Quando si comincia un percorso di terapia psicologica, uno dei primi obiettivi è iniziare a comprendersi meglio. Ma cosa significa davvero “capire cosa succede dentro di sé”? Per chi segue un approccio cognitivo-comportamentale, questo non è solo un obiettivo vago: ha una struttura precisa, un metodo che insegna a osservare ciò che accade nella propria mente e nel proprio comportamento. Questo metodo si chiama modello A–B–C, ed è uno degli strumenti più importanti per chi desidera fare un cambiamento autentico e duraturo.
Cos’è il modello A–B–C?
Il modello A–B–C è una tecnica che aiuta a scomporre ciò che viviamo, in modo da riconoscerne la struttura interna. Le tre lettere stanno per:
- A – Evento Attivante: ciò che succede fuori di noi (un litigio, una critica, un imprevisto, un messaggio non ricevuto…)
- B – Beliefs (credenze): il modo in cui interpretiamo quell’evento. Sono i pensieri, i significati, le convinzioni che si attivano dentro di noi.
- C – Conseguenze: le emozioni che proviamo, le reazioni del corpo, i comportamenti che mettiamo in atto.
Un esempio:
A: Una collega passa e non mi saluta.
B: “Ce l’ha con me, non mi sopporta. Forse ho fatto qualcosa di sbagliato.”
C: Mi sento in ansia, mi chiudo in me stesso, evito di parlarle.
Perché è così importante?
Perché ci fa capire che non è l’evento esterno a causare direttamente ciò che proviamo, ma il modo in cui lo interpretiamo.
In altre parole, tra quello che accade e come ci sentiamo ci siamo noi, con i nostri pensieri, schemi, storie passate e aspettative.
Questa consapevolezza è una svolta: ci restituisce potere.
Se a determinare come stiamo non è solo ciò che accade, ma ciò che pensiamo di ciò che accade, allora possiamo imparare a osservarci, metterci in discussione e, quando serve, cambiare.
All’inizio di un percorso: perché si parte da qui?
All’inizio di una terapia psicologica, il modello A–B–C è la mappa fondamentale.
Prima ancora di cambiare abitudini, emozioni o stati d’animo, è essenziale imparare a distinguere questi tre elementi:
- Cosa accade intorno a me (e dentro di me)?
- Cosa mi racconto, cosa penso?
- Come mi sento e come reagisco?
Molte persone arrivano in terapia psicologica con la sensazione che “le cose accadano e basta”, o che “le emozioni siano troppo forti per essere gestite”. Il modello A–B–C non banalizza questa esperienza, ma la traduce in un linguaggio più chiaro, analizzabile e gestibile.
Una tecnica per conoscersi, non per giudicarsi
Il modello A–B–C non serve a dire “hai sbagliato a pensare così”. Al contrario, serve a guardare i propri pensieri come ipotesi, come prodotti della propria storia personale, delle esperienze vissute, delle paure e dei bisogni.
Spesso si scopre che alcune reazioni emotive hanno radici in pensieri automatici ripetitivi, che si attivano quasi senza accorgersene. Prendere confidenza con questi meccanismi significa vederli, nominarli e imparare a non farsene travolgere.
Un passo alla volta, dentro di sé
Imparare a usare l’A–B–C è come imparare a leggere dentro di sé in modo nuovo. Non è una tecnica da applicare una volta sola, ma uno strumento da allenare nel tempo, in vari momenti della propria giornata.
Con il tempo, molte persone iniziano a riconoscere le proprie credenze più profonde, spesso automatiche e inconsapevoli. Ed è lì che il lavoro si fa davvero trasformativo: quando si riesce a vedere che non si è sbagliati, ma si è stati per molto tempo prigionieri di pensieri rigidi o distorti.
In conclusione
La terapia psicologica basata sul modello cognitivo-comportamentale non inizia con consigli o soluzioni pronte. Inizia con una lente di osservazione. Il modello A–B–C è quella lente: semplice da comprendere, ma capace di aprire mondi interiori complessi.
Comprendere come funziona la relazione tra eventi, pensieri ed emozioni è il primo vero passo per poter scegliere, trasformare e vivere con maggiore consapevolezza.
E per molti, è anche il primo passo per sentirsi davvero liberi, dentro.
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