sabato 16 maggio 2020

Leggere Kant e soffrire di ansia




Come si può incoraggiare una persona a leggere? E' provato diciamo scientificamente che se questa persona è obbligata a farlo, questo metodo è fallimentare.

Le biblioteche sono luoghi semisconosciuti ai più e forse luoghi esotici per quelli almeno curiosi. Rispetto a coloro che sanno già tutto non perdo tempo.

Se ci addentriamo un attimo in modo un po più approfondito nell'argomento potremo dire che fra tutti i libri è necessario menzionare i classici. Che cosa sono?

Te lo dice Umberto Eco: "i classici sono dei libri che tutti odiano perché sono stati obbligati a studiarli a scuola". Severo ma giusto, o quanto meno condivisibile.

Che cosa, tuttavia, ci possono insegnare questi libri di così tanto importante da scomodare anche gli psicologi?

Il nostro amico Kant ti avrebbe risposto grossomodo così: invece di chiederti come è fatta una cosa, chiediti come deve essere fatta per venire, da te, meglio conosciuta.

Che cosa vuole dirti?

Che non c'è modo migliore di trovare delle risposte del farsi delle domande.

Facciamo un esempio. Se sto vivendo delle situazioni d'ansia e queste complicano tantissimo la mia vita quotidiana, può essere sicuramente utile sapere che l'ansia è legata alla paura che qualcosa può accadere, ciò nonostante, è decisamente meglio porsi altri tipi di domande.

Consapevole di avere un problema, farsi delle domande è già di per se un atto terapeutico perché è l'espressione di un atteggiamento che comprende curiosità, apertura mentale e disponibilità ad accogliere alternative.

Insomma, se hai un problema di ansia (porto sempre questo esempio perché insieme alla depressione, sono i casi che tratto maggiormente) fatti sempre delle domande. Sempre.

Nel caso ti stessi chiedendo quali domande conviene farsi in riferimento ai casi nominati sopra, direi, senza ombra di dubbio, domande genuine, le migliori per trovare nuove prospettive: 

- Che cos'è?

- Come funziona?

- Perché succede?

- Come comincia?

Dopo che ti sei posto queste domande, dimenticati delle risposte che pensi di conoscere già.

Non cercare le risposte su internet.

Non tormentare gli amici.

Allora cosa posso fare?

Rivolgiti ad uno specialista psicologo, anche perché, ne sono certo, se non sei stato tu a perseguitare amici e parenti, sarai stato bersaglio di consigli non richiesti. Quindi non ti resta nient'altro da fare che trovare lo psicologo che fa per te, in questo modo ti affidi ad uno specialista che ha seguito un lungo percorso di formazione acquisendo le competenze necessarie per aiutarti.

Tieni anche presente, e su questo punto sarò molto diretto come sull'importanza di farsi domande che se stai convivendo in una condizione di incertezza sono portato a pensare che avrai già rimandato ad un altro momento una decisione che riguarda la situazione che temi o che ti da fastidio.

Avrai già cercato qualche professionista, ma con il telefono in mano alla fine avrai detto "lo farò più tardi o domani". In un primo momento questo può esserti utile, perché pensi di poter avere il controllo sulla situazione, di poterla gestire.

Ma il rimandare indebolisce inesorabilmente il nostro spirito d'iniziativa rendendoci sempre meno capaci di agire in modo volontario.

Concludo dandoti un consiglio che potrebbe essere già, di per se, terapeutico: prova ad iniziare a sospettare del tuo continuo rimandare il problema d'ansia. Immagina uno scenario dagli effetti indesiderati che il rimandare (di chiamare il professionista) può avere sulla tua vita. Questo può essere il modo migliore per attivare una reazione e fare quella benedetta telefonata.

Contattami (appunto) per saperne di più.

Un caro saluto

MT

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