Se c'è una cosa di cui mi senti parlare più spesso rispetto ad altri argomenti, tutti di grande e comprovata importanza ovviamente, è che un certo di livello di ansia e di paura nella vita di tutti noi è essenziale per sopravvivere.
Tu che cosa puoi fare per esempio?
Puoi darti da fare per essere in grado di restare sempre aggiornato sulle ultime tecniche e strategie che ti permettono di sfruttare nel migliore dei modi queste emozioni intrinseche.
Questo non deve in alcun modo sconvolgere del tutto le tue fondamenta, snaturando abitudini, vizi e caratteristiche della tua vita.
Sono d'accordo, ma allora che cosa dovrei fare esattamente?
Ormai ho perso il conte del numero delle volte, ed è comprensibile nel modo più assoluto, in cui mi è stato chiesto "cosa devo fare se dovessi ricominciare da zero nell'affrontare la mia ansia?"
La risposta, naturalmente è, "Dovresti prima di tutto mettere in pratica quello che trasmetto nelle sedute, perchè è esattamente quello che ti serve fuori dalla sedute".
Recentemente sono arrivato a un livello di consapevolezza ancora più profondo della questione. Mi sono reso conto che non tutte le persone partono dalla medesima situazione di vita.
A che cosa mi riferisco?
A questo:
- c'è la persona che ha, alle spalle, già dei percorsi di cura per quella fastidiosa ansia
- c'è la persona spinta da altri, in genere il partner o i familiari, ad affrontare il disturbo
- c' è la persona che per quell'attacco ansioso è la prima volta che prende in considerazione un aiuto
e molti altri scenari.
Quindi ho voluto pormi una domanda ancora più dettagliata: " se dovessi scrivere una carta delle leggi della cura dell'ansia, qualcosa che permetterebbe a chiunque ne soffra (indipendentemente dalla situazione di cui sopra) di stare meglio, che cosa scriverei nero su bianco?
Così da tempo ho deciso di condurre un'approfondita analisi di vari studi e ricerche che riguardano persone ansiose in cura, per capire sempre meglio quali sono le difficoltà che si sono ritrovati ad affrontare fuori dalle mure sicure dello studio.
E sono giunto ad una possibile conclusione, supportata da queste ricerche.
La maggior parte delle persone che soffre di ansia non ha ben chiaro che cosa fare, quando, inevitabilmente dallo studio del terapeuta bisogna uscire.
Molte purtroppo si affidano al ricordo di cosa è stato fatto. Purtroppo, nella maggioranza dei casi, non basta.
Seguono un principio e un modello di riferimento e continuano a seguirlo per tanto tanto tempo, senza chiedersi veramente se ciò che stanno facendo sia utile e funzioni per l'ansia.
Ho immaginato cosa potrebbe fare una persona che ha compreso esattamente come trattare il suo problema ansioso una volta chiusa la porta:
- quali azioni mettere in campo
- che tecniche rispolverare di quelle apprese
- che tempistiche imporsi
Insomma tutto quello che gli consente di stare bene, per un lungo periodo, camminando con le proprie gambe.
Insomma indipendentemente che tu abbia alle spalle un lungo cammino di terapia o non conosca nemmeno lontanamente lo studio di uno psicologo, devi sapere cosa fare.
Devi portarti fuori la cosa più importante dallo studio e tenertela sempre li con te, in ogni momento ovvero, se cambi il modo in cui pensi, puoi cambiare il modo in cui ti senti.
Se possiamo definire un "libretto delle istruzioni" per contrastare l'ansia, ciò che avviene nelle sedute dallo psicologo, nella prima pagina ci sarebbe sicuramente scritto quella frase li sopra.
E' naturale quanto il padroneggiare al meglio questa tecnica in modo autonomo necessiti di un lungo allenamento dentro lo studio, per utilizzarlo al meglio, come ho gia detto, fuori dallo studio.
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MT
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