sabato 27 giugno 2020

Perchè le persone non conoscono l'ipnositerapia?






Al giorno d'oggi, nella sanità,  conoscere le tecniche e gli strumenti che possono aiutarci, non è facile.

Un paziente (o se preferite, un cliente), prima di affidarsi alla cura con uno strumento, generalmente si pone la seguente domanda: " Chi mi dice che quella tecnica è davvero in grado di risolvere il mio problema? "

In pratica, le persone, dopo varie esperienze non andate a buon fine, non hanno più energie e la loro soglia di diffidenza nei confronti di tutti gli strumenti terapeutici è altissima.

A questo punto, come si può superare questa mancanza di fiducia? Cosa è possibile fare per comprendere a pieno le caratteristiche di una tecnica e poi gli evidenti benefici?

Provo a spiegarlo.

Personalmente ritengo esista un modo specifico che puoi utilizzare per capire e scegliere, ma prima di rendertelo chiaro, voglio parlarti dell'errore che in questo momento stanno facendo tantissime persone, pazienti, clienti.

Spesso per far conoscere una disciplina, o meglio, lo strumento principale di una disciplina, molti specialisti hanno scelto la via della comunicazione scritta attraverso, un sito internet.

Basta accedere anche solo a Facebook per essere bombardato da contenuti tutti, francamente, piuttosto simili.

Fotografie in alta definizione accompagnate da frasi a a effetto e video in stile cinematografico che comunicano, in questo caso, al popolo dei social, che il loro ultimo ritrovato in termini di tecnica di cura, è di qualità a prezzi onesti.

Questa tipologia di informazione piò esserti utile per comprendere a pieno ciò che ti serve per risolvere quel dannato problema?

Direi proprio di no!

Alcune pagine Facebook o Instagram saranno anche brave nel creare contenuti infografici di alta qualità, ma (purtroppo) non riescono a far comprendere correttamente il loro mezzo, non considerando quasi mai il dialogo mentale della persona che legge, la quale alla fine, frequentemente è una potenziale persona in difficoltà.

Cerco di spiegare meglio questo concetto.

Per far sapere di conoscere straordinariamente bene una tecnica terapeutica, non occorre "gridare" di essere il migliore, ma, semplicemente avere aiutato delle persone a risolvere il loro problema.

Queste persone, in maniera del tutto logica, se si sono trovate davvero bene, attraverso il passaparola, non faranno altro che descrivere (come meglio non si potrebbe fare) i benefici dello strumento che li ha aiutati.

Le persone che si sono trovate davvero bene rappresentano il modo migliore per diffondere le qualità di una tecnica.

Proprio per questo motivo ho deciso di creare una rubrica in questo blog dove parlerò essenzialmente dell' utilizzo dell'Ipnosi nella riabilitazione psicologica al cui interno si troveranno tutte le informazioni per:

 - conoscere finalmente e senza troppi giri di parole che cosa è l'Ipnosi

 - che cosa significa ipnositerapia

 - quali sono i principali campi d'azione in cui agisce

 -  i disturbi più frequentemente trattati

Ma soprattutto:

- le testimonianze di chi ha beneficiato dell'ipnosi come strumento terapeutico.

Mi auguro quindi che sentire, in presa diretta, il resoconto di una persona, che prima era esattamente al tuo posto, possa essere, per te, ulteriore motivo di comprensione di cosa è meglio tu faccia per risolvere il tuo problema.

A presto.

MT

Studio di -----> Ivrea

Studio di -----> Torino

sabato 20 giugno 2020

Ci sono articoli e articoli.




Sono abbastanza convinto che attraverso gli articoli si gioca la guerra dell'attenzione. A che cosa mi riferisco dicendo "guerra"?

Mi riferisco alla capacità di raggiungere le persone che hanno bisogno di una soluzione per risolvere i loro problemi. Ho parlato non a caso di capacità, perchè prima di raggiungere una persona, occorre comprendere appieno la sua richiesta, conquistando la sua fiducia.

I cambiamenti repentini nel modo di comunicare della società, stanno creando non pochi grattacapi a chi ha bisogno, ma anche agli specialisti che di quel bisogno si devono occupare.

