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venerdì 6 settembre 2024

La debolezza del pensare positivo






Negli ultimi anni, la cultura del "pensiero positivo" ha guadagnato una vasta popolarità, promossa da libri di auto-aiuto, corsi di crescita personale e numerosi influencer. L’idea che basti "pensare positivo" per risolvere ogni difficoltà personale e psicologica è diventata quasi una verità indiscussa in molte correnti del pensiero popolare. Tuttavia, la **Terapia dell’Accettazione e dell’Impegno (ACT)**, una delle terapie più innovative nel campo della psicologia cognitivo-comportamentale, critica in modo diretto questo approccio semplicistico. Il pensiero positivo, se preso come unica soluzione, non solo ignora la complessità delle emozioni umane, ma può anche peggiorare le sofferenze psicologiche di una persona, creando aspettative irrealistiche e innescando un ciclo di evitamento delle esperienze difficili.


Il "Pensare Positivo" e il Problema della Soppressione delle Emozioni Negative


Una delle principali critiche della **ACT** all’approccio del pensiero positivo è che spesso incoraggia le persone a sopprimere o negare le emozioni negative. La società odierna tende a dare molta enfasi all'idea di essere sempre felici, sereni e proiettati verso obiettivi positivi, ma questo messaggio può risultare controproducente.


Secondo l’ACT, tutte le emozioni, sia positive che negative, fanno parte dell’esperienza umana e hanno un ruolo importante nella nostra vita. La rabbia, la tristezza, la paura e la frustrazione non sono emozioni da eliminare o da evitare, ma segnali naturali che ci aiutano a comprendere meglio il nostro mondo interiore e a orientarci nelle nostre scelte di vita. Ignorarle o cercare di "pensare positivo" a tutti i costi può portare a una soppressione delle emozioni che, a lungo termine, amplifica il disagio. 


La ricerca in psicologia mostra chiaramente che cercare di sopprimere pensieri e sentimenti negativi tende a farli ritornare con maggiore intensità. Questo fenomeno, noto come **effetto di rimbalzo** o "ironia cognitiva", implica che più cerchiamo di non pensare a qualcosa (ad esempio, alla nostra ansia), più quel pensiero ritorna. La soppressione emotiva, quindi, può innescare un ciclo di sofferenza, poiché il tentativo di evitare l'esperienza negativa finisce per amplificare l'importanza di ciò che si sta cercando di evitare.


Accettazione delle Emozioni nel Contesto dell'ACT

In contrasto con il pensiero positivo, l'ACT si basa sul concetto di **accettazione** delle emozioni. Invece di cercare di eliminare o modificare i pensieri e le emozioni negativi, l'ACT insegna a **riconoscerli**, **accettarli** e a lasciare che esistano senza che questi governino il nostro comportamento.


Un concetto centrale dell'ACT è quello della **defusione cognitiva**, che insegna a vedere i pensieri per ciò che sono: semplici eventi mentali, e non verità assolute. Ad esempio, se una persona ha il pensiero "sono un fallito", l’ACT incoraggia a riconoscere che questo è solo un pensiero, non una realtà oggettiva. Piuttosto che cercare di sostituire quel pensiero con uno positivo ("sono una persona di successo"), si lavora per accettare che tutti, in certi momenti, possano avere pensieri negativi. La chiave è riconoscerli e non far sì che controllino le nostre azioni.


L’Illusione del Controllo Totale

Il pensiero positivo spesso si basa sull’idea che abbiamo il controllo assoluto sui nostri stati mentali. Secondo questa logica, se pensi positivamente, avrai una vita positiva. Tuttavia, la realtà psicologica è ben più complessa. Molte delle nostre emozioni, reazioni e pensieri sono automatici e non sono soggetti a un controllo diretto. L’ACT riconosce questo e sottolinea che l’accettazione della realtà, anche quella che non possiamo controllare, è fondamentale per il benessere psicologico.


Il tentativo di controllare pensieri ed emozioni attraverso il pensiero positivo può condurre a frustrazione, perché ci mette davanti all’impossibilità di eliminare completamente pensieri negativi e stress. La **frustrazione** nasce dall’aspettativa irrealistica di poter essere sempre felici o sereni, mentre l’accettazione promossa dall'ACT incoraggia a vivere pienamente, anche quando ci si confronta con emozioni difficili.


Il Fraintendimento della Sofferenza Umana

Il pensiero positivo tende a presentare la sofferenza come una sorta di errore o come qualcosa che si può correggere con un cambio di mentalità. Ma la sofferenza fa parte della condizione umana, e negare questa realtà può portare a sensi di colpa e vergogna quando, nonostante tutti gli sforzi, i pensieri negativi e la sofferenza persistono. La società moderna, con l'enfasi su prestazioni, successo e felicità costante, alimenta un mito pericoloso: quello che una vita senza difficoltà è una vita "normale" e che il disagio sia un'anomalia da correggere.


L'ACT affronta questo mito in modo diretto: invece di vedere la sofferenza come un errore da correggere, incoraggia le persone a riconoscere che la sofferenza è naturale e che l’obiettivo non è eliminarla, ma imparare a viverci accanto senza esserne dominati. Accettare la sofferenza significa riconoscere che alcune parti della vita saranno sempre difficili, ma che possiamo comunque agire in modi che riflettono i nostri valori e le nostre aspirazioni.


