domenica 30 luglio 2023

Non andare dallo psicologo



 AVVERTENZA! 


Il racconto che stai per leggere è frutto della fantasia dell'autore, e non rappresenta né riflette alcuna situazione o evento reali.

Oggi voglio parlare di un argomento che spesso divide le opinioni: la terapia psicologica. 

Molti di voi si saranno chiesti se sia una buona idea mettersi sul divano di uno psicologo.

Oggi vi darò cinque buoni motivi per non farlo.

(Prendetelo con una buona dose di sarcasmo, perché come sempre, l'ironia è la nostra arma migliore.)

1. "Chi ha bisogno di ascolto e supporto emotivo?"

Sicuramente tu, che stai affrontando la vita senza problemi, non hai bisogno di nessuno che ti ascolti, capisca e ti sostenga, vero? Non importa se hai una montagna di ansie o problemi relazionali, la soluzione è semplice: ignorarli! Solo uno psicologo potrebbe avere l'arroganza di credere di poterti aiutare.

Solo una persona incredibilmente piena di se potrebbe pensare di poterti aiutare con i tuoi problemi. 

Chi ha bisogno di uno psicologo quando puoi semplicemente ignorare tutte quelle emozioni complicate? 

Dopotutto, affrontare i propri pensieri e sentimenti è così sopravvalutato. 

Meglio tenerli tutti ben nascosti.

Sono sicuro essere molto più divertente e gratificante parlare con le pareti vuote del tuo appartamento. 

Le pareti non ti giudicheranno mai o ti offriranno un punto di vista diverso.

2. "Tutti gli psicologi sono dei ciarlatani"

La professione dello psicologo è solo un modo per ingannare le persone, vero? 

Loro si inventano problemi nella tua mente e poi, magicamente, ti convincono che solo acquistando una sessione di terapia potrai risolverli. 

Sono solo degli illusionisti! 

Non credere a tutto quello che dicono e soprattutto, non fidarti di coloro che hanno studiato per anni e hanno una laurea in psicologia!

Chi ha bisogno di fidarsi di coloro che hanno dedicato anni alla formazione e alla laurea ? 

È ovvio che l'esperienza di vita e qualche video di motivazione su YouTube siano più che sufficienti per risolvere tutti i problemi.

Perché affidarsi a professionisti con conoscenze approfondite e competenze specifiche quando puoi ascoltare un autoproclamato "guru" autodidatta su Internet? 

Non importa se questo "guru" ha ottenuto la sua "laurea" dalla scuola di "YouTube University", perché ovviamente, tutto ciò che si trova online è assolutamente affidabile e scientificamente provato.

3. "Non voglio scoprire la verità su me stesso"

Chi vuole davvero conoscere se stesso? 

La terapia potrebbe svelare lati di te che preferiresti non conoscere. 

È molto meglio rimanere nella confortevole zona della non conoscenza.

Ricordati che l'ignoranza è felicità!

4. "La soluzione è nell'alcool o nel cibo"

Hai presente quei momenti in cui ti senti giù di corda e hai bisogno di un po' di sollievo? 

Ecco, invece di parlare con uno psicologo, prendi un bicchiere di vino o mangia una scatola intera di cioccolatini. 

Sono mezzi molto più efficaci per affrontare i problemi.

5. "Gli psicologi sono solo per i deboli"

Solo chi è fragile e non ha abbastanza forza mentale si rivolge a uno psicologo. 

Sei una persona forte e indomabile, vero? 

Mostra al mondo che puoi farcela da solo e che non hai bisogno di aiuto. 

Ricorda, il mondo è un'arena e se non sei abbastanza forte per sopravvivere, meriti di perdere! 

Conclusione. 

É importante sottolineare che il racconto è stato presentato in modo volutamente ironico e non rappresenta minimamente la realtà. 

La terapia psicologica è un campo serio e prezioso, in cui gli psicologi professionisti svolgono un ruolo fondamentale nel fornire supporto e aiuto alle persone che ne hanno bisogno.

L'ironia utilizzata nel racconto è stata intenzionale per creare un effetto comico e provocatorio, ma non intende minimizzare o sminuire l'importanza della terapia psicologica. 

La decisione di ricorrere a uno psicologo è un passo coraggioso verso il benessere mentale e può portare a cambiamenti significativi nella vita di una persona.

Quindi, se stai affrontando difficoltà emotive o problemi relazionali, ti incoraggio vivamente a considerare la possibilità di consultare un professionista. 

La terapia può offrire un ambiente sicuro in cui esplorare i propri pensieri e sentimenti, e può essere un prezioso strumento per la crescita personale e il benessere psicologico.


sabato 29 luglio 2023

Andy Warhol



Andy Warhol é stato una delle persone più creative e interessanti che abbiano mai vissuto.