Sintetizziamo i principali fattori di cambiamento:

* E' esploso il numero di autori di articoli (blog, Facebook, Instagram, Linkedin solo per citare i più popolari luoghi di condivisione) e di conseguenza la quantità di contenuti prodotti è aumentato. Cosa genera tutto questo? Semplice (apparentemente), come dicevo sopra, un conflitto dell'attenzione, nella quale le persone che cercano una mano, dedicano (in modo irragionevole) sempre meno tempo ad una lettura attenta, ragionata e sopratutto proficua.

* Diverse testate autorevoli, nel loro complicato e affannato tentativo di rimanere sulla cresta dell'onda, stanno lasciando sul terreno articoli eccellenti, perchè "poco spendibili".

* Gli individui che sentono la necessità di un aiuto, devono essere raggiunti in tutte le fasi del problema, rispondendo ad esigenze ed interessi diversi, a seconda del disturbo lamentato. Questo significa alimentare molteplici canali in maniera continuativa.

* E' diminuita (fortunatamente) l'efficienza della pubblicità tradizionale, ritenuta, giustamente, inefficace.

* Occorre tenere conto che molti specialisti, per quanto capaci, non hanno ancora competenze nella divulgazione del loro sapere attraverso i materiali.

Il problema che mi preme evidenziare in questo articolo, è che molti specialisti continuano ad intendere per contenuto divulgativo solo ciò che parla di loro e del loro servizio, utilizzando (ahimè) una forma autocelebrativa ed esclusivamente pubblicitaria.

Io sono convinto che occorrerebbe considerare i contenuti che si scrivono una parte fondamentale (fondamentale non secondaria) della propria formazione.

Perchè "perdere"tempo dedicando energie nel trovare il modo giusto di scrivere contenuti?

Sostanzialmente per due motivi.


1) Perchè i sistemi comunicativi cambiano, ma il contenuto resta.

2) Perchè al centro c'è sempre la persona con il suo problema. Sempre.

Molti sostengono di mettere sempre al centro delle loro produzioni la persona, ma di fatto, leggendo tanti e tanti articoli, post, scritti vari, la comunicazione segue solo logiche promozionali e non dell'ascolto e della comprensione della domanda, non dando minimamente importanza alla relazione.

Risultato?

Nella maggior parte dei casi, il solito formato trito e ritrito, riproposto 10 - 100 -1000 volte.

Una delle parole alla moda (cool) da qualche tempo è storytelling. Pochi però sono gli esempi di narrazioni pensate in base alle esigenze vere della parsona, mentre prevalgono i racconti che esaltano la storia della propria scuola di pensiero, dei propri maestri, delle fonti miracolose nelle quali si sono dissetati per diventare quel che sono.

Scrivere con passione, invece, è certamente una strategia di promozione, ma non si limita minimamente al "farsi conoscere". E' una tecnica che ti permette di ragionare come il destinatario del tuo scritto, analizzando con cura i reali bisogni contenutistici delle persone a cui ci riferiamo, creando di conseguenza articoli strutturati e continuativi.

Ciascun professionista dovrà trovare un modello coerente con la sua specializzazione, scegliendo se produrre contenuti per informare, aiutare o prevenire.

Se, come ho detto, la persona è sempre al centro del contenuto, e lui, solo lui deve essere il protagonista, dovrà avere queste opportunità:

- Comprendere il contenuto velocemente ed in modo chiaro

- Confrontare il proprio problema con quello dell'articolo

- Trovare i punti in comune

- Beneficiare delle possibili strategie proposte per risolverlo

Buona ricerca!

In questa sede trovi l'approccio a cui mi riferivo sopra -----> QUI

Anche -----> QUI

martedì 16 giugno 2020

Posso contare sulle mie risorse?







Se c'è una cosa di cui mi senti parlare più spesso rispetto ad altri argomenti, tutti di grande e comprovata importanza ovviamente, è che un certo di livello di ansia e di paura nella vita di tutti noi è essenziale per sopravvivere.

Tu che cosa puoi fare per esempio?

