domenica 28 maggio 2023

Due persone nella stanza




C'è una stanza. 

Due persone si trovano all'interno. 

Non si conoscono, non sanno i loro nomi, la stanza, uno dei due forse l’ha già vista prima. 

Sono confusi, spaventati, e non sanno come sono arrivati lì. 

La stanza è accogliente, piena di quadri, piante verdi e libri.

C'è una seggiola accanto alla finestra, una scrivania con carta e penna, e un divano morbido accanto alla libreria.

Le due persone hanno entrambe un'aria trattenuta ma non impaurita, ma una di loro, una giovane donna con i capelli scuri e un vestito blu, sembra più determinata dell'altra. 

Si avvicina alla finestra, la apre e cerca di guardare fuori, ma è troppo alta per vederne la fine. Si gira verso l'altra persona, un uomo di mezza età con i capelli grigi e la barba folta, chiedendogli: "Hai idea di dove siamo e come siamo finiti qui?".

L'uomo alza le spalle, rispondendo: "Non ho idea. Non ricordo nulla. L'ultima cosa che ricordo è di essere andato a letto ieri sera nella mia camera d'albergo. E tu?".

La donna scuote la testa, "Anche io. Era una serata tranquilla e poi...niente. Mi sono svegliata qui, nella stanza".

I due cercano di aprire la porta ma è bloccata. 

La finestra è troppo alta e non vi è modo di usufruire di un telefono, poiché questi non funzionano. 

Si guardano l'un l'altro cercando una soluzione, un'idea, ma non ne trovano. Alla fine, si siedono sulla moquette e iniziano a esaminare la stanza, osservando ogni dettaglio.

La giovane donna, guardando i numerosi libri sulla libreria, prende uno di essi e comincia a sfogliarlo. 

Ma improvvisamente, scopre che la copertina si apre come una porta nascosta, rivelando un ripostiglio segreto con un sacco di strumenti. 

Presi dallo stupore faticano a comprendere la situazione. 

All'improvviso, un messaggio appare su uno dei quadri appesi alla parete. La donna nota un pulsante sul retro del quadro e lo preme. 

Una parte della stanza si illumina, rivelando una porta segreta nascosta dietro una libreria. I due restano sconcertati, ma sono anche curiosi di scoprire cosa si trova dietro la porta.

Così decidono di aprirla e subito percepiscono un odore sgradevole, quindi illuminano le stanze con delle torce trovate tra gli strumenti nella stanza segreta. 

La stanza nasconde un grande laboratorio scientifico, dove sembrano essere stati effettuati degli esperimenti.

Esplorando lo spazio, trovano documenti, libri e strani appunti, pare di colloqui.

Al momento non ne comprendono il funzionamento. 

Non ci sono indizi su un probabile rapimento né sulla loro eventuale liberazione, ma la presenza di questi strumenti clinici fa pensare che qualcosa di strano stia accadendo.

Ad un certo punto, la porta si apre di nuovo. 

Appare una figura alta e magra, con un camice bianco e un volto coperto da una maschera. 

Non riescono a vederne il volto, ma si rendono conto che l'uomo indossa una divisa da scienziato. 

L'uomo sembra scoraggiato dal fatto che la coppia abbia trovato il laboratorio, ma allo stesso tempo, sembra intrattenere un certo interesse nei loro confronti.

"Lasciatemi spiegare." dice l'uomo. 

"Sono un ricercatore e ho bisogno di individui per i miei esperimenti. Questo è il mio laboratorio segreto, e voi siete stati scelti come soggetti di prova".

La coppia è scioccata, ma l'uomo non lascia loro altra scelta che collaborare. Si rendono conto che l'unico modo per uscire dalla stanza è quello di aiutare questo scienziato a completare i suoi esperimenti.

Gli esperimenti, tuttavia, stanno diventando sempre più pericolosi e la coppia inizia a temere per la propria vita. 

Ma non c'è modo di uscire dalla stanza senza trovare una soluzione per gli esperimenti.

Alla fine, i due riescono a trovare una soluzione per gli esperimenti, dimostrando la loro intelligenza e abilità. 

L'uomo, sorpreso dalla loro abilità, nel fare paralleli fra pensieri automatici d emozioni finalmente decide di rivelare la loro posizione e permettere loro di andarsene.

La coppia esce dalla stanza, un po’ scossa,  ma anche grata di essere stata in grado di lavorare insieme per risolvere il mistero della stanza. 

Sanno che questo evento li avrebbe cambiati per sempre, ma sperano che possano usare ciò che hanno imparato per affrontare il mistero della loro vita futura.

Insieme?…

sabato 27 maggio 2023

Il villaggio


Il Regno di Jayco Ayula  era noto per le sue meraviglie. 

