domenica 12 dicembre 2021

La favola dell'amico non esiste


Un mio amico ha risolto tutte le sue difficoltà da solo, ha abbracciato la filosofia di un guru popolare sui social e ora sta decisamente bene

Fantastico, bellissimo, meraviglioso. 

Valido e possibile? Difficile dirlo. 

Penso, tuttavia che questa favola non esista più.

Non è questione di determinazione, talento o fortuna, anzi, tutti questi elementi non possono nulla nel momento in cui ti trovi davanti a delle difficoltà strutturate sempre di più nel tempo. che cambia ogni giorno e nel quale la competizione è all’ultimo sangue.

Per questo, se vuoi ritrovare un buon equilibrio, l’unica scelta è quella di trovare un buon percorso, di conoscere le sue caratteristiche e comprendere che molte persone, prima di te, ne hanno ampiamente beneficiato.

Non esiste la favola dell'amico. 

Ma esistono storie straordinarie di persone che davvero hanno trovato nuovamente una vita piena e significativa. 

Ma per cambiare e seguire le loro tracce, prima di tutto, devi conoscere, approfondire, trovare.

Per aiutarti in questo percorso, ci sono i percorsi di psicologia. 

Decidendo di intraprenderli, avrai modo di incontrare tutte le tecniche indispensabili per ritrovare equilibrio e benessere psicofisico. 

Ecco un piccolo assaggio, molto sommario, dei contenuti e delle caratteristiche dei percorsi:

  • Si può constatare che la buona volontà o il parlare con parenti e amici non è sufficiente e, che il malessere è troppo gravoso perché possa risolversi spontaneamente
  • Avere consapevolezza che chiedere aiuto è un gesto di grande maturità e forza.
  • Chiarire definitivamente il ruolo dello psicologo 
  • Apprendere strategie nuove e mirate per il problema presentato.

È il momento giusto per fare quello che non hai mai fatto prima per risolvere ciò che non ti fa stare bene?

L’unico vero errore è rimanere a guardare passivi la nostra sofferenza.

Info:

3478721360 

imisir@hotmail.it 

sabato 20 novembre 2021

Anche quando ti vuole aiutare, alla fine ti ostacola




È inutile, proprio non ce la fanno.

Anche quando gli "psicologi honoris causa" si mettono una mano sulla coscienza e cercano di venire, in modo autentico, incontro alle persone in difficoltà a causa dei motivi più svariati, ciò che ne risulta è un ulteriore groviglio di luoghi comuni e frasi preconfezionate.

Come si muovono e alzano un dito, questi signori finiscono sempre per fare confusione e rendere le persone ancora più confuse e smarrite. 

Quasi quasi è meglio quando non parlano facendo finta di niente.

Ecco la storia.

Travis (nome di fantasia) ha un problema di ansia. 

Commette l'errore di parlarne nella sala di attesa del medico di famiglia, o alla festa di compleanno di un amico. 

A questo punto entrano in azione i dispensatori di consigli. 

Chi sono esattamente? 

Sono una categoria di persone piuttosto curiose, che, mostrando di avere buone intenzioni. 

Suggeriscono al malcapitato (Travis in questo caso) quello che deve e non deve  fare della sua vita, sempre (ovviamente) basandosi sulla loro esperienza.

In sostanza, facendo riferimento solo alle loro vicende, di solito le conclusioni a cui giungono non sono applicabili ad altri casi. 

Dunque se vi trovate davanti ad una persona che sa tutto in fatto di psicologia senza che voi le abbiate chiesto un'opinione, che snocciola argomentazioni con saccenza, vuol dire che avete a che fare con un dispensatore di consigli. 

È meglio che vi allontanate. 

Ma d’altrocanto, di cosa ci stupiamo?

Per dare un buon consiglio, è bene che in primis questo sia richiesto. 

Queste sono storie di ordinaria amministrazione per chiunque abbia avuto la brillante idea di esporre in gruppo un proprio problema. 

In questa giornaliera ode al qualunquismo, però, esiste un sempre più numeroso gruppo di persone molto accorte che non solo riescono a tenerli a debita distanza, ma sanno eccezionalmente bene quanto sia fondamentale essere esperti della materia in questione. 

E non solo. 

Sono stati addirittura capaci di trasformare la frustrazione per le considerazioni ricevute, in una leva di vantaggio da sfruttare per lavorare davvero sulle proprie difficoltà. 

