domenica 19 gennaio 2020

L'arte come arca nel naufragio della follia

Attraverso l’arte, le emozioni associate alla malattia possono emergere con maggiore facilità. Il racconto della malattia è parte del percorso terapeutico, in un’ottica di empowerment e recovery, dove la persona è al centro e protagonista del percorso di cura. L’approccio soggettivo è ciò che caratterizza il mio operato come psicologo clinico in comunità terapeutica, dove da tredici anni ho visto e vissuto la sofferenza della “malattia mentale”. Il mio orientamento psicodinamico alle origine dei miei primi passi come clinico, è stato la mia guida durante queste esperienze. Così diverse. Così difficili, Così belle. Ho finalmente le idee molto chiare su come comportarmi con i pazienti. Il ruolo attivo di chi è inserito nelle attività, pazienti ed educatori, è molto importante – non solo in salute mentale, ma in tutte le patologie. Più si è attivi più si riesce ad uscire dal problema. Ovviamente, è fondamentale l’ascolto. Per l’importanza che attribuisco alle narrazioni di malattia, alle narrazioni delle storie di vita dei miei pazienti, dico che l’ascolto attivo ha un ruolo centrale nella relazione significativa e che non se ne può fare a meno. Anche quelli che possono sembrare dettagli contano e affinché sia dato il giusto spazio al paziente, durante i colloqui vi sono delle accortezze alle quali prestare attenzione. Ad esempio evitare di essere interrotti mentre si parla. Se squilla il mio cellulare durante un colloquio, io evito di rispondere per non interrompere il mio interlocutore. Questa è una buona abitudine che dovrebbe varcare le mura dello studio. Il laboratorio di arte-terapia che coordino insieme agli educatori e agli arte-terapeuti viene pensato e implementato in ambienti protetti e contenitivi, affinché mediante i colori e il pennello si possa dare forma all’universo interiore, alle emozioni positive e negative che attraverso una raffigurazione concreta vengono allontanate dalla persona-artista. Adesso sono poco più distanti, sono sulla tela, e questo fa in modo che chi le ha raffigurate possa osservarle e rielaborarle con il distacco che si è soliti usare con qualcosa che non ci appartiene. La tendenza all’isolamento è un comportamento non raro in psichiatria. Le attività di gruppo vengono istituite anche per cercare di far venire meno questo atteggiamento e incoraggiare al dialogo e alla relazione. La patologia psichiatrica comporta una frattura all’interno della persona che ne è affetta: è un momento della vita durante il quale si abbatte una dolorosa e distruttiva tempesta che lascia stremati dal caos sollevato all’interno della persona stessa. Sono sempre maledettamente stupito dal momento immediatamente successivo al naufragio, quello della ricostruzione, ovvero la ricerca, prima di tutto, di quella parte di se stessi che la tempesta ha destabilizzato, se non del tutto distrutto.
Ecco che l’arte entra in questo scenario.
Con essa è possibile apprendere una modalità di osservazione ed espressione che spesso non emerge attraverso la parola.

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