Puoi darti da fare per essere in grado di restare sempre aggiornato sulle ultime tecniche e strategie che ti permettono di sfruttare nel migliore dei modi queste emozioni intrinseche.

Questo non deve in alcun modo sconvolgere del tutto le tue fondamenta, snaturando abitudini, vizi e caratteristiche della tua vita.

Sono d'accordo, ma allora che cosa dovrei fare esattamente?

Ormai ho perso il conte del numero delle volte, ed è comprensibile nel modo più assoluto, in cui mi è stato chiesto "cosa devo fare se dovessi ricominciare da zero nell'affrontare la mia ansia?"

La risposta, naturalmente è, "Dovresti prima di tutto mettere in pratica quello che trasmetto nelle sedute, perchè è esattamente quello che ti serve fuori dalla sedute".

Recentemente sono arrivato a un livello di consapevolezza ancora più profondo della questione. Mi sono reso conto che non tutte le persone partono dalla medesima situazione di vita.

A che cosa mi riferisco?

A questo:

 - c'è la persona che ha, alle spalle, già dei percorsi di cura per quella fastidiosa ansia

 - c'è la persona spinta da altri, in genere il partner o i familiari, ad affrontare il disturbo

 - c' è la persona che per quell'attacco ansioso è la prima volta che prende in considerazione un aiuto

e molti altri scenari.

Quindi ho voluto pormi una domanda ancora più dettagliata: " se dovessi scrivere una carta delle leggi della cura dell'ansia, qualcosa che permetterebbe a chiunque ne soffra (indipendentemente dalla situazione di cui sopra) di stare meglio, che cosa scriverei nero su bianco?

Così da tempo ho deciso di condurre un'approfondita analisi di vari studi e ricerche che riguardano persone ansiose in cura, per capire sempre meglio quali sono le difficoltà che si sono ritrovati ad affrontare fuori dalle mure sicure dello studio.

E sono giunto ad una possibile conclusione, supportata da queste ricerche.

La maggior parte delle persone che soffre di ansia non ha ben chiaro che cosa fare, quando, inevitabilmente dallo studio del terapeuta bisogna uscire.

Molte purtroppo si affidano al ricordo di cosa è stato fatto. Purtroppo, nella maggioranza dei casi, non basta.

Seguono un principio e un modello di riferimento e continuano a seguirlo per tanto tanto tempo, senza chiedersi veramente se ciò che stanno facendo sia utile e funzioni per l'ansia.

Ho immaginato cosa potrebbe fare una persona che ha compreso esattamente come trattare il suo problema ansioso una volta chiusa la porta:

- quali azioni mettere in campo

- che tecniche rispolverare di quelle apprese

- che tempistiche imporsi

Insomma tutto quello che gli consente di stare bene, per un lungo periodo, camminando con le proprie gambe.

Insomma indipendentemente che tu abbia alle spalle un lungo cammino di terapia o non conosca nemmeno lontanamente lo studio di uno psicologo, devi sapere cosa fare.

Devi portarti fuori la cosa più importante dallo studio e tenertela sempre li con te, in ogni momento ovvero, se cambi il modo in cui pensi, puoi cambiare il modo in cui ti senti.

Se possiamo definire un "libretto delle istruzioni" per contrastare l'ansia, ciò che avviene nelle sedute dallo psicologo, nella prima pagina ci sarebbe sicuramente scritto quella frase li sopra.

E' naturale quanto il padroneggiare al meglio questa tecnica in modo autonomo necessiti di un lungo allenamento dentro lo studio, per utilizzarlo al meglio, come ho gia detto, fuori dallo studio.

Per entrare e dare un'occhiata allo Studio ad Ivrea, clicca -----> qui

Se invece ti è più comodo Torino -----> qui

MT





martedì 9 giugno 2020

Le grandi promesse









Una leggenda che da molto tempo circola negli ambienti delle star hollywoodiane, racconta dell'esistenza di un organizzazione economicamente potente che avrebbe creato un programma di "salvataggio" per quelle stelle sottoposte a livelli di stress insopportabili.

