Attraverso l’arte, le emozioni associate alla malattia possono
emergere con maggiore facilità. Il racconto della malattia è parte
del percorso terapeutico, in un’ottica di empowerment e
recovery, dove la persona è al centro e protagonista del
percorso di cura. L’approccio soggettivo è ciò che caratterizza
il mio operato come psicologo clinico in comunità terapeutica, dove
da tredici anni ho visto e vissuto la sofferenza della “malattia
mentale”. Il mio orientamento psicodinamico alle origine dei miei
primi passi come clinico, è stato la mia guida durante queste
esperienze. Così diverse. Così difficili, Così belle. Ho
finalmente le idee molto chiare su come comportarmi con i pazienti.
Il ruolo attivo di chi è inserito nelle attività, pazienti ed
educatori, è molto importante – non solo in salute mentale, ma in
tutte le patologie. Più si è attivi più si riesce ad uscire dal
problema. Ovviamente, è fondamentale l’ascolto. Per l’importanza
che attribuisco alle narrazioni di malattia, alle narrazioni delle
storie di vita dei miei pazienti, dico che l’ascolto attivo ha un
ruolo centrale nella relazione significativa e che non se ne può
fare a meno. Anche quelli che possono sembrare dettagli contano e
affinché sia dato il giusto spazio al paziente, durante i colloqui
vi sono delle accortezze alle quali prestare attenzione. Ad esempio
evitare di essere interrotti mentre si parla. Se squilla il mio
cellulare durante un colloquio, io evito di rispondere per non
interrompere il mio interlocutore. Questa è una buona abitudine che
dovrebbe varcare le mura dello studio. Il laboratorio di arte-terapia
che coordino insieme agli educatori e agli arte-terapeuti viene
pensato e implementato in ambienti protetti e contenitivi, affinché
mediante i colori e il pennello si possa dare forma all’universo
interiore, alle emozioni positive e negative che attraverso una
raffigurazione concreta vengono allontanate dalla persona-artista.
Adesso sono poco più distanti, sono sulla tela, e questo fa in modo
che chi le ha raffigurate possa osservarle e rielaborarle con il
distacco che si è soliti usare con qualcosa che non ci appartiene.
La tendenza all’isolamento è un comportamento non raro in
psichiatria. Le attività di gruppo vengono istituite anche per
cercare di far venire meno questo atteggiamento e incoraggiare al
dialogo e alla relazione. La patologia psichiatrica comporta una
frattura all’interno della persona che ne è affetta: è un momento
della vita durante il quale si abbatte una dolorosa e distruttiva
tempesta che lascia stremati dal caos sollevato all’interno della
persona stessa. Sono sempre maledettamente stupito dal momento
immediatamente successivo al naufragio,
quello della ricostruzione,
ovvero la ricerca, prima di tutto, di quella parte di se stessi che
la tempesta ha destabilizzato, se non del tutto distrutto.
Ecco che l’arte
entra in questo scenario.
Con essa è
possibile apprendere una modalità di osservazione ed espressione che
spesso non emerge attraverso la parola.
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