L'Importanza dei Valori, non del Positivismo Forzato

Invece di concentrarsi sul pensiero positivo, l'ACT pone l'accento su ciò che è davvero importante per una persona: i suoi **valori**. Spesso, nel tentativo di evitare emozioni e pensieri negativi, le persone smettono di fare cose che sono in linea con i loro valori più profondi. Ad esempio, qualcuno che ha paura di fallire potrebbe evitare di perseguire obiettivi lavorativi importanti, anche se una carriera di successo è ciò che desidera veramente. L’ACT incoraggia a riconoscere le paure, accettarle e poi comunque agire in modo coerente con i propri valori.


Il pensiero positivo, d’altra parte, può promuovere un’idea irrealistica di felicità, come se bastasse “pensare” in modo giusto per ottenere ciò che si desidera. Questa visione trascura la complessità della vita e delle scelte che affrontiamo quotidianamente. La vera crescita psicologica, secondo l'ACT, avviene quando una persona è in grado di agire in modo coerente con i propri valori, anche quando questo comporta disagi e incertezze.


La Superficialità del Pensiero Positivo

In definitiva, l’idea che basti "pensare positivo" per risolvere i problemi psicologici è non solo semplicistica, ma anche potenzialmente dannosa. Essa ignora la complessità dell’esperienza umana, che include emozioni difficili e inevitabili momenti di sofferenza. La **Terapia dell’Accettazione e dell’Impegno (ACT)** propone una visione più realistica e compassionevole della sofferenza umana, promuovendo l’accettazione di tutte le emozioni e l’impegno verso una vita guidata dai propri valori, non dalla ricerca di una felicità forzata e illusoria.

sabato 19 dicembre 2020

Io penso positivo



Oggi parliamo di una frase che trova la sua origine, fin dall'antichità e che ha avuto particolare successo negli ultimi 20 anni.

Mi riferisco alla celebre frase: "Pensa positivo!"

Si lo so ad alcuni di voi, come il sottoscritto, fa letteralmente accapponare la pelle.

Tralasciando il fatto che slogan preconfezionati e frasi motivazionali ad effetto hanno vita breve se non strutturati adeguatamente, il tuo compito ora è individuare quanti più banalità sono presenti nelle righe seguenti.

Cominciamo.

Sono triste, se mi sforzerò, con tutte le mie forze, di essere positivo, diventerò allegro dopo poco.

Ho paura del buio, ma impegnandomi a mille, diventerò coraggioso e spavaldo. 

Ho perso il lavoro, sono disperato. Mi sforzerò giorno e notte a pensare al lato positivo della questione e così facendo tornerò di buon umore.

Allora quante ne hai trovate? 

Vediamo insieme il messaggio che voglio lasciarti sperando lo conserverai con cura.

Partiamo subito dall'origine. Tutto l'universo dei motivatori "alla moda" parlano costantemente di quanto il mezzo più efficace per essere felici, sia il "pensare positivo".

Partiamo,ahimè, non così bene. Perchè? Per una ragione molto semplice. Il pensiero positivo, nella forma di "sono una persona che vale", "sono in gamba", non è assolutamente in grado di migliorare l'autostima.

Perchè ti chiederai..

Perchè, nella maggior parte dei casi, le frasi sono poco credibili.  Un'affermazione del tipo "Sono sempre e comunque una persona meravigliosa", non sarà mai di grande aiuto.

E' decisamente più efficace formare affermazioni credibili solo dopo avere identificato i tuoi punti di forza. 

Perchè vedi, il problema di fondo è proprio questo: le frasi e le affermazioni che possono aiutarti devono necessariamente essere calzate su misura rispetto esclusivamente le tue caratteristiche personali. 

E troppo spesso non è affatto così e l'unico effetto ottenuto sarà la mancanza di risultati e la conseguente delusione.

E non è nemmeno il tempo perso, quanto che sarebbe bastata una minima comunicazione chiara e comprensibile sulle tecniche giuste per affrontare i tuoi problemi, per capire la fallacia di quelle "strategie".

Ciò che più preoccupa è che tecniche di quel tipo sono all'ordine del giorno.

Per questo motivo aggiorno costantemente il blog di articoli, così da permettere a chiunque si trovi in difficoltà di rimanere aggiornato in modo chiaro sulle strategie e le tecniche efficaci per risolvere problematiche di tipo psicologico, evitando di incappare in situazioni fumose e poco credibili. 

Nel blog, settimanalmente, puoi trovare articoli che riguardano la psicologia e l'ipnosi applicate al trattamento delle problematiche psichiche.

Per approfondire, di conseguenza, ciò che leggi potrai tranquillamente contattarmi attraverso la forma che per te è più congeniale, ovvero ------> 

                                                                   mail: imisir@hotmail.it

                                                                   tel:    3478721360 

Una dimensione nascosta

  Siamo portati a credere di sapere chi siamo: pensiamo di conoscere le nostre reazioni, le nostre paure e ciò che ci motiva. Eppure, quant...