giovedì 31 ottobre 2019

Halloween: il giorno che ci ricorda della nostra ombra

Caratteristica tipica della festa di Halloween è la simbologia legata alla morte e all'occulto. Queste dimensioni della vita di ogni essere umano, vengono da sempre studiate e organizzate in racconti e narrazioni che si caratterizzano per la loro inafferrabilità e irrazionalità. Il gusto del macabro, l'attrazione per l'oscuro, in questo giorno, almeno ai giorni nostri e lasciando da parte l'aspetto commerciale, prende vigore, si alimenta di energia derivante forse dalla parte più oscura di noi. Quella dimensione nascosta del nostro essere, fra le infinite sfaccettature e definizioni che dalla notte dei tempi hanno preso colore, nella concezione junghiana è concettualizzata come l’insieme delle funzioni e degli atteggiamenti non sviluppati, arcaici e remoti della personalità, rappresenta tutti i contenuti rifiutati, rimossi e tenuti lontani dalla coscienza, per l’educazione e le influenze culturali e di costume a cui è sottoposto l’individuo. Come dice lo stesso Jung: “con ombra intendo la parte negativa della personalità, la somma delle qualità svantaggiose che sono tenute possibilmente nascoste e anche la somma delle funzioni difettosamente sviluppate e dei contenuti dell’inconscio personale”. (Jung, 1943) L’Ombra racchiude in sé quegli oggetti della personalità relativi a colpe e vergogne, che generalmente si tende a proiettare su altre persone, ovvero a tenerli lontani e molto lontani dalla propria persona. Secondo Jung l’Ombra è una disposizione primordiale e collettiva che riguarda l’umanità, la nostra natura, per ragioni morali ed estetiche, è rifiutata, rimossa o proiettata, si percepisce in contrasto con i principi coscienti. Jung sostiene che la base istintiva è il nostro elemento più antico, trascurare gli istinti farà cadere nelle loro insidie.
L’ombra non è un aspetto esclusivo dell’uomo, ma ogni essere ha il suo lato oscuro e non sarebbe luminoso se non gettasse ombra.  (Melchiorre, 1988)
Se ci sono degli aspetti di te più o meno nascosti, che non ti piacciono, che vorresti cambiare, o quanto meno rendere più pensabili?
Ognuno ha sperimentato come il malessere e il disagio derivino da comportamenti, convinzioni e stati d’animo abituali. Da quella parte che tendiamo, più o meno consapevolmente, a tenere lontana dalla luce.
Il cambiamento è un percorso, che consiste nell'acquisire progressivamente consapevolezza di sé, nell'imparare nuove strategie per superare un problema e nell'esercitare scelte diverse.
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Autori Vari [1988]. Simbolo e conoscenza. Università. Cattolica del Sacro Cuore. Milano
Carl Gustav Jung [1946]. Psicologia della traslazione. Bollati Boringhieri. Torino

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Tel – 3478721360
Mail – imisir@hotmail.it

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