Essere "creativo" significa avere la capacità di pensare e fare cose nuove e originali. È come avere un'immaginazione speciale che ti permette di inventare e creare cose uniche.

Andy nacque il 6 agosto 1928 a Pittsburgh, negli Stati Uniti. Fin da piccolo, era affascinato dai colori e dall'arte. Amava anche i fumetti, i film e la musica popolare. 

Tutto ciò che era vivace e popolare era fonte di ispirazione per lui.

Warhol è diventato famoso per il suo stile unico chiamato "pop art".

La pop art è uno stile di arte molto colorato e divertente che prende ispirazione dalla vita quotidiana. 

Immagina di andare in un supermercato e vedere una montagna di scatole di zucchero colorate con etichette vivaci. Ora immagina che qualcuno prenda quelle scatole e le metta su un grande quadro, come un puzzle. 

Quel quadro fatto di scatole colorate sarebbe un esempio di pop art!

Gli artisti pop art come Andy Warhol, di cui ti ho appena parlato, prendono oggetti di tutti i giorni, come lattine di zuppa, bottiglie di cola o foto di celebrità, e li trasformano in opere d'arte molto speciali. 

Spesso usano colori brillanti e immagini ripetute per rendere le loro opere molto vivaci e divertenti da guardare.

Forse hai sentito parlare di una delle sue opere più famose: la lattina di zuppa. 

Sì, proprio una lattina che puoi trovare al supermercato! 

Andy ha preso questa immagine comune e l'ha trasformata in una vera e propria opera d'arte. 

Ha riprodotto la lattina molte volte, creando diverse versioni con colori e sfumature diverse.

Un'altra cosa che Warhol ha fatto è stata la creazione di ritratti di celebrità. 

Ha dipinto volti famosi come Marilyn Monroe, Elvis Presley e molti altri. 
Ma non li ha dipinti come immagini realistiche, li ha resi colorati e un po' strani. 

Voleva mostrarci che anche le celebrità sono persone come noi, con le loro imperfezioni e i loro sentimenti.

Ha anche sperimentato altre forme d'arte come la fotografia e il cinema. 

Ha girato molti film che erano diversi da quelli che vediamo abitualmente. A volte era solo una lunga inquadratura di qualcosa o qualcuno. Era un modo per farci riflettere sulle cose semplici della vita che spesso trascuriamo.

Andy Warhol era un artista molto originale. 

Ha dato vita a un movimento artistico che ha influenzato molti altri artisti. La sua arte ci ha mostrato che anche le cose comuni e quotidiane possono essere belle e interessanti se le guardiamo da una prospettiva diversa.

Immagina di guardare una mela. 

Di solito, per noi, una mela è solo una semplice frutta che mangiamo. 

Ma se ci fermiamo un attimo e guardiamo più da vicino, possiamo notare che la mela ha una forma rotonda e liscia, un colore brillante e un profumo fresco. 

Osservando meglio, possiamo vedere anche i piccoli puntini sul suo guscio.

Quello che intendo dire è che anche le cose comuni e quotidiane, come una mela, possono essere belle e interessanti se le guardiamo da una prospettiva diversa. 

Possiamo scoprire che ci sono dei dettagli speciali o delle caratteristiche che non avevamo mai notato prima.

La stessa cosa vale per le persone o le cose che ci circondano nella vita di tutti i giorni. 

Se siamo aperti a guardarle con occhi nuovi, possiamo scoprire bellezza e interessi inaspettati. 

Possiamo vedere qualcosa di speciale nelle persone, nei posti, negli oggetti o anche nelle situazioni più normali. 

Basta avere un po' di curiosità e cercare di vedere le cose da un punto di vista diverso.

Andy Warhol credeva che anche le cose ordinarie potessero diventare straordinarie se le guardavamo con occhi diversi.

"Basta avere un po' di curiosità e cercare di vedere le cose da un punto di vista diverso" è un'importante lezione che possiamo imparare da lui. 

Ci ricorda che la curiosità e la volontà di guardare le cose in modo diverso ci permettono di scoprire la bellezza e l'interesse anche nelle situazioni più comuni.

Quindi, come Andy Warhol, possiamo esplorare il mondo con curiosità, cercando di scoprire il lato unico e speciale di ogni cosa che ci circonda.

domenica 23 luglio 2023


'era una volta, nella lontana Italia degli anni Sessanta, un uomo coraggioso e visionario chiamato Pier Paolo Pasolini. 


Era un intellettuale inquieto, un poeta ribelle e un regista audace che osava mettere in discussione il potere e le ingiustizie della società in cui viveva.

“Papà che cos’è un intellettuale”? 

“Un intellettuale è una persona che ha una grande curiosità per il mondo intorno a sé. È un individuo che ama imparare e condividere le sue conoscenze con gli altri. Gli intellettuali spesso amano leggere molti libri, guardare film e documentari interessanti, e fare molte domande su tutto ciò che li circonda”.

