Sara è una ragazza di 22 anni, con un destino che
sembra già scritto nelle stelle, o meglio, nelle equazioni e teoremi che ha
imparato ad amare. Originaria di Genova, si è trasferita a Torino due anni fa,
attratta non solo dalla facoltà di matematica che frequenta, ma anche dalla
vita culturale vibrante e dall'architettura storica che la città offre.
Abita in un piccolo appartamento situato nella zona di
via Valsalice, una zona che coniuga la tranquillità residenziale con la
vicinanza al cuore pulsante di Torino. Il suo appartamento, sebbene modesto
nelle dimensioni, è arredato con uno stile che riflette la sua personalità:
elegante ma funzionale, ogni oggetto ha il suo posto e ogni angolo racconta una
storia, dagli scaffali pieni di libri di matematica ad artefatti raccolti nei
mercatini locali, testimoni silenziosi del suo spirito avventuroso.
Per mantenersi gli studi, Sara lavora in una libreria
di libri antichi in Piazza Vittorio, un luogo che sembra uscito da un romanzo
di altri tempi dove ogni libro custodisce segreti del passato. L'ambiente
antico e polveroso è il suo regno, dove si muove tra le pagine ingiallite con
una naturalezza e una familiarità che sorprendono i collezionisti più esigenti.
La sua passione per la matematica si intreccia con l'amore per il mistero e la
storia, facendo di lei un'impiegata preziosa, capace di scovare rarità nascoste
tra gli scaffali.
Il suo grande sogno, tuttavia, va oltre i confini
della città e si proietta verso orizzonti scientifici di rilievo
internazionale: Sara aspira a lavorare al Cern di Ginevra. La sua fascinazione
per le particelle subatomiche e le forze fondamentali dell'universo è pari solo
alla sua bravura in matematica. Considerata da molti professori del liceo,
nonché dagli attuali docenti un genio nel suo campo, Sara ha una mente
analitica eccezionale, capace di decifrare i problemi più complessi con
un'intuizione e una creatività che lasciano i suoi professori ammirati e a
volte persino sbalorditi.
Questo mix di talento innato, passione incrollabile
per la matematica e determinazione nel perseguire i suoi obiettivi fa di Sara
una forza della natura. Nel suo piccolo appartamento, tra i libri di algebra e
gli appunti sparsi, si disegna il futuro di una mente brillante, pronta a
decifrare non solo i misteri nascosti nei testi antichi ma anche quelli
dell'universo stesso.
Era un caldo pomeriggio di agosto, uno di quelli in
cui l'aria sembra tremolare sotto il peso del sole. Sara, approfittando di una
pausa dal lavoro, aveva deciso di fare una passeggiata. La città, in quel
periodo dell’anno, le sembrava incredibilmente silenziosa, come se tutti i suoi
abitanti avessero deciso di rifugiarsi lontano dal calore opprimente.
Passando in Via Crimea, i suoi occhi vennero catturati
da una villa in stile liberty che le tolse il fiato.
L'edificio, con le sue linee eleganti e il giardino
rigoglioso ma trascurato, emanava un fascino misterioso. Fu in quel preciso
momento che Sara si ricordò di un ritaglio di articolo di giornale che aveva
trovato giorni prima, nascosto tra le pagine di un vecchio tomo durante il
lavoro. L'articolo parlava di un mistero legato proprio a quella villa,
menzionando storie di segreti nascosti tra le sue mura che nessuno era mai
riuscito a svelare.
Mentre osservava la struttura, avvolta in un'atmosfera
di solitudine, un tram vuoto passò lentamente lungo la via, il suo rumore era un
flebile sottofondo che sembrava l'unico segno di vita in tutto il quartiere.
L'assenza di persone intorno, unita al silenzio quasi surreale, contribuiva a
rendere l'atmosfera ancora più carica di fascino e curiosità.
Sara sentì crescere dentro di sé un'irresistibile
attrazione verso il mistero della villa.
La sua mente analitica, abituata a trovare soluzioni
ai problemi più complessi, ora si trovava di fronte ad una storia che la stimolava
a un livello completamente diverso.
Nonostante il caldo soffocante, decise di avvicinarsi
al cancello per osservare meglio l'edificio e il suo giardino abbandonato, dove
le erbacce lottavano per spazio tra le crepe del vialetto e le rose selvatiche
si arrampicavano indisturbate sui muri esterni.
Il giardino era comunque di una malinconica bellezza,
testimone silente di un passato in cui esuberanza e cura ne avevano delineato
ogni angolo. Un tempo, i suoi sentieri erano bordati da eleganti aiuole di rose
inglesi, il cui profumo dolce e penetrante si mescolava armoniosamente
all'aroma pungente dei gelsomini rampicanti, importati con cura da terre
lontane. Magnolie dalle maestose fioriture bianche e rosa si elevavano superbe,
creando un tetto naturale che nelle giornate di sole filtrava la luce in un
gioco di ombre e luci danzanti. Palme esotiche e felci di dimensioni colossali,
magari raccolte da esploratori di terre lontane, aggiungevano un tocco di
mistero e avventura, evocando immagini di giungle inesplorate e terre selvagge.
Nel cuore del giardino, un piccolo laghetto
artificiale, un tempo dimora di ninfee dai colori vivaci e pesci koi, giaceva
ora trascurato, le sue acque diventate torbide, coperte da un tappeto di alghe.
Le statue di marmo, che un tempo adornavano il
giardino raccontando storie mitologiche tra le loro forme eterne, erano ormai
erose dagli elementi, coperte di muschio e licheni, come se la natura stessa
avesse deciso di reclamare ciò che l'uomo le aveva tolto.
Malgrado il suo stato di abbandono, il giardino
conservava ancora tracce della sua antica magnificenza. I colori sfumati dei
petali, il verde intenso delle foglie che ancora resistevano al tempo, e il
canto sommesso degli uccelli che avevano fatto di quel luogo la loro dimora,
parlavano di una bellezza che, seppur offuscata dal tempo, non aveva perso il
suo potere di incantare.
Era come se, in mezzo al disordine e al declino, il
giardino sussurrasse ancora storie di giorni lontani, quando era stato un
piccolo eden sulla terra, un luogo di incontro tra l'uomo e la natura in una
danza di creatività e bellezza senza tempo.
Con il cuore che batteva forte, Sara guardò attraverso
le sbarre del cancello, cercando di cogliere qualsiasi dettaglio che potesse
dare indizi sulle storie nascoste dietro quelle mura. L'articolo non entrava
nei dettagli, ma suggeriva che la villa fosse stata teatro di eventi
inspiegabili, forse legati alla sua costruzione o ai suoi precedenti proprietari.
In quel momento di riflessione, Sara si rese conto
che, se voleva scoprire qualcosa di più, avrebbe dovuto iniziare delle
archeologiche indagini, che l’avrebbero condotta nella storia della villa a cercare
vecchi archivi, parlare con gli abitanti del quartiere, forse addirittura
trovare un modo per entrare.
Mentre si allontanava, il sole cominciava a calare,
tingendo il cielo di arancio e rosa. Sara sapeva che quello era solo l'inizio
di una ricerca che avrebbe potuto svelare molto più di quanto potesse
immaginare. Il mistero della villa in stile liberty di Via Crimea aveva appena
iniziato a rivelarsi, e lei era determinata a seguirne ogni traccia, ovunque la
conducesse.
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