Il "Programma", così sarebbe definito, funzionerebbe pressapoco così: individuata una celebrità con seri problemi legati all'abuso di alcol, all'uso di sostanze, a comportamenti autolesivi, verrebbe avvicinata da questa organizzazione con la proposta di adesione al Programma. 

Verrebbe simulata una morte accidentale e ricche tangenti aiuterebbero a far si che medici legali e agenti di polizia non siano troppo meticolosi negli esami e nelle indagini. 

Fatto questo, la celebrità seguirà un programma di riabilitazione e di consulenza psicologica, lontano da riflettori e riviste patinate, permettendole gradualmente di recuperare una vita privata con una nuova identità.

Perché ti dico questo?

Te lo dico perché se hai un problema che vuoi risolvere, sia esso di ansia o depressivo, o magari altro ancora, o sei una stella del cinema oltreoceano, o rischi, molte volte di incappare in "grandi promesse".

A che cosa mi riferisco? Te lo spiego subito.

Anche io, come te, leggo molti articoli su internet o sui giornali, cercando di farmi un'idea (nel mio caso) delle proposte e del lavoro di colleghi e professioni affini alla mia in fatto di cura psicologica della persona. 

Spesso quindi mi imbatto in "grandi promesse", in "soluzioni facili", in "disturbo vario NO GRAZIE". Studiandoli con un po di interesse molte vole mi domando, una promessa importante ad una persona può arrecare dei danni?

La risposta e si quando va oltre le tue capacità di mantenerla. 

Purtroppo molti professionisti pensano, magari anche in buona fede,  che il modo migliore di incoraggiare le persone nel rivolgersi a loro, sia quello di partecipare a una sorta di gara a chi la spara più grossa. 

Perché ne parlo invece di dedicarmi esclusivamente alla cura?

Per il semplice motivo che questo tipo di condotta servirà solo ed esclusivamente a creare ulteriore confusione nelle persone già confuse a causa dei problemi che si portano dietro. 

Partiamo da un principio: quello che tendenzialmente leggiamo nelle campagne pubblicitarie dei vari professionisti della salute è un messaggio dove la persona, attraverso promesse super potrà in poco tempo mettere le briglie al proprio disturbo. 

Se mi segui da tempo, o quanto meno hai letto alcuni dei miei articoli, sai che quel modo di muoversi è uno strumento che io ho sempre criticato, anche aspramente.

Lo considero un errore, anche se comprensibile. 

Tuttavia, anche se comprensibile, è un errore al quale la gente farebbe decisamente a meno. 

Quindi cerca di comprendere fino in fondo questo concetto: produrre in serie contenuti quali: aforismi visti e rivisti, studi smentiti che smentiscono altri studi, vignette motivazionali, infografiche scopiazzate, è fare “comunicazione” anche fatta male. Il mio mestiere è fare“azione”.  

Prendo il mondo della danza come modello e ti faccio un esempio. 

Non puoi inventarti che, grazie al tuo sistema di apprendimento, il cliente saprà ballare come Patrick Swayze in Dirty Dancing in due settimane se questa cosa non è vera. 

Perchè? 

Semplice, verrà a cercarti proprio come Patrick Swayze ma del Duro del Roadhouse! 

Tienilo bene a mente quando ti addentri nella giungla dei siti che parlano di cure psicologiche. 

Se inizi a trovare siti con promesse che poi non potranno mantenere, ti farai una cattiva idea dei professionisti psicologi, che si diffonderà a macchia d’olio e che ti metterà sempre più in difficoltà. 

E come puoi ben immaginare, nessuno vuole complicarsi ulteriormente la vita. 

La psicologia e lo psicologo sono tutto un altro sport.

Ed è uno sport in cui devi diventare come un telecronista esperto se non vuoi vedere aumentare la confusione dentro di te, soprattutto in un periodo di crisi come quello a cui stiamo andando incontro.

Per imparare a scovare le risorse che ti saranno utili, però, non basta leggere un paio di articoli quando siamo dell'umore giusto, per quanto possa essere una strategia.

Ecco perché aggiorno frequentemente il mio Blog: un luogo dedicato all'aiuto nella sua fase iniziale. 