Chi sono queste persone?  

Sono quelle che hanno deciso di parlare dei propri problemi o difficoltà all'interno di un percorso psicologico, l'unica strada  che permette di lavorare seriamente sui problemi, senza ricorrere alle solite frasi “Il tempo sistema le cose” o “credi in te e ci riuscirai”. sono i tipici consigli che leggiamo sulle riviste per adolescenti e che poi intendiamo propinare a qualcun altro per cercare di aiutarlo. 

Quanti vorrebbero essere come queste persone?

Quanti vorrebbero ricevere invece i tipici consigli che si leggono sulle riviste per adolescenti poi  propinati a qualcun altro per cercare di aiutarlo?

Tu in che gruppo ti collochi? 




domenica 7 novembre 2021

L'importante funzione dell'ascolto



Una persona indiscreta vi parla degli altri; una persona noiosa vi parla di sé; un abile conversatore vi parla di voi”

Lisa Kirk 

La didascalia dell'immagine è una formidabile bussola per distinguere molte persone con cui hai a che fare. Dai semplici chiacchieroni a chi sa rendere magnetiche le proprie parole.

Questa che potremo definire una massima, della signora Kirk (una cantante e attrice americana d’altri tempi) è un buon consiglio, che ti può aiutare a  dirigere il tuo focus. 

Perché ti dico questo? 

Perché se possiedi questa abilità, allora sarà meglio concentrala su ciò che vuoi ottenere e sui risultati che vuoi  raggiungere.

Ma soprattutto, ascolta bene, questa abilità ti permetterà di capire bene la figura che meglio potrà aiutarti. 

Un professionista della relazione di aiuto sa che il protagonista della conversazione deve essere la persona che ha di fronte. 

Ma c’è un problema: anche se le persone ti ascoltano, saranno in grado, alla fine, di aiutarti?

Essere capaci di ascoltare in maniera attenta e producente non è così banale e semplice come sembra.

Nel quotidiano è pieno di guru e motivatori che danno consigli o formule rapide per “supportare” le persone; se ti piace credere che sia così banale fare il professionista della mente, sei libero di crederci.

In fondo, se ci caschi è perché sono riusciti a convincerti. 

Mi spiace molto. Ma nonostante tutto, spero non ripeterai l'errore. 

Dunque: le parole sono importanti, è quindi opportuno esser accorti quando comunichiamo con l'altro.

Soprattutto quando hai un obiettivo da raggiungere, qualunque esso sia (rinforzare l'autostima, lavorare su una paura, etc.) da dove puoi iniziare a lavorare per modificare il tuo atteggiamento mentale?

Anche se la persona di fronte a te ha compreso il problema dalle tue parole, non è assolutamente detto che riuscirà a darti una mano. 

Se vuoi davvero trovare il metodo giusto per te (attenzione: non esiste uno migliore di tutti, ma solo il più efficace per noi), hai bisogno di più che qualche consiglio da guru o qualche frase saggia.

Pensa a quante volte hai sentito Perché?" come risposta mentre parlavi del tuo problema. 

Ti faccio un esempio: una domanda come: «Perché sei furioso oggi?», genera  comportamenti di difesa e apre la strada ad una moltitudine di risposte.

Se come abbiamo detto le domande dirigono il nostro focus, basta fare una domanda e la nostra mente inizia a cercare subito delle risposte.

Ovviamente la domanda sarà studiata bene, anzi molto molto bene. 

Se poniamo la domanda corretta, il cervello di chi ci sta di fronte si metterà in cerca di risposte. 

Continuo a formarmi proprio per questo motivo, per raccogliere l'efficacia completa di ogni strategia, tecnica o strumento utile per imparare ad aiutare  qualunque persona mi trovo davanti.

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sabato 23 ottobre 2021

Quanto sei vulnerabile?



Sono le 6 del mattino, di una tranquilla giornata di primavera. 

Suona la sveglia. 

Ti alzi, fai colazione e, leggendo le notizie sul Corriere della Sera, scopri che il governo ha deciso di rendere illegale l'uso dei social. 

Così, dalla sera alla mattina, non hai più un profilo sulle varie piattaforme. 

Rilassati, non sto scrivendo questo articolo per spaventarti. 

