venerdì 10 maggio 2024

La villa in collina

 








Sara è una ragazza di 22 anni, con un destino che sembra già scritto nelle stelle, o meglio, nelle equazioni e teoremi che ha imparato ad amare. Originaria di Genova, si è trasferita a Torino due anni fa, attratta non solo dalla facoltà di matematica che frequenta, ma anche dalla vita culturale vibrante e dall'architettura storica che la città offre.

Abita in un piccolo appartamento situato nella zona di via Valsalice, una zona che coniuga la tranquillità residenziale con la vicinanza al cuore pulsante di Torino. Il suo appartamento, sebbene modesto nelle dimensioni, è arredato con uno stile che riflette la sua personalità: elegante ma funzionale, ogni oggetto ha il suo posto e ogni angolo racconta una storia, dagli scaffali pieni di libri di matematica ad artefatti raccolti nei mercatini locali, testimoni silenziosi del suo spirito avventuroso.

 

Per mantenersi gli studi, Sara lavora in una libreria di libri antichi in Piazza Vittorio, un luogo che sembra uscito da un romanzo di altri tempi dove ogni libro custodisce segreti del passato. L'ambiente antico e polveroso è il suo regno, dove si muove tra le pagine ingiallite con una naturalezza e una familiarità che sorprendono i collezionisti più esigenti. La sua passione per la matematica si intreccia con l'amore per il mistero e la storia, facendo di lei un'impiegata preziosa, capace di scovare rarità nascoste tra gli scaffali.

 

Il suo grande sogno, tuttavia, va oltre i confini della città e si proietta verso orizzonti scientifici di rilievo internazionale: Sara aspira a lavorare al Cern di Ginevra. La sua fascinazione per le particelle subatomiche e le forze fondamentali dell'universo è pari solo alla sua bravura in matematica. Considerata da molti professori del liceo, nonché dagli attuali docenti un genio nel suo campo, Sara ha una mente analitica eccezionale, capace di decifrare i problemi più complessi con un'intuizione e una creatività che lasciano i suoi professori ammirati e a volte persino sbalorditi.

 

Questo mix di talento innato, passione incrollabile per la matematica e determinazione nel perseguire i suoi obiettivi fa di Sara una forza della natura. Nel suo piccolo appartamento, tra i libri di algebra e gli appunti sparsi, si disegna il futuro di una mente brillante, pronta a decifrare non solo i misteri nascosti nei testi antichi ma anche quelli dell'universo stesso.

Era un caldo pomeriggio di agosto, uno di quelli in cui l'aria sembra tremolare sotto il peso del sole. Sara, approfittando di una pausa dal lavoro, aveva deciso di fare una passeggiata. La città, in quel periodo dell’anno, le sembrava incredibilmente silenziosa, come se tutti i suoi abitanti avessero deciso di rifugiarsi lontano dal calore opprimente.

Passando in Via Crimea, i suoi occhi vennero catturati da una villa in stile liberty che le tolse il fiato.

L'edificio, con le sue linee eleganti e il giardino rigoglioso ma trascurato, emanava un fascino misterioso. Fu in quel preciso momento che Sara si ricordò di un ritaglio di articolo di giornale che aveva trovato giorni prima, nascosto tra le pagine di un vecchio tomo durante il lavoro. L'articolo parlava di un mistero legato proprio a quella villa, menzionando storie di segreti nascosti tra le sue mura che nessuno era mai riuscito a svelare.

Mentre osservava la struttura, avvolta in un'atmosfera di solitudine, un tram vuoto passò lentamente lungo la via, il suo rumore era un flebile sottofondo che sembrava l'unico segno di vita in tutto il quartiere. L'assenza di persone intorno, unita al silenzio quasi surreale, contribuiva a rendere l'atmosfera ancora più carica di fascino e curiosità.

Sara sentì crescere dentro di sé un'irresistibile attrazione verso il mistero della villa.

La sua mente analitica, abituata a trovare soluzioni ai problemi più complessi, ora si trovava di fronte ad una storia che la stimolava a un livello completamente diverso.

Nonostante il caldo soffocante, decise di avvicinarsi al cancello per osservare meglio l'edificio e il suo giardino abbandonato, dove le erbacce lottavano per spazio tra le crepe del vialetto e le rose selvatiche si arrampicavano indisturbate sui muri esterni.

Il giardino era comunque di una malinconica bellezza, testimone silente di un passato in cui esuberanza e cura ne avevano delineato ogni angolo. Un tempo, i suoi sentieri erano bordati da eleganti aiuole di rose inglesi, il cui profumo dolce e penetrante si mescolava armoniosamente all'aroma pungente dei gelsomini rampicanti, importati con cura da terre lontane. Magnolie dalle maestose fioriture bianche e rosa si elevavano superbe, creando un tetto naturale che nelle giornate di sole filtrava la luce in un gioco di ombre e luci danzanti. Palme esotiche e felci di dimensioni colossali, magari raccolte da esploratori di terre lontane, aggiungevano un tocco di mistero e avventura, evocando immagini di giungle inesplorate e terre selvagge.

 

Nel cuore del giardino, un piccolo laghetto artificiale, un tempo dimora di ninfee dai colori vivaci e pesci koi, giaceva ora trascurato, le sue acque diventate torbide, coperte da un tappeto di alghe.

Le statue di marmo, che un tempo adornavano il giardino raccontando storie mitologiche tra le loro forme eterne, erano ormai erose dagli elementi, coperte di muschio e licheni, come se la natura stessa avesse deciso di reclamare ciò che l'uomo le aveva tolto.

Malgrado il suo stato di abbandono, il giardino conservava ancora tracce della sua antica magnificenza. I colori sfumati dei petali, il verde intenso delle foglie che ancora resistevano al tempo, e il canto sommesso degli uccelli che avevano fatto di quel luogo la loro dimora, parlavano di una bellezza che, seppur offuscata dal tempo, non aveva perso il suo potere di incantare.

Era come se, in mezzo al disordine e al declino, il giardino sussurrasse ancora storie di giorni lontani, quando era stato un piccolo eden sulla terra, un luogo di incontro tra l'uomo e la natura in una danza di creatività e bellezza senza tempo.

Con il cuore che batteva forte, Sara guardò attraverso le sbarre del cancello, cercando di cogliere qualsiasi dettaglio che potesse dare indizi sulle storie nascoste dietro quelle mura. L'articolo non entrava nei dettagli, ma suggeriva che la villa fosse stata teatro di eventi inspiegabili, forse legati alla sua costruzione o ai suoi precedenti proprietari.

In quel momento di riflessione, Sara si rese conto che, se voleva scoprire qualcosa di più, avrebbe dovuto iniziare delle archeologiche indagini, che l’avrebbero condotta nella storia della villa a cercare vecchi archivi, parlare con gli abitanti del quartiere, forse addirittura trovare un modo per entrare.

Mentre si allontanava, il sole cominciava a calare, tingendo il cielo di arancio e rosa. Sara sapeva che quello era solo l'inizio di una ricerca che avrebbe potuto svelare molto più di quanto potesse immaginare. Il mistero della villa in stile liberty di Via Crimea aveva appena iniziato a rivelarsi, e lei era determinata a seguirne ogni traccia, ovunque la conducesse.

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