C'era un villaggio in particolare, chiamato Orica, dove vivevano molte persone che non erano in grado di gestire i loro problemi relazionali e sentimentali.

Per loro c'era Yates, la celebre maestra che aveva sviluppato un metodo di cura molto particolare. 

Era specializzata nell'ascoltare le persone e nel costruire una relazione di fiducia tra lei e il a persona che chiedeva il suo aiuto.

Vittoria era una giovane donna che viveva nel villaggio Orica. 

Aveva perso i suoi genitori quando era ancora molto giovane. 

Questo evento aveva lasciato un segno profondo nella sua vita, portandola a soffrire di un malessere diffuso e continuo.

Nel Regno questo male veniva chiamato l’ombra difficile.

Tuttavia, non aveva mai avuto il coraggio di parlarne con nessuno, fino a quando sua nonna le parlò di Yates.

Vittoria inizialmente era molto scettica su questo tipo di matodo, ma decise di dare una possibilità a Yates. 

Appena entrata nel suo studio, notò che la stanza era molto accogliente. 

La luce delle candele creava un'atmosfera di calma e serenità.

Yates le chiese semplicemente di sedersi e di parlare di sé. 

Inizialmente, Vittoria fu molto timida e nervosa. 

Ma Yates  non la giudicava, non la interrompeva e le dava il tempo di parlare.

Dopo un po', Vittoria si sentì a proprio agio con Yates. 

Era come se la maestra di cura fosse una vecchia amica con cui non si vedeva da tempo.

Non era facile parlare dei suoi problemi, ma grazie alla fiducia che stava costruendo con Yates, iniziava a sentirsi sempre più a suo agio.

Con il passare degli incontri, Vittoria capì che era iniziato un percorso importante, che la stava aiutando a superare i suoi timori e a diventare più fiduciosa in sé stessa. 

Era come se Yates sapesse cosa dire in ogni momento. 

Anche se non diceva molto, ogni volta che apriva bocca, i suoi interventi erano perfetti alle orecchie di Vittoria. 

Aveva una grande intelligenza emotiva . Vittoria sapeva che Yates aveva capito cosa stavano dicendo i suoi occhi, il suo corpo, le sue parole, le sue emozioni. 

Si sentiva compresa, vista e riconosciuta. 

Era come se Yates avesse la capacità di entrare nella sua mente e di aiutarla a razionalizzare i suoi pensieri più profondi.

A volte, aveva paura di aprirsi troppo, ma Yates le faceva sentire che non era sola. Che c'era qualcuno che la ascoltava e che era lì per aiutarla a superare i suoi problemi.

Vittoria sapeva che Yates era una maestra straordinaria, una persona che aveva la capacità di creare un ambiente accogliente e sicuro, che avrebbe permesso a ogni persona di sentirsi a proprio agio. 

Aveva finalmente capito l'importanza della relazione con una persona significativa, della fiducia, della comprensione e della vicinanza emotiva tra persona che cerca aiuto e persona che sa come farlo.

Grazie a questo percorso, Vittoria aveva liberato la sua anima dai demoni interni, aveva imparato ad amare se stessa e ad affrontare la vita con maggiore consapevolezza e resilienza. 

Era grata a Yates per averle insegnato la magia della relazione che aiuta, e sapeva che avrebbe sempre una persona speciale a cui rivolgersi nei momenti di difficoltà.

sabato 13 maggio 2023

Il tempo presente



Era l'estate del 1985 e Bianca si apprestava a intraprendere un viaggio avventuroso per l'Europa, lasciando la sua cittá natale, Torino, alle spalle. Da molto tempo, era stata attraversata da un certo smarrimento, una sorta di inquietudine e aveva deciso di partire per allontanarsi dai suoi pensieri e dalle sue preoccupazioni. 

Un viaggio era soluzione ideale.

Un viaggio che sarebbe diventato per lei una vera e propria esperienza di crescita personale.

Scelse Parigi come prima tappa del suo tour.

Giunta nella capitale francese, Bianca si imbatté in un uomo singolare che si presentò come un pittore del 800 che viveva fuori dalla sua epoca. 

I suoi dipinti sembravano delle istantanee della realtà piene di colori. Non aveva mai visto quadri così armoniosi.

Per realizzare queste opere, l’uomo le parlò dell'importanza di rimanere nel momento presente e di come, la lettura di un vecchio libro che aveva trovato nel solaio della sua vecchia casa vicino la Senna, potesse aiutare a coltivare questa capacità. 

Bianca, incuriosita, decise di leggere alcune pagine di quel misterioso testo. 