Se stai leggendo questo articolo non c’è bisogno che io vada avanti, sai perfettamente dunque che questo è il “posto” perfetto per trovare tutto ciò che ti serve e il primo passo dunque è fatto...

Come sempre ti ricordo dove puoi trovarmi: 

Qui  a Ivrea 

Qui  a Torino 


MT





sabato 6 giugno 2020

Quello che penso








Ti chiedo di osservare attentamente questi due dadi. Secondo te hanno le stesse dimensioni o hanno dimensioni diverse? 


                                        


Risposta: il puntino rosso del dado più distante dalla tua visuale sembra più grande,  ma incredibilmente i due puntini rossi hanno esattamente la stessa dimensione.

Non mi addentrerò chiaramente nei meandri della psicologia generale, sezione percezione, ti basti sapere (se vorrai approfondire) che questa illusione percettiva, si chiama "illusione di Ebbinghaus".

Perché ti ho detto questo?

Perché se mi segui da un pò di tempo, leggendo  sempre gli articoli che scrivo, forse hai cominciato a comprendere la mia concezione del disturbo e delle difficoltà che le persone, che si rivolgono a me, si trovano ad affrontare.

A che cosa mi riferisco?  Te lo spiego con un' esemplificazione:

non è la situazione in se, concreta, che ci crea il disturbo, ma la nostra rappresentazione mentale, che farà si che il disagio psicologico si crei e si mantenga nel tempo.

Il problema non è:

  • la paura di volare
  • la fine di una relazione sentimentale
  • il parlare in pubblico
  • una perdita

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ma la reazione emotiva che suscita la nostra valutazione di questi eventi. La nostra valutazione, bada bene, quando sbagliata, porterà al disturbo. 

Spesso mi trovo a formulare durante il primo incontro questa domanda " vorresti cambiare qualcosa che ritieni possa non andare bene?"

Il più delle volte le risposte che ricevo arrivano da persone che sono scoraggiate, arrivate nel mio studio da precedenti tentativi di "fare qualcosa" per i loro problemi attraverso buon senso e buona volontà, più raramente dalla lettura di libri miracolosi. Queste persone mi parlano della loro lotta contro un ostacolo specifico, di avere giornate "no" o paure e ossessioni che non gli danno  tregua. 

Mi raccontano della loro sensazione che agli altri vada sempre tutto bene, mentre a loro, al contrario, tutto storto e non tengono conto del fatto che tutti affrontano problemi di cui gli altri non sono affatto conoscenza. 

Ferma a questo pensiero, la persona tende ad avere il vizio di procrastinare all'infinito l'affrontare il proprio problema, finché non diventa quasi troppo tardi. Ho conosciuto uomini e donne che avevano la pessima abitudine di evitare le situazioni che li spaventavano o li limitavano per paura, timidezza o scarsa autostima. 

Attraverso il trattamento riabilitativo ed il percorso terapeutico, sono riusciti ad uscire dai vicoli ciechi nei quali si erano cacciati. Le tecniche che io utilizzo e che applico, le ho provate su di me e le ho trovate estremamente utili perché mi hanno aperto gli occhi su nuovi modi di pensare, di comportarmi e di sentire.


                                            



Prima di contattarmi, ponetevi una domanda fondamentale. Chiedetevi SUBITO:

"Voglio veramente cambiare?" 



Contattami QUI per lo studio di Ivrea -----> o QUI per lo studio di Torino






martedì 2 giugno 2020

Gli ambienti naturali come strumento psicologico



Facciamo questo esercizio che piace tanto ai guru delle pratiche new age. Chiudi gli occhi e dimmi, cosa vedi nel tuo futuro?

Naturalmente non ho la minima idea (nonostante sia uno psicologo!) di cosa vedano i tuoi occhi, ma io so che mi si para davanti uno scenario di dubbi, ma anche di certezze, nel quale potranno stare meglio solo le persone che hanno fatto le scelte corrette.

A che cosa mi riferisco esattamente? Di che scelta sto parlando, e come si arriva a prenderla con certezza?