La mia idea è quella di farti calare nei panni delle persone fuse con le varie identità digitali fatte di relazioni liquide, di  schermi luminosi e di solitudini nascoste. 

Il governo del fantastico mondo di Psilandia ha deciso, da un giorno all’altro, di bandire totalmente questa tipologia di intrattenimento. 

Un duro colpo che ha messo la parola fine a tutti i social in questo fantastico mondo. 

Ti ho rimandato questa suggestione perché la rapidità con cui è avvenuta  questa chiusura, mi ha ricordato i tempi odierni. 

Che tempi sono? 

Sono i tempi dei social e delle relazioni liquide, degli schermi luminosi e delle solitudini nascoste. 

La nostra è una modernità fragile.

Nell’era dei social media basta un click per avere tanti amici e per trovare o cambiare partner. 

Le relazioni spesso nascono con un messaggio e con un altro messaggio finiscono.

I nostri sono i tempi delle relazioni liquide, dell'assenza di impegno e responsabilità. 

L’uso dei social, che in una certa misura semplifica l’azione e la comunicazione con il mondo esterno, può sfociare, all’estremo, in una disattivazione delle risorse interne, in stati di passività e isolamento.

Come in Psilandia tutto è destinato a dissolversi in fretta.

Proliferano vissuti di paura, solitudine e vuoto.

Non vorrai mica rimanere così vulnerabile, giusto?

Non essendoci un treno speciale che ti porta a Psilandia, dove potrai stare al riparo dalle conseguenze dei social, dove appunto sono banditi, è purtroppo molto facile vedere situazioni simili a quella che ti ho raccontato.

Immagina le nostre difese dagli effetti indesiderati dei social network come degli scudi, ma rivestiti dello stesso alluminio con cui fanno le lattine delle bibite.

Basta un semplicissimo colpo di fionda, o una pietra, per vederlo perforare rovinosamente. 

Chiaramente nessuna società è nazione governo è nella posizione di cancellare queste piattaforme in una notte. 

Ma basta davvero poco ormai per creare danni irreparabili:


  • Irritabilità 

  • abbandono delle attività prima
    piacevoli per la persona

  • Diminuzione del coinvolgimento sociale e familiare

Potrei andare avanti per ore, ma credo tu abbia perfettamente capito il concetto essenziale.

Se hai bisogno di aiuto, di una mano, di lavorare su di te, hai bisogno di strutturarti da subito o trovare e restaurare ora i “buchi” che si sono creati negli anni.

Come fare?

Attraverso un percorso psicologico potrai  conoscere tutte le tecniche che hanno permesso a molte persone, di raggiungere risultati soddisfacenti e duraturi in termini di effetti da social network. 

Il lavoro su di te, permette di: 

- migliorare la vita emotiva e relazionale 

- apprendere nuovi modi di pensare e comportarsi

- prevenire ricadute future 

- migliorare il contatto con l’esperienza reale di sé stessi, degli altri e della vita

Non vorrai rimanere così vulnerabile, giusto?



domenica 10 ottobre 2021

I robot al post degli psicologi


Amazon ha annunciato l’imminente messa in vendita di Astro, una sorta di robot che funziona, in tutto e per tutto, come aiutante domestico dotato di ruote e occhi, il cui scopo sarà appunto aiutare a monitorare la casa in assenza del  proprietario

Immagino sia solo la prima versione di Astro e non possiamo ancora immaginare dove potrà arrivare nelle sue funzioni e cosa potrà fare questo robottino tra qualche anno.

Avremo tutti degli Hall 9000?  Il  supercomputer di bordo della nave spaziale Discovery nel film 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick. 

E magari arriveremo anche a sostituire gli psicologi con dei robot.

Potrebbe essere il sogno inconfessabile del sistema sanitario nazionale? 

Prova a immaginare quali risultati potresti ottenere assoldando un team di specialisti e instancabili terapeuti robotici (ancora meglio se sono dei T-800 alla Terminator, piuttosto che dei C-3PO alla Guerre Stellari).

Psicologi - robot che eseguono alla lettera il protocollo d'intervento per una specifica situazione. 

Androidi con specifiche competenze tecniche che consentono loro di comprendere il vussuto del paziente e di aiutarlo, abbassando drasticamente tempi e costi. 

Saprebbero creare in un solo incontro un clima di reciproca fiducia, per raggiungere obiettivi condivisi.

