martedì 12 novembre 2019

Dare voce al mondo interno

Molto spesso viviamo una vita senza essere minimante consapevoli di cosa ci accade vicino. Le occasioni per entrare un pò più a contatto con quanto ci è più prossimo sono frequenti, ma spesso, per mancanza di risorse non le cogliamo. Stiamo parlando di cosa accade fuori di noi: un nuovo vicino di casa, un cambiamento nella geografia del territorio, un avvenimento in paese.
E dentro di noi? Cosa accade nel nostro mondo interno che sfugge alla nostra comprensione? Il più delle volte ne cogliamo solo gli effetti, gli aspetti visibili, senza avere la possibilità di dare un nome a cosa ci accade veramente interiormente. Sul motivo di tanta difficoltà nel guardarsi dentro, non tutti siamo d'accordo: mancano le risorse, mancano gli strumenti, manca il tempo.
Una strada da percorrere può, senza dubbio essere quella del porre maggiore attenzione per focalizzarsi su questo mondo, diventando di conseguenza più capaci di interagire con i nostri vissuti soggettivi. 
Italo Calvino scriveva:" in un certo senso, credo che sempre scriviamo di qualcosa che non sappiamo: scriviamo per rendere possibile al mondo non scritto di esprimersi attraverso di noi. Nel momento in cui la mia attenzione si sposta dall’ordine regolare delle righe scritte e segue la mobile complessità che nessuna frase può contenere o esaurire, mi sento vicino a capire che dall’altro lato delle parole c’è qualcosa che cerca d’uscire dal silenzio, di signifi care attraverso il linguaggio, come battendo colpi su un muro di prigione". Da queste righe, è evidente l'importanza di dare voce a ciò che sta dentro di noi, nella misura in cui, chiede di uscire, di essere espresso. Permettere a ciò che abbiamo dentro, di uscire, è un tentativo, da parte nostra di liberarci a volte di un peso, che può essere più o meno sopportabile, più o meno gravoso. In quale modo possiamo dare sfogo al materiale che teniamo a volte ben celato? 
Attraverso la narrazione, il racconto, l'espressività più corposa. Gli artisti lo fanno da sempre, e le loro opere sono raggiunte da tutti. Se dal campo della normalità passiamo invece a quello della sofferenza, allora la necessità di dare sfogo ai nostri vissuti che si chiameranno sintomi, sarà prioritaria ma soprattutto necessaria.
Farsi aiutare da uno specialista della salute psichica è il modo migliore per affrontare questo processo di sguardo e di valutazione interiore. Sicuramente i metodi sono tanti, e, ad oggi, anche piuttosto focalizzati sul self-help, ma la possibilità di essere seguiti ed aiutati da un professionista, sarà sempre la via migliore e più sicura per raggiungere l'obiettivo finale: lo stare bene.
Del resto già Carl Gustav Jung tracciò una netta linea di confine fra un professionista ed un profano, seppur nobile, autodidatta della cura: "nessun manuale può insegnare la psicologia; la si apprende tramite l’effettiva esperienza. In psicologia si possiede solo ciò di cui si è fatto esperienza nella realtà. Quindi una semplice comprensione intellettuale non è sufficiente, perché si apprendono solo i termini e non la sostanza interiore dell’evento in questione".

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