“È questo signore era così?”

“Certamente. Pier Paolo Pasolini credeva che attraverso l'esercizio della libertà e della capacità critica, ogni individuo potesse sognare e perseguire i propri ideali. Egli era convinto che il potere volesse controllare le nostre parole e le nostre menti, imponendo un modo specifico di pensare e di esprimersi."

“Ed è importante essere liberi di esprimersi?”

“Immagina che tu stia giocando con i tuoi amici e vorresti dire qualcosa ma loro non sono d'accordo. Ad esempio, vorresti esprimere un'opinione diversa sulla scelta di un gioco o su cosa fare durante il tempo libero. Ma all'improvviso, uno dei tuoi amici più grandi, che si considera il "capo" del gruppo, ti dice che non puoi dire la tua e devi dire solo ciò che lui vuole sentire! Vedi questo è un esempio di come il potere può cercare di controllare le nostre parole e le nostre nostre scelte.”

“Forse ho capito.”

“Credeva che il potere volesse fare la stessa cosa, ma su una scala più grande. Pensava che le persone con molto potere, come i politici o i proprietari dei media, volessero controllare ciò che pensiamo e come ci esprimiamo.”

“In che modo la televisione può controllare quello che pensiamo o diciamo?”

“Immagina che tu stia guardando il tuo cartone animato preferito o un programma televisivo molto famoso. Questo programma parla sempre degli stessi argomenti e mostra solo un punto di vista su quelle tematiche. Ad esempio, se il programma parla di animali, potresti vedere solo le immagini degli animali carini e amichevoli, ma non gli aspetti più importanti come la loro conservazione o il loro habitat naturale.”

“Questo non va bene?”

“Non molto, lui pensava che la televisione, che è un potente strumento di comunicazione, stesse limitando la nostra capacità di vedere diverse prospettive e pensare in modo indipendente. Come se ci fossero solo poche opinioni o idee che vengono trasmesse, lasciandone fuori molte altre che potrebbero essere importanti.”

“Come se in una partita inquadrassero solo un giocatore.”

“Si proprio così. Come un documentario che ti mostra solo un'immagine di un animale, senza dirti nulla sulla sua vita, la sua importanza nell'ecosistema o cosa possiamo fare per proteggerlo. Questo limiterebbe la tua conoscenza e le tue possibilità di pensare in modo più completo e critico su quell'argomento.”

Il piccolo ascoltava meravigliato, affascinato dalla storia su questa incredibile persona. 

Il padre continuò: 

"Pasolini credeva che non ci fosse nulla di più feroce della banalità della televisione, che spesso manipola le menti proponendo valori superficiali e incentrati sul consumo. Egli cercava di svegliare le coscienze e di smascherare le ipocrisie della società che privilegiava la classe piccolo borghese."

“Cosa vuol dire ipocrisia?”

“Immagina  un tuo compagno che dice sempre che è importante aiutare gli altri. Ogni volta che lo senti parlare di questo, sembra molto sincero e altruista.”

“Si”

“Ma poi, un giorno, scopri che il tuo amico sta prendendo tutto il cibo nella mensa della scuola senza condividerlo con gli altri. Questo significa che.. dice una cosa, ma ne fa un'altra completamente diversa. Ecco questo è un esempio di ipocrisia.”

“Sarebbe molto brutto!”

Gli occhi del bambino brillavano di curiosità mentre cercava di comprendere le parole del racconto. 

Chinato leggermente in avanti, le mani poggiate sulle ginocchia, dimostravano la sua attenzione. 

Il suo volto era serio, ma gli si poteva notare un lieve sorriso di eccitazione, poiché amava imparare cose nuove. 

Era un bambino curioso e desideroso di conoscere, e quella conversazione stimolava la sua mente in modi sorprendenti.

Il racconto proseguiva senza sosta. 

“Pasolini non era solo un personaggio di storia, era una persona straordinaria che ha combattuto in modo coraggioso per fare del nostro mondo un posto migliore. Ha dedicato la sua vita alla lotta per una società più giusta e libera, sperando che nel futuro le persone potessero vivere con maggiore equità e libertà. Il suo impegno e la sua passione sono un esempio per tutti noi, perché ci insegnano che anche noi possiamo fare la differenza se crediamo fermamente nei nostri ideali e siamo disposti a lottare per loro."

“Perché è un esempio?”

“Immagina di pulire un parco giochi pieno di rifiuti, in questo modo dedichi il tuo tempo per fare un gesto importante per tanti bambini, e anche se è un piccolo gesto, questo avrà conseguenze positive per tanti.”

“Ho capito! Ma lui dove abitava?” 

“Era di Bologna! Amava molto il suo paese, l'Italia, e cercava di far emergere le sue radici più autentiche, dimostrando che la cultura popolare e le tradizioni erano preziose e andavano preservate.”