L'obiettivo finale di maggiore benessere intrapsichico ed interpersonale per la persona, verrebbe raggiunto sempre. 

È destinato a rimanere un sogno (per alcuni)?

Molto probabilmente sì, per fortuna. 

Perché anche se decine di professioni ogni anno vengono alleggerite (se non proprio sostituite) dall’utilizzo di robot, la maggioranza degli addetti ai lavori è assolutamente convinta che la figura dello psicologo in carne e ossa abbia ancora parecchi decenni davanti a sé.

Ecco perché non ci resta che affidarci alle conoscenze e competenze dello psicologo, il quale le mette a disposizione del suo paziente, affinché questi possa meglio riuscire ad attuare quei cambiamenti emotivi, cognitivi e comportamentali che desidera introdurre nella gestione della propria vita.

Questo è possibile, non è fantascienza.

INFORMAZIONI:

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venerdì 24 settembre 2021

Affrontare i leoni?



Pensa a questa situazione: ti trovi nella savana africana a scattare delle bellissime foto e ad ammirare il paesaggio meraviglioso. Arrivi in una prateria e, a pochi metri di distanza, scorgi un intero branco di leonesse che ti sta guardando con l’aria di chi ha deciso che sarai tu la cena.

Diciamo che sei spacciato ma, all’improvviso, compaiono davanti a te Batman, Flash, Spider-Man e Catwoman. 

Tutti pronti a difenderti dal pericolo.

Incredibile, vero?

Non così tanto se questo strano ed esagerato esempio lo adattiamo a ciò che succede quando si intraprende un percorso di cambiamento. Le difficoltà ed i problemi del quotidiano possono arrenderti, a volte, dietro l'angolo.

Ma che cosa succederebbe se al tuo fianco avessi Carl Rogers, geniale psicologo americano, fondatore dell'approccio non direttivo, pronto a consegnarti le sue migliori strategie?

E se, insieme a lui, avessi anche il supporto di Albert Ellis, l’ideatore della Rebt?

Ti sembra impossibile?

Certamente loro sono icone inarrivabili, tuttavia il loro pensiero ed i loro insegnamenti sono stati studiati a fondo per trovare il modo giusto per facilitare il cambiamento nelle persone.

In ogni momento, molte persone si pongono questa domanda: “come farà uno sconosciuto a capirmi?”

Oggi voglio rispondere con il termine Accertamento. Che cosa intendo esattamente? 

Mi riferisco alla fase iniziale, ossia alla valutazione operata dallo psicologo nelle prime sedute.

All'inizio di un percorso, avrai modo di ricevere gran parte degli insegnamenti tramandati dei mostri sacri che ho citato prima, a partire da diverse operazioni compiute dallo specialista al fine di valutare e comprendere sia il tuo  funzionamento globale, il disagio che porti, il problema che ti ha condotto a chiedere un consulto, ed infine la natura di tale disagio. 

Potrai comprendere come il disagio vissuto è derivante dalla relazione che intercorre tra pensieri, emozioni e comportamenti

Ma se tutto questo, per qualche motivo, non fosse abbastanza, c’è altro che devi sapere.

Nei percorsi di cambiamento potrai trovare:

  • il modo di capire da dove nasce il problema e quali sono gli elementi che lo mantengono impedendo il normale e sereno svolgimento della vita. 
  • un valutazione emotiva e cognitiva che si compie rispetto all’avere un problema o all’avere quello specifico problema. 

Se tutto questo ti sembra decisamente indicato per la tua situazione, allora rimarrai ancora più contento sapendo che puoi chiedere ulteriori approfondimenti e informazioni dettagliate, senza nessun vincolo. 

Chiedere informazioni è già di per sé terapeutico.. 

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venerdì 27 agosto 2021

Ci siamo?


«È sempre meglio avere una visione oscura e distorta dei fatti piuttosto che non averne alcuna»
, scriveva nel 1857 il grande fisico e chimico Michael Faraday. 

giovedì 19 agosto 2021

Ecco l’idea efficace quando meno te l’aspetti



“Devo dire che leggendo Albert Bandura, si comprende bene come, molto di ciò che impariamo è attraverso il potere del modello sociale"

Avere la testa immersa nella psicologia, è l’unico modo per favorire il cambiamento. 

