In questi ultimi giorni, anche qui in Italia, soprattutto nelle regioni settentrionali, abbiamo visto località deserte, scuole chiuse, strade poco trafficate e cittadini
disorientati e impauriti di fronte ad un nemico invisibile e
sconosciuto. Il famigerato Coronavirus.
Per far fronte ad una paura collettiva, in diverse realtà si è pensato al supporto degli psicologi, prezioso più che mai quando l'angoscia (Umberto Galimberti parla non a caso di angoscia invece che di paura - puoi vedere qui -) ha alimentato molteplici chiamate di cittadini preoccupati
e soprattutto impreparati dinnanzi ad un virus di cui, comunque, si conosce troppo
poco e intorno al quale sono state fatte parecchie congetture e diffuse
molte fake news. Cosa potremo fare se ad un certo punto fossimo investiti dalla paura e dall'ansia, ma anche dal panico, dopo aver guardato la tv o ascolatato le ultime noitizie alla radio?
Dovremo innanzitutto provare a cambiare la percezione della realtà minacciosa. Lo specialista, grazie ad un’analisi attenta, delle tentate soluzioni disfunzionali messe in atto dalla persona per affrontare a suo modo la paura, l'aiuterà a bloccarle e poi a
cambiarle rendendole funzionali e sicuramente più efficaci. Potremo far sperimentare una serie di concrete e palpabili
esperienze emozionali, adattate al allo specifico problema,
che porteranno gradatamente all’acquisizione dell’autonomia e della
capacità di gestire la realtà, in questo caso, una realtà diventata minacciosa e imprevedibile.
Ad un cambiamento della percezione segue sempre un cambiamento delle reazioni e successivamente della consapevolezza. L'intervento che possiamo pensare per questa situazione che si è venuta a creare, deve essere necessariamente rapida, orientata a trovare una soluzione delle
problematiche presentate dalle persone, in modo da dimostrare che, anche se il
problema è ancora poco conosciuto e persistente, non necessariamente si dovrà ricorrere a soluzioni lunghe, prolungate nel tempo e complicate.