“Come si possono proteggere?”

“Lui  amava tanto l'Italia e diceva che le cose che facciamo nel nostro paese sono importanti. Secondo lui per proteggere le tradizioni, bisognava parlare delle feste, delle canzoni e dei balli che facciamo insieme, perché ci aiutano a capire chi siamo e da dove veniamo. Voleva che ricordassimo queste cose speciali che ci fanno sentire uniti come italiani.”

“Lui aiutava gli altri?”

“Era un artista poliedrico che si esprimeva attraverso la poesia, il cinema e la scrittura, e, appunto,  cercava di dare voce a coloro che venivano emarginati dalla società."

“Come li aiutava?”

“Voleva che le persone che venivano trattate in modo diverso o che venivano isolate dalla società, avessero la possibilità di parlare e farsi sentire, perché le loro storie e le loro esperienze sono importanti.”

“Non ho proprio capito bene..”

“Immagina Pasolini come un amico che difende coloro che si sentono soli o tristi perché non vengono ascoltati. Voleva che tutti avessero la possibilità di essere ascoltati e rispettati, indipendentemente da come fossero. Pensava che tutti dovessero avere una voce e che ogni storia fosse preziosa.”

Il padre, con una pacca sulle piccoli ma sempre più forti spalle del figlio, concluse il suo racconto.

"Sai, piccolo mio, Pasolini è stato una persona straordinaria. Ha aiutato molte persone che venivano trattate male o che si sentivano soli. Sarebbe bello che nella scuola imparassimo fin da subito la sua storia, così da imparare quanto sia importante rispettare e aiutare gli altri. Così potremmo costruire un mondo dove ognuno ha un posto e può essere se stesso."

Il bambino, con gli occhi scintillanti di speranza, annuì entusiasta. 

Capì l'importanza di Pasolini e si sentì motivato a fare la sua parte per rendere il mondo un luogo migliore, dove tutti sono accolti e valorizzati.

sabato 22 luglio 2023

Abc







Situata nel cuore di Torino, Piazza Vittorio è una delle piazze più vivaci e affascinanti della città. 

Con la sua storia secolare e la sua architettura sontuosa, questa piazza incanta i visitatori con la sua bellezza e il suo fascino intramontabili.

Nel corso dei secoli, la piazza è stata testimone di importanti eventi storici e sociali, diventando un punto di incontro e un luogo di ritrovo per la comunità.

La piazza, al giorno d’oggi è diventata un luogo molto popolare tra i giovani come punto di incontro per l'aperitivo. 

Con la sua posizione centrale, ma a ridosso della collina di Torino, attrae un flusso costante di giovani che desiderano socializzare e rilassarsi dopo una lunga giornata di lavoro o studio.

Durante le sere estive, i tavolini all'aperto si riempiono di gruppi di amici che si godono il clima piacevole e la compagnia reciproca, creando un'atmosfera gioiosa e conviviale.

Sara e Giulia, sedute al tavolo del dehor di uno dei tanti locali che affacciano su Piazza Vittorio, si godono l'atmosfera vivace e rilassante del venerdì pomeriggio estivo. 

Mentre il sole si sta dirigendo lentamente verso le montagne e una leggera brezza accarezza il loro volto, le due amiche si concedono un momento di tranquillità.

“Giulia, non vedo l'ora che arrivino le vacanze! Tu dove  hai deciso di andare quest'anno?”

“Sono così emozionata! Quest’anno ho deciso di trascorrere le vacanze in montagna, a Gressoney. Amo il contatto con la natura e le montagne mi danno sempre una sensazione di serenità e libertà.”

“Ottima scelta!  Le montagne hanno un fascino unico. Io andrò a Bordighera. Ho bisogno di rilassarmi sulla spiaggia e godermi il budello. Sarà una vacanza perfetta per ricaricare le energie.”

“La Liguria è proprio un pezzo di te”

“Sì, ho intenzione di fare lunghe passeggiate lungo la costa, visitare le zone limitrofe  e magari fare un giro in barca per esplorare la costa ligure. Vorrei anche approfittare dei ristoranti locali per gustare piatti di pesce fresco. C'è un ristorante di cui mi ha parlato Elena che vorrei provare.”

“Un programma proprio niente male! Anch'io ho in mente diverse attività da fare a Gressoney. Ho intenzione di fare escursioni in montagna, magari raggiungendo i rifugi e ammirando paesaggi mozzafiato. Non vedo l'ora di vivere quella sensazione di pace e tranquillità che solo la montagna può offrire.”

Giulia, è una studentessa di giurisprudenza con una passione per la ricerca e l'analisi. Originaria di Torino, abita proprio in centro. Con i suoi capelli scuri e ricci, Giulia ha uno sguardo penetrante e un sorriso contagioso. 