“Ehi, non fare questo gioco. Tu sei grande, la tua sorellina, vedendoti, farà quello che fai tu imitandoti, ma per lei è un po’ troppo difficile". 

Quante volte abbiamo sentito frasi come questa? 

Una conversazione come tante, che ho avuto modo di sentire pochi giorni fa, che mi ha fatto subito tornare alla mente lo  psicologo canadese Albert Bandura, uno dei pilastri della psicologia del ‘900, scomparso a fine luglio. 

Non ci sono stregonerie o trucchi strani, quando passi le giornate a imparare nuovi concetti, a informarti, o semplicemente a leggere articoli sulla psicologia, i tuoi pensieri e le idee che affiorano al cervello non possono che essere legati, ogni tanto, all'apprendimento. 

Se leggi materiale di ottima qualità, i tuoi pensieri avranno modo di essere valutati meglio. 

Non è così strano vero?

Prendiamo proprio i contributi di Bandura sulla teoria dell’apprendimento sociale, dove ha spiegato l'esistenza di un apprendimento per osservazione, imitazione e modellamento

Ovviamente, così come il cambiamento o la risoluzione dei problemi, non puoi sperare che l'idea o la tecnica che darà una grossa mano al tuo percorso o che cambierà la tua vita arriverà per magia, se la tua attenzione è rivolta tutto il giorno a Instagram o a mettere like su Facebook.

L’idea efficace potrebbe arrivare nel momento che non ti aspetti, questo è vero, ma solo se hai allenato a fondo la tua mente. 

Leggere le opere di Albert Bandura può, con buona probabilità, contribuire alla comprensione della formazione e del trattamento specifico di alcuni disturbi, come le fobie.

Le opere di Albert Bandura hanno contribuito alla comprensione della formazione della personalità, della cognizione, della moralità, oltre che al trattamento specifico di alcuni disturbi, come le fobie.

Per ottenere risultati concreti nel mondo del cambiamento di te stesso è necessario che l’argomento principale dei tuoi interessi e dei tuoi pensieri (per un certo periodo) sia la psicologia. 

Se però vuoi trattare in modo definitivo i problemi devi andare oltre e includere altre strategie, come appunto un percorso.

Il concetto di autoefficacia, dimostra come le credenze personali circa le proprie capacità siano uno dei fattori più importanti nel determinare la probabilità di successi o insuccessi. 

È importante affinare anche la capacità di essere autoriflessivi e di agire: perché come avevano già capito molti saggi insegnanti, si impara molto osservando il comportamento degli altri. 

Un percorso di psicologia del cambiamento ti espone continuamente a nozioni su questi principi, per edempio:

  • quando affronti una sfida senti di poterti rialzare e raggiungere il tuo obiettivo o ti arrendi?
  • Il tuo dialogo interno è del tipo "penso di potercela fare!” o dubiti delle tue capacità di superare le difficoltà che la vita ti pone di fronte?

Se vuoi avere la certezza di aver trovato il percorso giusto per cambiare dovrai necessariamente confrontarti con la sua autoefficacia, ovvero la sua capacità di guidare e dirigere il comportamento, nello sviluppo di nuove capacità.

Maggiori informazioni:

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imisir@hotmail.it 

martedì 3 agosto 2021

Sono anche io un pó psicologo



Qualunque sia la nostra specialità, sia essa pratica oppure no, che sia innovativa o consolidata, ti permetterà di ottenere importanti risultati nell'aiutare le persone a stare meglio. 

Il problema concreto per farlo è che bisogna, ogni tanto, oltrepassare la linea di resistenza delle persone.

Tutto qui? 

Purtroppo no. A complicare le cose ci si mettono pure gli "esperti". 

Una barriera insidiosa fatta di obiezioni, critiche, alternative (reali o ipotetiche), pigrizie, giudizi negativi e molto altro.

Le persone possiedono un vero e proprio scudo che le tiene al riparo dai rischi, e puoi superarlo solo se il tuo sistema per aiutarle riesce a superare le loro resistenze al cambiamento. 

È un argomento che rientra in una materia di studi molto vasta che riguarda l’essere umano e le scelte che compie. 

C'è chi sceglie di farsi aiutare da uno specialista e chi rimane ancorato al "sentito dire". 

Il rischio di una scelta sbagliata nei due casi è decisamente diverso, e quindi il livello di “allerta” di chi vuole un cambiamento cambia.

