sabato 22 febbraio 2025

Le Onde e gli Specchi






Il mare di Bergeggi sembrava respirare, ritirandosi e avanzando come un cuore che batteva in sintonia con il vento. 

Le onde, specchi mobili del cielo, riflettevano mille sfumature di blu, ma nessuno degli abitanti del paese le vedeva allo stesso modo.

Marco, il pescatore più anziano del borgo, fissava l’orizzonte con occhi pesanti di pensieri. 

«Le reti torneranno vuote,» borbottava tra sé. «È sempre così quando il vento soffia da terra.»

La sua mente era una lente distorta che ingigantiva ogni fallimento e cancellava ogni successo. Non importava che solo la settimana prima avesse tirato su una delle migliori pescate dell’anno. Per lui, la sorte era segnata: tutto si sarebbe sgretolato, un passo alla volta, e lui avrebbe finito male la settimana di lavoro.

Dall’altra parte del porto, Sara camminava a passo svelto lungo la banchina, lo sguardo fisso sui ciottoli. Ogni volta che incontrava qualcuno, abbassava gli occhi, certa che dietro ogni sguardo si celasse una critica. 

«Pensano che sia ridicola,» pensava, mentre evitava il saluto di un’amica d’infanzia. «Sanno che non sono all’altezza.» La sua mente filtrava ogni esperienza attraverso il prisma della disapprovazione, e anche il più lieve sorriso sembrava una smorfia di scherno.

Poco distante, Luca si godeva l’aria salmastra con le braccia aperte, il vento che gli spettinava i capelli. «Nulla può fermarmi,» pensava, con un entusiasmo febbrile che gli bruciava nelle vene. L’invito alla festa in barca per lui non era solo una serata con amici, ma la conferma che Erica lo avesse invitato perché le piaceva. Il mare, agitato e imprevedibile, non gli incuteva alcun timore. Salì sulla barca con passo sicuro, ignorando le previsioni che annunciavano un temporale imminente. 

E poi c’era il dottor Ferri, il bibliotecario del paese, che osservava tutto questo con la pazienza di chi conosce le trame della mente umana. 

Vedeva Marco affondare nel pessimismo, Sara imprigionata nella sua insicurezza e Luca lanciarsi inconsapevolmente verso una delusione. 

Sapeva che ciascuno di loro non stava realmente guardando il mondo, ma un riflesso alterato, uno specchio che deformava la realtà.

La sera arrivò con il fragore del temporale. 

La barca di Luca fu sorpresa dalle onde alte, e solo il pronto intervento della guardia costiera evitò il peggio. 

Sara, nel frattempo, aveva evitato un incontro con un vecchio amico perché convinta che l’avrebbe trovata goffa, perdendo l’occasione di una serata piacevole. 

Marco, senza nemmeno controllare le reti che lascio a Eric il socio, tornò a casa rassegnato, senza sapere che quella notte il mare gli aveva portato un’abbondanza che non si aspettava.

Il dottor Ferri si sedette sul muretto del porto, ascoltando il respiro del mare. 

Pensò a come la mente ogni tanto ci inganni, come le distorsioni costruiscano gabbie invisibili. 

Marco aveva ceduto al catastrofismo, Sara era prigioniera della lettura del pensiero, e Luca vittima di una minimizzazione del rischio.

Eppure, il mare era sempre stato lo stesso.

Forse, rifletté, il primo passo per essere liberi è riconoscere che ciò che vediamo non è la realtà, ma la nostra interpretazione di essa. 

Come il mare, la vita cambia di continuo, e la nostra capacità di navigarla dipende da quanto siamo disposti a vedere con occhi nuovi.


sabato 1 febbraio 2025

Studio di Psicologia: Riflessioni sulle Convinzioni Interne






In un caldo pomeriggio estivo, lo studio di Psicologia Leinì si presentava come un luogo di calma e serenità, illuminato da una luce morbida che filtrava attraverso l’ampia finestra. 

