venerdì 10 gennaio 2020

Sulla strada

- Questo scritto è frutto delle mie personali riflessioni e convinzioni, pertanto non ha alcuna valenza provata e inconfutabile -

Oggi percorrendo la strada che mi porta al lavoro, una via a scorrimento veloce, ho avuto modo di assistere all'ennesimo sorpasso azzardato. Arrivati su un lungo rettilineo, un'auto che stava dietro il mio gruppo, ha avuto la bella idea di sorpassare la colonna di vetture di fronte a lui, riuscendo a rimettersi nella corsia di marcia solo all'ultimo. L'impatto con il veicolo che sopraggiungeva nella direzione opposta è stato evitato per un soffio. Questa, in sintesi, la scena a cui ho assistito. Sono probabilmente ed evidentemente (leggendo le cronache) scenari quotidiani in Italia, ma, in questa sede non mi interessa tanto esporre un fatto e criticarlo, quanto esaminarne le implicazioni emotive interne immediatamente successive. Rabbia. Il mio stato psichico in quel momento, era di pura e cristallina rabbia. La visione di quella scena ha provocato in me una temporanea inibizione dei freni inibitori. Ho saggiato una profonda avversione per l'individuo alla guida di quel veicolo. Non ho solo visto un sorpasso che diremo "azzardato" ho visto un pericoloso soggetto per la collettività. L'ira non mi ha negato di andare oltre questa considerazione, mi ha stimolato ad andare oltre: mi sono chiesto che facoltà ha una persona del genere rispetto a chi gli sta vicino. Il suo potere, quello di una persona stupida ovvero poco intelligente perchè non considera l'Altro, è proprio questo: non avere la minima comprensione per ciò che gli sta intorno, ma soprattutto per chi. Le considerazioni semplicistiche, ovviamente, vengono sempre fatte dopo, a fatto compiuto, a tragedia avvenuta, ad incidente con bilanci funesti. Perchè? Nonostante atti di questo tipo siano frequenti, raccolgono solo tiepide indignazioni (aggettivo fastidioso perchè indica un mostrare in modo discreto, quando a volte bisogna andare in collera per essere davvero autentici) generalmente su Facebook o sui quotidiani da giornalisti con il guinzaglio troppo corto o con poca passione. Quando mettiamo a rischio la vita della collettività siamo dei criminali, in quanto responsabile di atti gravi. Punto. E se l'automobile è, tra gli strumenti inventati dall'umanità, quello che riceve il maggior numero di significati psicologici prevalentemente inconsci, l'uomo alla guida diventa il suo cavaliere, più o meno inconsapevole. Le dinamiche psicologiche del guidatore si attuano quindi a livello cosciente e a livello sommerso. Ecco che abbiamo lo stupido, come sopra, il prudente e via via tutti sulla linea che va dalla norma alla patologia. Sul piano simbolico l'auto può rappresentare diverse cose, dall'arma al rifugio, ma l'idea più condivisa dalla psicologia è quella che la vede associata ad un oggetto sessuale. E se secondo D'Annunzio era una donna oggi ritengo sia più una madre che custodisce, che protegge e che, spesso fa male. La scena all'inizio ha evocato in me stati complessi e non pienamente spiegabili e traducibili, perchè anche io, oltre che individuo sono automobilista. Non nascondo di pensare, che lo stupido di cui sopra, possa coltivare dentro di se, su base nevrotica, che l'aggressività e la spericolatezza al volante possa, simbolicamente, esprimere una capacità virile. In teoria. Sono comunque più portato a pensare che i suoi pensieri siano non molto articolati. L'utilizzo quotidiano dell'auto favorisce la comparsa di grandi cariche aggressive, le quali, quando non incanalate esplodono in una nevrosi. L'atteggiamento che mi ha fatto perdere lucidità e calma è sicuramente il risultato di forme compensative come maleducazione, competitività e appunto manovre  pericolose, che diremo di spavalderia. Terminata quindi la mia riflessione, non priva di contenuti inenarrabili, la calma è tornata, con la sua funzione organizzante e fondamentale per proseguire. Restano molte considerazioni. Resta la consapevolezza di uno stupido in giro. Perchè non ci saranno mai motivi sufficienti che possano attenuare certe mancanze. 


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