Ecco dove sta l'insidia a cui alludevo prima: numerose persone pretendono di  conoscere una materia così complessa con lo stesso approccio che utilizza un usciere per indicarti dove sono i servizi. 

“Sono anche io un pò psicologo (sicologo nella sua variante più estrema)... Non racconto i fatti miei ad un estraneo… I panni si lavano in famiglia… Un lavoro inutile”

Sono solo esempi dei ragionamenti tipici di chi non ha ancora compreso in cosa consiste un percorso psicologico. 

È necessario convincere queste persone dell'infondatezza di queste affermazioni? 

Certo che no. 

Per arrivare tuttavia a chi ha veramente bisogno, per riuscire ad aiutarli, è necessario disarmare la diffidenza di alcune persone, comprenderne a pieno le esigenze e fare in modo che non venga ulteriormente confuso e messo in difficoltà dai "sono anche io un pó psicologo". 

Deve sapere che le due dimensioni sono diametralmente opposte e  completamente estranee l'una con l'altra. 

Ed è un processo sempre molto complicato e lungo. 

La materia di studio che spiega come ottenere questi risultati, ossia aiutare le persone nel modo corretto, è la psicologia, e il sistema operativo che applica i concetti in concreto è lo psicologo formato.

La conoscenza più che approfondita della psicologia è quindi indispensabile per un professionista della mente, ma da sola non è in grado di produrre risultati evidenti, incoraggianti e duraturi.

È necessario essere in grado di progettare un percorso tagliato minuziosamente sulle caratteristiche della persona. 

Non è possibile restare in balia del caso o della buona volontà delle persone, insomma dei soliti tuttologi. 

Una persona che ha bisogno di aiuto è un sistema complesso che spinge verso il proprio benessere e verso qualunque cosa possa aiutarla. A volte qualunque cosa sia.

Per risolvere il problema concreto di come mettere a terra e far germogliare i principi del percorso psicologico vero e proprio, hai solo da trovare lo specialista giusto.

Per maggiori informazioni:

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imisir@hotmail.it 

venerdì 16 luglio 2021

Quanto conta la natura?



Se ti dicessi che un giardino può insegnarti davvero molto sulla cura, ci crederesti?

Sì, ti assicuro che è proprio così e ne è un esempio un giardino dedicato esclusivamente al personale lavorativo di un ospedale. 

Nel corso degli anni si ha preso sempre maggiore concretezza la convinzione che è possibile ripensare al verde, soprattutto nei contesti di cura, dove, non è solo destinato, in modo esclusivo, al paziente, ma anche al personale medico. 

Il periodo così delicato della pandemia, che ha messo a dura prova la resistenza di chi ha lavorato nei nei reparti Covid, in condizioni di estremo stress fisico e psicologico, emerge nelle evidenze riportate dalle indagini condotte su territorio internazionale e italiano.

Per quanto il verde e l'ambiente naturale venga spesso apprezzato e ricercato, in verità, oltre ad ovvi e innegabili aspetti positivi, regala grandi insegnamenti dal punto di vista della ricerca del benessere psicologico e ti mostra come dietro ad una semplice frequentazione di un giardino ad esempio, ci siano molti elementi che dovresti notare e sfruttare per liberarti dei problemi che da tempo ti porti dietro. 

E sai qual è l’aspetto più interessante?

Hai la possibilità di raggiungere e soddisfare alcune tue necessità semplicemente uscendo di casa e raggiungendo un angolo verde. 

Questi, ovviamente, sono tutti aspetti che devono essere studiati bene, approfonditi, analizzati e applicati nella maniera corretta affinché siano efficaci.

Avevi mai pensato che dietro una modo di vivere, visto e rivisto in colloquio, si nasconde un mondo fatto di ricerca a studio? 

Per esempio uno studio promosso dal  Politecnico di Milano, per misurare il benessere psico-fisico delle persone, ha evidenziato risultati significativi. 

Gli operatori sanitari di un ospedale oggetto di studio, sottoposti a stress, a cui è stata datala possibilità di usufruire di un giardino della struttura e/o di un parco pubblico in prossimità dell’ospedale hanno mostrato minori tempi nel recuperare energie. 