Quella stessa sera, Bianca si trovò seduta in un piccolo, ma  grazioso albergo cittadino, con gli occhi chiusi e la mente concentrata sul respiro, proprio come veniva descritto nel volume. 

Le righe, una dopo l’altra le chiedevano di concentrarsi sul qui e ora, di lasciare andare i pensieri sul passato e sul futuro, di concentrarsi su quello che stava vivendo in quel momento preciso. 

Proprio quel momento lì, ne un’attimo prima ne uno dopo.

Sulle immagini, sui profumi, sui suoni. 

Bianca sentì il suo mondo rallentare, le preoccupazioni pian piano sempre più piccole, finché non rimase nulla, solo l'esperienza pura e semplice di essere lì, seduta su un divano  con le foglie degli alberi che vedeva fuori dalla finestra, che frusciavano al vento.

L’esperienza fu breve, ma per Bianca aveva significato molto.

Aveva compreso l'importanza di rimanere nel momento presente, di non farsi più di tanto distrarre dalle preoccupazioni del passato e sul futuro. 

Il libro regalato dall’uomo, l’avrebbe aiutata ad allenare questa capacità, a concentrarsi sui suoi sensi e sul suo respiro, vivendo ogni momento della sua vita con piena consapevolezza e pienezza. 

Il viaggio di Bianca continuò attraverso l’Olanda e il Belgio, ma la sua mente era cambiata. Aveva imparato a cogliere ogni istante con attenzione, a godere del paesaggio che si srotolava fuori dal finestrino del treno, a gustare i sapori della cucina locale, a respirare a pieni polmoni l'aria di un nuovo posto.

Tornata a Torino, Bianca si appuntò una citazione di Jonh Lennon sul suo quaderno di appunti: "Alcuni sono disposti a qualsiasi cosa, meno che a vivere qui e ora". 

La citazione faceva eco alla lettura delle pagine che aveva fatto durante il suo viaggio e avrebbe continuato a ricordarle quanto fosse importante rimanere nel momento presente.

E così, Bianca imparò che la vita è fatta di attimi, di esperienze che vanno vissute intensamente. 

Dallo scalare una montagna al prendere un caffè in un bar. 

Imparò l'importanza di concentrarsi sul qui ed ora e di essere pienamente consapevole di ciò che si sta vivendo in ogni momento, perché solo così si può gustare al meglio ogni singola esperienza della vita.

venerdì 5 maggio 2023

Giulia e i suoi pensieri




Questa è la storia di Giulia, una ragazza, che, dopo essere caduta da un albero, sul quale si era arrampicata per raccogliere delle ciliegie, aveva iniziato a notare che i suoi pensieri erano pieni di errori! 

Per esempio era convinta che tutti la giudicassero costantemente un incapace, o una poco di buono e che non fosse all'altezza delle aspettative degli altri quando era con gli amici. 

Questo pensiero ”pieno di errori” come diceva lei la faceva sentire sempre ansiosa e inadeguata.

Un giorno, Giulia, si imbatté in un mago che le offrì una pozione magica che, secondo lui, avrebbe risolto tutti i suoi problemi. 

Giulia accettò e bevve la pozione!

Ma invece di risolvere i suoi problemi, la pozione la catapultò in un mondo fantastico e strano. Molto strano.

In questo mondo, tutto ciò che Giulia pensava diventava realtà. 

Se pensava di essere giudicata, vedeva persone che la fissavano e la giudicavano. 

Se pensava di non essere all'altezza, vedeva ostacoli insormontabili davanti a sé.

Se pensava di essere brutta vedeva enormi specchi deformanti spuntare dal terreno davanti a se.

Giulia capì che la pozione magica non aveva risolto i suoi problemi, ma li aveva solo amplificati. Iniziò quindi a cercare un modo per uscire da quel mondo pazzesco e tornare alla realtà.

Dopo molte avventure e sfide, Giulia incontrò un saggio che le spiegò come funzionavano questi “errori” e come poteva riconoscerli e superarli nella realtà. 

“L’immagine che vedi distorta nello specchio è dovuta semplicemente alle dimensioni dello specchio”.

“Gli ostacoli sono tanti ma tu sai come saltare”

“Non ci avevi mai pensato?”  le domandò il saggio.

Giulia imparò così a identificare i suoi pensieri un po’ storti e a sostituirli con pensieri più realistici e utili.

Finalmente, Giulia riuscì a uscire da quel mondo pieno di stranezze e tornare alla realtà.

Grazie alla sua avventura fantastica, aveva imparato a riconoscere e superare i pensieri “pieni di errori” e a vivere una vita più felice e soddisfacente.

 

Teresa

L’ansia spesso ci appare come un ostacolo insormontabile, un segnale che qualcosa di terribile sta per accadere.  Ci immobilizza, ci fa per...