Il suo stile  è un mix di eleganza e casualità, dove si predilige  indossare abiti comodi ma sempre curati. 

La sua mente brillante e la sua dedizione allo studio sono evidenti nella sua determinazione nel perseguire i suoi obiettivi accademici.

Sara, anch'essa di 22 anni, studia architettura, con una grande passione per l'arte e il design. Vive in una tranquilla zona collinare di Torino, da cui può godere di una stupenda vista sulla città. I capelli biondi e gli occhi azzurri, tradiscono la sua origine svedese da parte di madre. 

Il suo stile  riflette la sua creatività, spesso indossando abiti dai colori sgargianti e accessori unici. La sua curiosità e il suo amore per l'architettura si riflettono nel suo modo di osservare il mondo che la circonda, sempre alla ricerca di ispirazione e nuove idee.

Sara e Giulia sono legate da una forte amicizia che si è formata durante i tempi del liceo. 

Entrambe hanno frequentato il prestigioso liceo classico Valsalice, dove hanno condiviso le loro esperienze e i loro sogni per il futuro. 

Nonostante le loro diverse passioni, hanno sempre trovato un modo per sostenersi a vicenda e condividere gioie e delusioni lungo il percorso. La loro amicizia è una fonte di sostegno e di ispirazione reciproca, che si rafforza sempre di più con il passare del tempo.

Oggi a distanza di qualche anno, sono ancora lì, insieme.

Mentre sorseggiano i loro aperitivi e si godono l'atmosfera rilassata di Piazza Vittorio, Sara e Giulia iniziano a parlare di benessere psicologico, un argomento che affascina entrambe. 

“Giulia, ricordi quando ti ho parlato di quella tecnica chiamata ABC? “

“Certo che me ne ricordo, Sara, ma dimmi di più della tecnica per favore.”

“La tecnica ABC è davvero interessante perché ci aiuta a esaminare ed eventualmente modificare i nostri pensieri negativi.”

“Immagina questa situazione: hai preparato un esame importante, hai studiato giorno e notte per mesi, ma alla fine prendi un voto più basso di quanto ti aspettavi.”

“Mmmm quella situazione può davvero abbattere.”

”Questo metodo ci insegna che l'evento attivante A sarebbe ricevere quel voto più basso del previsto. La credenza B è quella che si forma a seguito dell'evento, come ad esempio pensare di essere stupidi o incapaci. E questa credenza negativa porta a una conseguenza emotiva negativa C come sentirsi tristi o demotivati.”

“Quindi, utilizzando la tecnica ABC, dovremmo cercare di identificare e sfidare quelle credenze negative, giusto?”

“Esattamente. Dobbiamo capire che quelle credenze negative non sono necessariamente veritiere. Possiamo sfidarle con prove realistiche e ragionamenti positivi. Per esempio, potremmo riflettere sulle nostre precedenti esperienze di successo o sul fatto che un solo voto non definisce la nostra intera capacità. In questo modo, possiamo sostituire i pensieri negativi con pensieri più positivi e realistici, che a loro volta influenzeranno le nostre emozioni e i nostri comportamenti in modo più positivo.”

“É incredibile come i nostri pensieri possano influenzare così tanto il nostro stato emotivo”

Mentre Sara e Giulia continuano a discutere appassionatamente della tecnica ABC e dell'importanza del benessere psicologico, una piacevole serenità si diffonde tra di loro. 

Fortemente legate dalla loro amicizia che dura sin dai tempi del liceo, hanno imparato a sostenersi reciprocamente in ogni aspetto della vita.

Riflettendo sulle loro future vacanze estive, entrambe sono consapevoli dell’importanza di dedicare del tempo a sé stesse e al proprio benessere mentale ed emotivo. 

Sanno che le loro vacanze saranno preziose opportunità per rilassarsi, ricaricare le energie e riflettere sui propri obiettivi personali.

Il sole ormai è come una piccola arancia che sta per scomparire dietro le Alpi.

Le due ragazze decidono di fare una  passeggiata per Piazza Vittorio. 

Mentre si allontanano dal Deborah del locale, si scambiano un ultimo sguardo complice e un sorriso, rafforzando il legame unico che che le unisce.

In quel momento, tra le risate e le chiacchiere, capiscono quanto sia fondamentale prendersi cura di sé stessi, non solo fisicamente ma anche mentalmente, e come l'amicizia sincera possa essere un importante sostegno durante i momenti di difficoltà.

Con l’estate che si preannuncia ricca di esperienze, Sara e Giulia si salutano, sicure di poter contare l'una sull'altra. 

E mentre camminano l'una accanto all'altra, si augurano sinceramente che le loro vacanze siano un momento di crescita personale, gioia e serenità, portando con sé ricordi indelebili e nutrendo la loro profonda amicizia per il futuro.



