sabato 6 giugno 2020

Quello che penso








Ti chiedo di osservare attentamente questi due dadi. Secondo te hanno le stesse dimensioni o hanno dimensioni diverse? 


                                        


Risposta: il puntino rosso del dado più distante dalla tua visuale sembra più grande,  ma incredibilmente i due puntini rossi hanno esattamente la stessa dimensione.

Non mi addentrerò chiaramente nei meandri della psicologia generale, sezione percezione, ti basti sapere (se vorrai approfondire) che questa illusione percettiva, si chiama "illusione di Ebbinghaus".

Perché ti ho detto questo?

Perché se mi segui da un pò di tempo, leggendo  sempre gli articoli che scrivo, forse hai cominciato a comprendere la mia concezione del disturbo e delle difficoltà che le persone, che si rivolgono a me, si trovano ad affrontare.

A che cosa mi riferisco?  Te lo spiego con un' esemplificazione:

non è la situazione in se, concreta, che ci crea il disturbo, ma la nostra rappresentazione mentale, che farà si che il disagio psicologico si crei e si mantenga nel tempo.

Il problema non è:

  • la paura di volare
  • la fine di una relazione sentimentale
  • il parlare in pubblico
  • una perdita

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ma la reazione emotiva che suscita la nostra valutazione di questi eventi. La nostra valutazione, bada bene, quando sbagliata, porterà al disturbo. 

Spesso mi trovo a formulare durante il primo incontro questa domanda " vorresti cambiare qualcosa che ritieni possa non andare bene?"

Il più delle volte le risposte che ricevo arrivano da persone che sono scoraggiate, arrivate nel mio studio da precedenti tentativi di "fare qualcosa" per i loro problemi attraverso buon senso e buona volontà, più raramente dalla lettura di libri miracolosi. Queste persone mi parlano della loro lotta contro un ostacolo specifico, di avere giornate "no" o paure e ossessioni che non gli danno  tregua. 

Mi raccontano della loro sensazione che agli altri vada sempre tutto bene, mentre a loro, al contrario, tutto storto e non tengono conto del fatto che tutti affrontano problemi di cui gli altri non sono affatto conoscenza. 

Ferma a questo pensiero, la persona tende ad avere il vizio di procrastinare all'infinito l'affrontare il proprio problema, finché non diventa quasi troppo tardi. Ho conosciuto uomini e donne che avevano la pessima abitudine di evitare le situazioni che li spaventavano o li limitavano per paura, timidezza o scarsa autostima. 

Attraverso il trattamento riabilitativo ed il percorso terapeutico, sono riusciti ad uscire dai vicoli ciechi nei quali si erano cacciati. Le tecniche che io utilizzo e che applico, le ho provate su di me e le ho trovate estremamente utili perché mi hanno aperto gli occhi su nuovi modi di pensare, di comportarmi e di sentire.


                                            



Prima di contattarmi, ponetevi una domanda fondamentale. Chiedetevi SUBITO:

"Voglio veramente cambiare?" 



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