In quell'ambiente accogliente, pensato per favorire la consapevolezza e la crescita personale, Sara, una giovane donna che da tempo lottava con sentimenti di inadeguatezza e ansia, aveva deciso di intraprendere un percorso di riflessione interiore per comprendere meglio il modo in cui i suoi pensieri negativi si insinuavano nella quotidianità.

Durante la seduta, il dottor Trossello, formato adeguatamente per allenare la capacità di guidare il percorso di esplorazione interiore dei pazienti, invitò Sara a ripercorrere un episodio recente che aveva scatenato in lei un'intensa ondata di disagio. 

In quell'occasione, durante una riunione di gruppo all'università, un commento critico di un compagno aveva avuto l'effetto di innescare una serie di reazioni interne che Sara descrisse come improvvise e incontrollabili. Quell'esperienza, pur essendo accaduta in un contesto specifico, aveva lasciato un'impronta profonda nel suo modo di vedere se stessa e le proprie capacità.

Sara ricordava con precisione ogni dettaglio di quel momento: l'aria tesa nella stanza, il brusio sommesso dei compagni, e il suono quasi impercettibile di un commento che, per lei, aveva avuto un impatto devastante. 

In quell'istante, una serie di pensieri negativi si erano insinuati nella sua mente, emergendo in maniera automatica e senza preavviso. Questi pensieri, che sembravano sorgere come una reazione istintiva all'evento, le avevano fatto sentire improvvisamente inadeguata e incapace di contribuire in modo efficace alla discussione.

Il dottor Trossello, con la sua esperienza e la sua attenzione al dettaglio, invitò Sara a descrivere con cura non solo l'evento in sé, ma anche le sensazioni e le riflessioni che erano  seguite. 

In questo processo, la paziente si rese conto che quei pensieri negativi non erano frutto di una scelta cosciente, ma piuttosto di una reazione automatica che si attivava in risposta a situazioni percepite come minacciose.

Sara iniziò a riflettere su come, immediatamente dopo il commento, una voce interiore si era fatta sentire, suggerendo che lei non era all'altezza delle aspettative altrui e che avrebbe inevitabilmente fatto una brutta figura. Questa voce, così familiare eppure così destabilizzante, le faceva ripercorrere in tempo reale immagini di insuccesso e di rifiuto, distorcendo la realtà e amplificando la percezione di vulnerabilità.

Il dottor Trossello la guidò in un percorso di riflessione  accurata, chiedendole di scomporre quell'esperienza nei suoi elementi fondamentali. 

Sara si rese conto che, al di là del singolo commento critico, c'era una serie di pensieri automatici che si erano attivati: immagini di fallimento imminente, convinzioni di inadeguatezza e l'ansia che cresceva in maniera esponenziale. 

Questi pensieri, come fili invisibili, si intrecciavano tra loro, dando vita a un ciclo che sembrava confermare le sue paure, indipendentemente dalle prove contrarie che avrebbe potuto ricordare.

Attraverso una riflessione guidata, Sara esaminò ciascuno di questi pensieri, cercando di capire come e perché si formassero in risposta a un evento esterno. 

Notò che, in passato, in situazioni simili, aveva ricevuto anche feedback positivi e aveva partecipato attivamente, dimostrando competenza e sicurezza. Tuttavia, in quel preciso momento, il meccanismo dei pensieri negativi si era attivato in maniera automatica, offuscando ogni ricordo di successo.

Il dottor Trossello sottolineò l'importanza di riconoscere questi pensieri come eventi transitori, che si presentano come una reazione immediata a situazioni stressanti. La sua guida permise a Sara di capire che tali pensieri non erano necessariamente rappresentativi della sua realtà complessiva, ma piuttosto di una modalità abituale di interpretare gli eventi, un filtro negativo che distorceva la percezione del proprio valore e delle proprie capacità.

Dopo aver esplorato in modo approfondito l'origine e la natura dei pensieri negativi automatici, Sara si concentrò sull'analisi critica di questi pensieri. Il processo che il dottor Trossello aveva proposto consisteva nel mettere in discussione l'evidenza che supportava quelle convinzioni, confrontandola con esperienze passate in cui aveva dimostrato di essere capace e di aver ricevuto riconoscimenti per il suo impegno.