 


domenica 2 luglio 2023

Juliette e Sophie






Juliette e Sophie erano sedute nella lounge first Class Fly Emirates dell'aeroporto di Milano, in attesa del loro volo per New York. 


Nonostante fossero entrambe elettrizzate per le tre settimane di vacanza a New York che le aspettavano, erano totalmente immerse nelle loro rispettive attività. 

Una era sprofondata sulla poltrona, con un libro aperto sulle ginocchia. Ogni tanto si alzava lo sguardo dalle pagine e osservava con curiosità le persone che attraversavano il salone. 

L'altra, invece, con un paio di cuffie e computer portatile sembrava completamente rapita dalla visione di un  film.

Le due ragazze erano sedute in un angolo della sala.

"Ehi, Sophie, togli le cuffie." disse Juliette, mentre mimava il gesto che avrebbe dovuto fare la sorella. 

"Che ne dici di bere qualcosa?"

Sophie girò la testa verso di lei, sorridendo e seguì le sue indicazioni.  Si tolse le cuffie e si alzò dalla poltrona, stirandosi. 

"Sì, certo!" rispose lei.

“È proprio quello che ci vuole”

Insieme si diressero lentamente attraverso il salone, verso il bar, lasciandosi alle spalle l'angolo dove si erano sedute in precedenza. 

L'ambiente era lussuoso e moderno, con interni ben curati e un'illuminazione soffusa, che creava un'atmosfera elegante ma al contempo rilassante.

Il delicato profumo di un bouquet di fiori freschi colpì le ragazze mentre passavano, creando un'atmosfera piacevole e rilassante. 

I colori tenui  e la varietà delle specie presenti nei vari vasi erano sorprendenti. 

Juliette riconobbe subito alcune delle sue specie preferite, come le rose blu e le peonie rosa, mentre Sophie rimase incantata dal giallo intenso dei tulipani e dalla bellezza delle orchidee azzurre.

Il bouquet emanava una sensazione di piacevolezza e freschezza, che permeava l'atmosfera circostante. 

Queste piacevoli vibrazioni si riflettevano sull'umore delle ragazze, le quali si sentivano in sintonia con l'ambiente circostante.

La luce tenue della sala era il perfetto contrasto con la luce esterna accecante, offrendo un'esperienza piacevolmente diversa rispetto alla frenesia dell'aeroporto circostante. 

Alla fine, arrivarono al bar, dove Juliette esaminò la lista delle bevande offerte dal barman.

"Potremmo prendere un daiquiri alla fragola o un old fashioned. Cosa ne dici?" suggerì Juliette, guardando attentamente il menù dei cocktail.

Sophie alzò le sopracciglia, interessata all'idea. 

"Sì, suona bene! Non ho mai provato l'old fashioned, ne hai mai sentito parlare?" chiese con curiosità.

"È un classico! Molto simile al Manhattan, ma con il bourbon e il bitter. Ti piacerà, fidati!" rispose Juliette, esortando la sorella a provare il cocktail.

Sophie annuì, entusiasta all'idea di provare qualcosa di nuovo. "Perfetto, prendiamo un old fashioned e un daiquiri alla fragola allora!" disse con un sorriso. 

Juliette sorrise soddisfatta della scelta e si rivolse al barman per ordinare i cocktail. 

Le due ragazze sorseggiarono i loro drink gustando l'esplosione di sapori e profumi, discutendo animatamente del film che Sophie aveva appena visto. 

La sala, sebbene non fosse affollata, ospitava diverse persone.

Sul lato opposto della stanza sedeva un uomo d'affari dall'aspetto impeccabile, presumibilmente impegnato in importanti negoziati bancari. 

Era seduto al tavolo di fronte a loro, completamente assorto nella lettura dei documenti e nella risposta alle mail sul suo computer portatile. Indossava un abito grigio scuro su una camicia bianca e una cravatta di seta grigia. I suoi occhi neri brillavano quando alzava lo sguardo dallo schermo, ma subito tornava a concentrarsi sul lavoro.

In un angolo della stanza c'era una giovane famiglia allegra e chiassosa composta da padre, madre e due bimbi piccoli. 

I bambini erano intenti a giocare con i loro giocattoli, cantando e ridendo ad alta voce, creando un po' di confusione e allegria. La madre, una donna alta dai capelli biondi raccolti in una coda di cavallo, sorrideva con affetto ai suoi figli, mentre il padre, dall'aspetto allegro e rilassato, si godeva la lettura di un quotidiano sportivo. 

In un'altra zona della sala c'era un ragazzo dall'aspetto sportivo seduto da solo al bancone. 

Indossava una giacca Nike nera su una maglietta bianca, con i capelli rasati a zero sui lati e lunghi sopra. 

Era concentrato sul suo telefono, scattando foto e scrivendo messaggi, apparentemente ignaro dell'ambiente circostante.

