ansia e stress, e immagi...