In questa fase, iniziò a notare una contraddizione interna: sebbene in quel preciso momento il pensiero di inadeguatezza fosse così forte da farle perdere la voce e la partecipazione, in altre occasioni aveva ottenuto risultati positivi e apprezzamenti dai compagni. Questa presa di consapevolezza fu fondamentale, poiché le permise di capire che il pensiero negativo, pur essendo reale e vissuto intensamente, era solo una parte della sua esperienza e non definiva la totalità della sua identità.

Sara, approfondendo l'esplorazione, cominciò a riformulare il significato che attribuiva all'evento. Invece di considerare il commento critico come una prova definitiva della sua incapacità, si rese conto che si trattava di un singolo episodio che, pur doloroso, non poteva cancellare una storia fatta anche di successi e riconoscimenti. Questa ridefinizione mentale rappresentò un passaggio cruciale nel percorso di cambiamento: riconoscere che ogni pensiero negativo, per quanto intenso, poteva essere analizzato, contestato e reinterpretato alla luce di un quadro più ampio e oggettivo della propria esperienza.

Per consolidare questa nuova consapevolezza, il dottor Trossello suggerì a Sara di tenere un libro di riflessione quotidiana. In questo diario, avrebbe annotato ogni episodio in cui emergessero pensieri negativi automatici, descrivendo in modo dettagliato l'evento scatenante, le sensazioni provate e le riflessioni successive. L'obiettivo era duplice: da un lato, sviluppare una maggiore consapevolezza di quei momenti in cui la mente si orientava verso una visione distorta della realtà; dall'altro, imparare a osservare e a riformulare quei pensieri, evidenziando le contraddizioni tra le percezioni negative e le esperienze positive del passato.

Sara accolsel'idea, riconoscendo che la scrittura potesse diventare un prezioso alleato nel processo di trasformazione interiore. L'atto di mettere per iscritto le proprie emozioni e riflessioni avrebbe rappresentato un primo passo verso la consapevolezza continua, una pratica quotidiana che avrebbe rafforzato la sua capacità di guardare alle proprie reazioni con uno sguardo critico ma compassionevole.

Alla fine della seduta, mentre il calare del sole colorava di tonalità dorate le pareti dello studio, Sara lasciò tornò verso casa con un senso di rinnovata fiducia. Aveva imparato a riconoscere e a comprendere in profondità i meccanismi dei suoi pensieri, scoprendo che, sebbene possano insorgere con forza in momenti di stress, essi non rappresentano la totalità della sua esperienza.

Il percorso intrapreso quel giorno le aveva offerto strumenti concreti per osservare e riformulare quei pensieri, trasformandoli da elementi di debolezza in opportunità di crescita personale. Comprendere che un singolo episodio non definisce il proprio valore, e che ogni reazione negativa può essere messa in discussione alla luce di esperienze positive, le aveva permesso di immaginare una nuova visione di sé, più equilibrata e resiliente.

Il dottor Trossello aveva mostrato a Sara come il lavoro sulle convizioni, fatto di consapevolezza e di analisi critica, potesse aprire la strada a una trasformazione. 

Lo studio di Psicologia, con la sua atmosfera serena e la professionalità attenta a ogni dettaglio, rappresentava non solo un luogo di intervento, ma un vero e proprio laboratorio di benessere, dove ogni persona poteva scoprire il potere di cambiare il proprio modo di interpretare la realtà.

Per chiunque si trovi a vivere momenti di ansia e insicurezza, l'esperienza di Sara testimonia che è possibile intraprendere un percorso di riflessione e di ristrutturazione interiore, in cui i pensieri negativi non sono nemici da combattere, ma segnali da interpretare e trasformare. Con impegno, consapevolezza e l'aiuto di professionisti dedicati, ogni passo compiuto verso una maggiore comprensione di sé può rappresentare l'inizio di una vita più serena e appagante.


ABC

Quando si comincia un percorso di terapia psicologica, uno dei primi obiettivi è iniziare a comprendersi meglio. Ma cosa significa davvero “...