C'erano anche due signore anziane sedute al tavolo accanto a quello delle ragazze, probabilmente amiche, si scambiavano parole a bassa voce. Nonostante l’età avevano ancora un'aria elegante  e raffinata.

Juliette e Sophie erano due gemelle identiche, uguali non solo fisicamente, ma anche nella loro passione per gli sport e la cultura. 

Anche la loro stessa madre, giudice di professione, aveva spesso difficoltà a distinguerle, ma nonostante questo non c’era  mai stata alcuna rivalità tra le due. 

Il padre è noto chirurgo di Torino e le due ragazze erano italiane di origini francesi. 

La nonna e il nonno materno infatti erano nati a Parigi e solo successivamente avevano deciso di trasferirsi in Italia dove avevano conosciuto è sposato la cultura italiana. 

Sophie studiava medicina all'università di Torino, mentre Juliette architettura.  

Juliette, oltre ad essere una nuotatrice molto brava, era una grande tifosa della Juventus, mentre Sophie amava il ciclismo e il tennis, sport che praticava sin da bambina. 

Entrambe avevano anche una grande passione per la lettura e per l’arte contemporanea.

Juliette e Sophie continuarono a sorseggiare i loro cocktail, immerse in una discussione animata sulla possibilità di usare l'ipnosi clinica nello sport.

"Penso che l'ipnosi possa essere un'ottima soluzione per migliorare le performance atletiche", disse Juliette. 

“Può aiutare a visualizzare gli obiettivi con maggiore chiarezza, ridurre l'ansia e migliorare la concentrazione".

Sophie, non del tutto convinta, chiese: "Ma l'ipnosi non è un po' come manipolare la mente? Non è rischioso?"

Juliette scosse la testa. "No, non ha nulla che vedere con la manipolazione. L'ipnosi clinica è una pratica medica sicura e utilizzata ampiamente negli sport professionistici. Inoltre, aiuta gli atleti a sfruttare al meglio il loro potenziale, spingendoli a superare, nel caso, i propri limiti".

Sophie sembrava ancora incerta. "Ma come funziona l'ipnosi esattamente? E una persona come può sapere se è sicura?"

Juliette rispose: "L'ipnosi clinica funziona inducendo uno stato di trance, in cui la persona è molto rilassata e aperta alle suggestioni. L'esperienza è diversa e soggettiva, ma molte persone la descrivono come una sensazione di calma e benessere. Inoltre, prima di sottoporsi all'ipnosi, é sempre meglio parlare con un professionista qualificato ed esperto".

Sophie sembrava ancora un po' titubante. "Mi sembra troppo invasivo. Preferisco fare affidamento solo sulla mia forza di volontà".

Juliette la guardò risoluta "Ma la forza di volontà da sola non sempre basta. L'ipnosi può aiutarti a migliorare la tua sicurezza e la tua fiducia, ed eliminare eventuali blocchi mentali che ti impediscono di raggiungere gli obiettivi".

Sophie rifletté su queste parole, "Forse hai ragione. Proverò a informarmi meglio sull'argomento".

Juliette sorrise. "Fallo. Non te ne pentirai. L'ipnosi clinica può essere un grande strumento per il successo nello sport e nella vita".

La loro attenzione, ad un certo punto, fu catturata dalle immagini che passavano sullo schermo led vicino al tavolo, dove apparve la pubblicità del prossimo Tour de France. 

Le immagini dei corridori  che affrontavano le salite e le discese delle montagne, sfrecciando a velocità vertiginose, erano accompagnate da una musica epica che faceva risuonare nell'aria un senso di sfida.

"Sarebbe fantastico andarlo a vedere", disse Sophie, ammirata dalle gesta degli atleti, alcuni dei quali, da lei ben conosciuti.

Juliette annuì, condividendo l’idea della sorella 

"Sì, sarebbe incredibile vedere dal vivo gli atleti in azione”. 

Juliette, con la mente già proiettata all'idea di assistere al Tour de France dal vivo, pensò alla casa di campagna dei nonni in Provenza e si rivolse a Sophie con un sorriso.

"La casa dei nonni nonni  dista pochi chilometri da dove passa la corsa quest’anno. Potremmo sfruttarla. Che ne dici?"

"Aspetta un attimo... A luglio ho gli esami all'università".

"Sì, hai ragione. Peccato sarà per un’altra volta”

Sophie riprese l’argomento di prima.

"Tornando all'ipnosi clinica nello sport, come potrebbe essere utile nel ciclismo?" domando forse più a se stessa.

Juliette dopo un sorso al suo cocktail, disse "Beh, può essere utile in molti modi. Ad esempio, può aiutare a ridurre lo stress e l'ansia che inevitabilmente si provano durante le gare. Inoltre, può stimolare la motivazione e la concentrazione degli atleti, aiutandoli a superare i momenti difficili, pensa alle salite con Izoard o Alpe D’Huez”

Sophie annuì, iniziando ad essere un poco piu convinta dalle potenzialità di questo strumento. 

