sabato 16 gennaio 2021

Tecnologia o uomo?



Quello di digitalizzare il lavoro e, dove possibile, escludere i dipendenti in carne e ossa è un miraggio inseguito da parecchi imprenditori e dirigenti visionari.

Il 2020 è l’anno che, per via del covid, ha fatto accelerare moltissimo l’utilizzo di tecnologie che hanno realizzato questo obiettivo in diversi settori.

Un articolo recente di una prestigiosa rivista internazionale di psicologia, mette in evidenza alcuni trend e, secondo gli specialisti, alcuni campi di utilizzo hanno “saltato il fosso” e manterranno in pianta stabile la sostituzione uomo/macchina.

Principalmente, si parla con entusiasmo di software che sostituiscono i dipendenti ad esempio:

  • nella gestione di piattaforme per servizi finanziari;
  • nelle operazioni di cassa in banca, con conseguente scomparsa degli sportelli;
  • nella gestione delle vendite online da parte degli e-commerce.

A seguito di questa evoluzione, sono aumentate le  persone che si domandano se le nuove tecnologie saranno in grado di contrastare da sole i disturbi e le problematiche di tipo psichico. 

Ma è la soluzione giusta ai problemi che fino ad oggi hai portato fra le quattro mura di uno studio?

Ragiona per un momento sulla motivazione che spinge molte persone a domandarsi sulle potenzialità di questa sostituzione.

In genere si cerca un vantaggio economico e, forse, meno difficoltà che sono tipiche dei rapporti tra persone.

Passando per la ricerca di un’efficienza “standard” garantita e un miglioramento delle prestazioni, potendo contare su presenza 24 ore su 24.

Sulla carta potrei avvicinarmi a comprendere un minimo ogni soluzione che può migliorare anche di poco, il trattamento dei disturbi di tipo psichico. 

Ma sei certo che sia magari un software la soluzione?

La sostituzione dello “strumento uomo” ha senso se ti dà effettivamente dei vantaggi che si traducono, in questo campo, in benessere. Un miglioramento netto di una condizione. 

In questo ambito affermazioni come: “migliorare le performance” può essere insidiosa e magari ingannevole, perché uno psicologo virtuale potrebbe compiere interventi più mirati e più struttursti, ma non garantisce che potrai stare meglio. 

L’elenco dei campi di impiego in psicologia che presenta l’articolo non è adatto a questa evoluzione.

La maggior parte di quelle voci è legata alla riabilitazione psicologica, e per questa mansione serve l'interazione, la relazione, il calore umano perché sono ancora l’arma migliore. Non so se lo saranno per sempre. Per ora è così. 

“Ma quindi mi stai dicendo che l'intelligenza artificiale non potrà mai fare psicologia?”

Non esattamente.

Come per altri campi, anche in psicologia non esiste quella online, che chiameremo "fai da te" e quella offline, che potremo definirla "in studio" ma solo l'efficacia.

I mezzi attraverso il quale una persona cerca di far fronte ai propri problemi sono  vari, ma ad interagire attraverso una relazione con chi sta affrontando un problema, ad oggi, ci deve essere sempre un’altra persona. 

Ovviamente è meglio se è capace, efficace e preparato.

Non dico che in futuro lo scenario non possa essere questo, ma a te servirà sempre lo strumento che ti farà stare meglio, che sia in grado di trattare nel modo più efficace il tuo problema.

A questo scopo non basta trovare le informazioni migliori, quello che devi possedere è lo strumento tecnologicamente più all’avanguardia ossia un buon professionista. 

E cosa intendo per buon

Intendo quello che oltre ad essere qualificato e preparato é quello con cui ti trovi meglio nella relazione. 

Che dire.. buona ricerca e se vuoi maggiori informazioni..

Contattami pure qui ====> 3517593213

Saluti 

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