Faccio ancora una piccola premessa: tutti hanno bisogno di un'arma segreta! Nei film di fantascienza quando il cattivo sta per sferrare l'attacco decisivo per sconfiggere l'eroe ecco che spunta qualcosa che ribalta la situazione. Nello sport quando tutto sembra perduto, il campione tira fuori quel colpo che segnerà per sempre il destino della partita.

Nella vita di tutti i giorni le persone più attente (o che mi seguono da tempo!) hanno la natura.

Occorre decisamente che mi spieghi meglio.

Se stai leggendo questo articolo, potrebbe significare che mi segui da diverso tempo e quindi probabilmente sai già che essere in possesso delle giuste informazioni e delle giuste strategie, nel mondo della cura psicologica, fa tutta la differenza del mondo.

Oggi ti parlerò della frequentazione di ambienti naturali. Anche se può sembrare ovvio, la frequentazione di ambienti naturali, siano essi boschi, prati, il parco sotto casa, la montagna o il mare, può dare una grossa mano al benessere psichico e di conseguenza anche fisico.

La scienza ora, casomai c'è ne fosse stato bisogno, attraverso rigorose ricerche sta confermando ipotesi conosciute da sempre. Conosciute da chi però? Come ti dicevo dalle persone più attente o sensibili se preferisci.

A parte la sensazione quasi immediata di calma e soddisfazione che puoi provare all'aria aperta a contatto con il verde, le escursioni nella natura sono portentose se, ad esempio, sei un tipo che tende a rimuginare troppo.

Ansia, depressione, paura accompagnano la vita di molta gente, di questo mi occupo e lo so bene. E so bene come trattarle.

Gli scienziati invece, che sono più interessati ai dati, ci dicono che, trascorrere del tempo in mezzo alla natura riduce notevolmente pensieri negativi e ossessivi.

Se può interessarti, mi riferisco a questa -----> ricerca

Trascorrere più tempo in mezzo alla natura insomma, può portarti grandi benefici a livello psicologico.

E se una semplice passeggiata in un bosco diventasse, attraverso tutta una serie accorgimenti, uno strumento psicologico?

Mi spiego meglio.

Se la persona venisse coinvolta in un'attività, attraverso la guida di uno specialista altamente formato, con l'obiettivo di raggiungere obiettivi terapeutici specifici e documentati?

Prendiamo una camminata in montagna, non pensare al prodotto finale dell'escursione, quanto al processo in sé, che avrà un'influenza positiva sulla tua psiche.

La bella notizia per te è che questa realtà oggi sta crescendo e si sta fortificando sempre di più.

Quando ho iniziato a studiare psicologia ci fosse stato uno strumento come questo, che possiamo tranquillamente chiamare terapia verde, avrei sicuramente fatto di tutto per potervi accedere prima di chiunque altro, così da poterne beneficiare per poi trasmetterla oggi ai miei pazienti

Tuttavia, purtroppo, rispetto agli anni a cui faccio riferimento, non esisteva nulla del genere. 

Quindi, tutto quello che adesso è racchiuso in quello che potremmo definire la tecnica a chilometro zero per definizione del benessere individuale, ho dovuto impararlo tra numerosi libri, articoli, esperienze pratiche e tanto tanto studio.

Che cosa potrai trovare nella tecnica psicologica verde?

- Uno strumento che conduce le persone attraverso un percorso composto da varie fasi, con un preciso protocollo in grado di stimolare, attraverso i benifici dell'ambiente circostante, sensazioni di benessere.

- Profondi benefici a livello delle emozioni.

- Percorsi specifici studiati sulla specificità della singola persona.

Posso affermare, senza timore di essere smentito, che non esiste una pratica così semplice ma al tempo stesso così ricca di piccoli benefici. Senza controindicazioni.

Se ho attirato la tua attenzione e vorresti saperne di più contattami qui ------> 3478721360

O scrivimi qui -----> imisir@hotmail.it

I progetti a cui sto lavorando riguardano proprio l'applicazione delle tecniche psicologiche negli ambienti naturali come forma di terapia per la mente.

MT



Teresa

L’ansia spesso ci appare come un ostacolo insormontabile, un segnale che qualcosa di terribile sta per accadere.  Ci immobilizza, ci fa per...