Questo risultato, può portarci ad agire nei confronti di percorsi che prevedono e includono, oltre l'aspetto verbale e relazionale anche la frequentazione, che può essere immaginata, di veri e propri giardini, per dare maggior efficacia al trattamento. 

È preferibile quindi sviluppare un modo di pensare che ti permetta di andare oltre il classico modo di trattare i tuoi broblemi e le tue difficoltà. 

So bene che integrare questo modo di pensare e immaginare l'ambiente naturale  non è affatto semplice.

Per questo motivo ho deciso di provare ad integrare questa dimensione nella mia pratica professionale, per darti modo di beneficiare di tecniche immaginative su ambienti naturali, perché la natura... riesce ad essere sempre generosamente rigeneratrice.

Per maggiori informazioni:

IMISIR@HOTMAIL.IT

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venerdì 2 luglio 2021

È solo un momento, passerà



Tirando le somme, oggi sai di essere più attento e più riflessivo di quanto immaginavi.

Difficilmente tanto tempo fa ti aspettavi di essere ancora in piedi dopo due anni passati in questo modo, anche se magari non hai ancora risolto i problemi in modo definitivo. 

Diciamolo pure, se abbiamo una patologia fisica ci rivolgiamo il prima possibile a un medico, allora perché se abbiamo un malessere psicologico non ci rivolgiamo immediatamente al professionista che se ne occupa?

Tendiamo a rimandare e rimandare, accompagnati da un pensiero piuttosto comune “è solo un momento, passeràl"

È molto probabile tu li abbia solo rimandati di qualche mese, ma nella situazione in cui eri non potevi fare altro.

In fondo si rimanda, pur constatando che la buona volontà o il parlare con parenti e amici non è sufficiente e, che il malessere è troppo gravoso perché possa risolversi spontaneamente. 

Nel frattempo non è ancora scattata la scintilla che ti spinge a rivolgerti ad uno specialista quell’occasione speciale che ti farà andare in quella direzione è la consapevolezza che tutti abbiamo fragilità e commettiamo errori, ma ancora di più il riconoscere di non avere gli strumenti giusti per affrontare e risolvere il problema.

Mi sono sbagliato?

Mi sono allontanato troppo e queste considerazioni non ti hanno sfiorato? 

Non penso, sono abbastanza sicuro di  aver toccato argomenti che ti riguardano da vicino.

Posso comprendere benissimo che cosa hai passato e che problemi hai dovuto superare, perché sono gli stessi che hanno avuto  tutte le persone che sono alla ricerca della strada giusta per trovare stabilità e benessere. 

Ma c’è di più, una delle primissime regole di quando stai per intraprendere un percorso verso lo stare meglio è proprio sapere a chi stai scrivendo, perché solo così puoi iniziare a prendere in mano il telefono e chiamare il numero che tieni in tasca da mesi. 

Solo questo è il segno che vuoi cambiare le cose, e lo farai tu, in prima persona, ma con il supporto di chi, dopo aver “studiato” la situazione e quello che abbiamo fatto fino a quel momento e che non ha funzionato, sarà in grado di fornirci strategie nuove e mirate per il problema presentato.

Quindi non sto scrivendo a caso.

Se stai leggendo questo articolo è perché fai parte di quelle persone che non stanno solo a guardare ma sono alla ricerca della soluzione per uscire dalle sabbie mobili.

Chi inizia un percorso di trattamento psicologico è un individuo coraggioso perché è disposto a riconoscere di avere un problema e, a mettere in discussione comportamenti o atteggiamenti mentali che gli provocano malessere. 

Il benessere difficilmente arriverà da solo. 

Ma puoi fare qualcosa che aiuterà a farlo arrivare, e soprattutto a mantenerlo quando si presenterà.

Avere dei momenti di smarrimento è normale, così come commettere degli errori. Si sbaglia spesso: si sbaglia col partner, coi figli, sul lavoro e a volte nel rapporto con se stessi. 

Il segreto, se così possiamo definirlo, è non commettere l'errore di rimanere a guardare passivi la nostra sofferenza.

Solo così potrai comprendere i tuoi problemi in profondità e dare modo ad uno specialista di aiutarti a risolverli.

Questo è uno dei compiti del copywriting.

Per approfondire:

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Una dimensione nascosta

  Siamo portati a credere di sapere chi siamo: pensiamo di conoscere le nostre reazioni, le nostre paure e ciò che ci motiva. Eppure, quant...