"Sì, sembra davvero interessante. E poi il ciclismo è uno sport particolarmente faticoso, quindi un supporto mentale può fare la differenza".

Juliette annuì, soddisfatta. 

"Esattamente. L'ipnosi clinica è una pratica medica sicura ed efficace, e sempre più atleti professionisti la utilizzano per migliorare le proprie performance. Non è solo una questione di muscoli, ma anche di mente".

Juliette annuì, confermando le parole dell'amica: "Esattamente. L'ipnosi clinica è una pratica medica sicura ed efficace, e sempre più atleti professionisti la utilizzano per migliorare le proprie performance. Non è solo una questione di muscoli, ma anche di mente".

Juliette si ricordò di qualcosa che aveva letto su una rivista e decise di condividerlo.

"Sai, qualche settimana fa ero dal dentista e ho trovato una rivista specializzata sul ciclismo. Che fortuna eh! C'era un articolo interessante sull'uso dell'ipnosi clinica nel ciclismo professionistico, e c'era anche una menzione del team Bahrain Victorious e di come la utilizzano con i loro atleti".

"Davvero? Interessante davvero”

Juliette annuì. "Sì, sembra che l'ipnosi sia diventata una pratica sempre più comune tra gli atleti professionisti. Penso che sia un modo interessante per migliorare le prestazioni, non solo nel ciclismo ma in generale nello sport".

Intanto la famiglia sembrava godersi il ritmo lento dell'aeroporto, papà e mamma si scambiavano sorrisi compiaciuti ad ogni gesto dei loro bambini. 

Juliette e Sophie si guardarono sorridendo, notando il bellissimo rapporto che la famiglia aveva tra di loro. Sembravano così uniti e felici, come se niente al mondo potesse distoglierli dal godersi quei momenti.

"Oh, guarda quanto sono belli quei due bambini", disse Juliette

Sophie sorrise. "Sì, lo sono. E sembrano anche molto simpatici, guardali come si divertono a giocare insieme!"

"È bello vedere come due bambini possano divertirsi tanto anche giocando con cose semplici come quelle macchinine di legno".

“Hai ragione. E' bello vedere come, in un mondo pieno di tecnologia e distrazioni di vario genere, i bambini possano ancora trovare il modo di divertirsi con semplicità".

"Hai mai sentito parlare dei giochi simbolici, Juliette?"

Juliette scosse la testa, incuriosita. "No, non credo. Di che si tratta?"

Sophie prese fiato, pronta a spiegare.

"I giochi simbolici sono giochi che i bambini usano per esprimere i propri sentimenti e le proprie idee. Sono spesso giochi semplici, come ad esempio quelli con le bambole o con le macchinine, ma possono diventare molto complessi se visti in base a ciò che rappresentano. In sostanza, il bambino usa questi giochi come un modo per 'fare' ciò che sente il bisogno di esprimere in quel momento".

Juliette sembrò interessata dall'argomento. 

“Interessante. Quindi, questi giochi sono come uno specchio dei sentimenti del bambino?"

Sophie annuì, felice di aver reso l’idea 

"Esattamente. I bambini possono usare questi giochi per esplorare e elaborare le proprie emozioni, e questo può aiutarli a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e del proprio ambiente".

"Sì, hai ragione. Mi piace pensare che i genitori possono aiutare i bambini a crescere e sviluppare la loro creatività e la loro empatia attraverso il gioco”.


Una voce squillò dagli altoparlanti annunciando l'imminente imbarco del loro volo.

"È ora di andare”, disse Juliette con un sorriso affrettandosi ad alzarsi.

Sophie si alzò, buttando dentro il portatile nella sua sacca. 

"Sì, sembra proprio di sì”

E si avviarono al gate.

Prima di mettere piede sul Boeing 777 che le avrebbe portate nella “Grande Mela” le gemelle si guardarono negli occhi, sorridendo con complicità. Poi si abbracciarono, esprimendo tutto l'amore e la connessione che condividevano come sorelle gemelle.

"Mai smetteremo di esplorare e scoprire nuovi argomenti insieme, siamo fatte così”.

Juliette e Sophie entrarono dentro l’aereo, pronte alla nuova avventura. 

Mentre salivano sull'aereo, il loro legame si rinforzò ancora di più, sapendo che non importava quale direzione prendessero, perché avrebbero sempre avuto l'affetto e il sostegno l'una dell'altra.

E così, il racconto di Juliette e Sophie si conclude, lasciando spazio a nuovi capitoli.

Teresa

L’ansia spesso ci appare come un ostacolo insormontabile, un segnale che qualcosa di terribile sta per accadere.  Ci immobilizza, ci fa per...