Raccontare eventi reali è anche una delle caratteristiche distintive degli articoli del mio blog. Farlo alterando i fatti, per attirare lettori, non è decisamente nella mia natura. Non sono un regista, né uno sceneggiatore, tantomeno un artista. Semplicemente sono convinto che alterare o modificare la realtà o addolcirla non serva a nulla. Soprattutto quando si tratta di psicologia. Se sei interessato alla psicologia avrai sicuramente sentito parlare dell' Esperimento carcerario di Stanford. È altresì probabile che nessuno te ne abbia mai parlato approfonditamente. Era il 14 Agosto 1971: a Palo Alto (California), alcuni studenti universitari vengono prelevati dalle loro case e portati alla Stazione di Polizia in manette. Una volta giunti a destinazione, gli studenti vengono informati dei loro diritti, vengono prese le impronte digitali e viene fornita loro una anonima uniforme, dopodiché la porta della cella si chiude. Ha inizio così il primo giorno del celebre Esperimento carcerario di Stanford. I ricercatori hanno selezionate 24 persone, a cui è stato assegnato casualmente il ruolo di prigioniero o di guardia. Philip Zimbardo, è interessato a scoprire se la brutalità che si manifesta nelle prigioni statunitensi sia dovuta a fattori disposizionali delle guardie o abbia a che fare con l’ambiente carcerario stesso. Le dinamiche sociali non sempre sono positive, tuttavia, molte volte ci hanno insegnato tanto sull'individualita di molti processi personali. Le possibilità di beneficiare della teoria sono enormi, ma lo sono anche quelle di creare danni incalcolabili se non ci si affida a professionisti qualificati. In questo caso approfondendo l'esperimento potremo vedere come alcune caratteristiche personali possano essere risultato delle situazioni e non innate. Ho preparato molti articoli che attingono da esperienze ed esperimenti di psicologia sociale, molto pratici e concreti. Li avevo in cantiere da un po’, ma non mi sembrava mai il momento giusto per i concetti espressi, come se nessuno fosse ancora pronto a leggerli. Adesso però ritengo esserci bisogno anche di articoli che aiutino a superare indenne questo periodo storico, per ottenere tutto l'equilibrio di cui le persone necessitano. Vuoi sapere, in anteprima, cosa leggerai? Scrivimi o telefonami. 3478721360 imisir@hotmail.it |
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martedì 28 dicembre 2021
The experiment
venerdì 24 dicembre 2021
domenica 12 dicembre 2021
La favola dell'amico non esiste
“Un mio amico ha risolto tutte le sue difficoltà da solo, ha abbracciato la filosofia di un guru popolare sui social e ora sta decisamente bene”
Fantastico, bellissimo, meraviglioso.
Valido e possibile? Difficile dirlo.
Penso, tuttavia che questa favola non esista più.
Non è questione di determinazione, talento o fortuna, anzi, tutti questi elementi non possono nulla nel momento in cui ti trovi davanti a delle difficoltà strutturate sempre di più nel tempo. che cambia ogni giorno e nel quale la competizione è all’ultimo sangue.
Per questo, se vuoi ritrovare un buon equilibrio, l’unica scelta è quella di trovare un buon percorso, di conoscere le sue caratteristiche e comprendere che molte persone, prima di te, ne hanno ampiamente beneficiato.
Non esiste la favola dell'amico.
Ma esistono storie straordinarie di persone che davvero hanno trovato nuovamente una vita piena e significativa.
Ma per cambiare e seguire le loro tracce, prima di tutto, devi conoscere, approfondire, trovare.
Per aiutarti in questo percorso, ci sono i percorsi di psicologia.
Decidendo di intraprenderli, avrai modo di incontrare tutte le tecniche indispensabili per ritrovare equilibrio e benessere psicofisico.
Ecco un piccolo assaggio, molto sommario, dei contenuti e delle caratteristiche dei percorsi:
- Si può constatare che la buona volontà o il parlare con parenti e amici non è sufficiente e, che il malessere è troppo gravoso perché possa risolversi spontaneamente
- Avere consapevolezza che chiedere aiuto è un gesto di grande maturità e forza.
- Chiarire definitivamente il ruolo dello psicologo
- Apprendere strategie nuove e mirate per il problema presentato.
È il momento giusto per fare quello che non hai mai fatto prima per risolvere ciò che non ti fa stare bene?
L’unico vero errore è rimanere a guardare passivi la nostra sofferenza.
Info:
3478721360
imisir@hotmail.it
sabato 20 novembre 2021
Anche quando ti vuole aiutare, alla fine ti ostacola
È inutile, proprio non ce la fanno.
Anche quando gli "psicologi honoris causa" si mettono una mano sulla coscienza e cercano di venire, in modo autentico, incontro alle persone in difficoltà a causa dei motivi più svariati, ciò che ne risulta è un ulteriore groviglio di luoghi comuni e frasi preconfezionate.
Come si muovono e alzano un dito, questi signori finiscono sempre per fare confusione e rendere le persone ancora più confuse e smarrite.
Quasi quasi è meglio quando non parlano facendo finta di niente.
Ecco la storia.
Travis (nome di fantasia) ha un problema di ansia.
Commette l'errore di parlarne nella sala di attesa del medico di famiglia, o alla festa di compleanno di un amico.
A questo punto entrano in azione i dispensatori di consigli.
Chi sono esattamente?
Sono una categoria di persone piuttosto curiose, che, mostrando di avere buone intenzioni.
Suggeriscono al malcapitato (Travis in questo caso) quello che deve e non deve fare della sua vita, sempre (ovviamente) basandosi sulla loro esperienza.
In sostanza, facendo riferimento solo alle loro vicende, di solito le conclusioni a cui giungono non sono applicabili ad altri casi.
Dunque se vi trovate davanti ad una persona che sa tutto in fatto di psicologia senza che voi le abbiate chiesto un'opinione, che snocciola argomentazioni con saccenza, vuol dire che avete a che fare con un dispensatore di consigli.
È meglio che vi allontanate.
Ma d’altrocanto, di cosa ci stupiamo?
Per dare un buon consiglio, è bene che in primis questo sia richiesto.
Queste sono storie di ordinaria amministrazione per chiunque abbia avuto la brillante idea di esporre in gruppo un proprio problema.
In questa giornaliera ode al qualunquismo, però, esiste un sempre più numeroso gruppo di persone molto accorte che non solo riescono a tenerli a debita distanza, ma sanno eccezionalmente bene quanto sia fondamentale essere esperti della materia in questione.
E non solo.
Sono stati addirittura capaci di trasformare la frustrazione per le considerazioni ricevute, in una leva di vantaggio da sfruttare per lavorare davvero sulle proprie difficoltà.
Chi sono queste persone?
Sono quelle che hanno deciso di parlare dei propri problemi o difficoltà all'interno di un percorso psicologico, l'unica strada che permette di lavorare seriamente sui problemi, senza ricorrere alle solite frasi “Il tempo sistema le cose” o “credi in te e ci riuscirai”. sono i tipici consigli che leggiamo sulle riviste per adolescenti e che poi intendiamo propinare a qualcun altro per cercare di aiutarlo.
Quanti vorrebbero essere come queste persone?
Quanti vorrebbero ricevere invece i tipici consigli che si leggono sulle riviste per adolescenti poi propinati a qualcun altro per cercare di aiutarlo?
Tu in che gruppo ti collochi?
domenica 7 novembre 2021
L'importante funzione dell'ascolto
“Una persona indiscreta vi parla degli altri; una persona noiosa vi parla di sé; un abile conversatore vi parla di voi”
Lisa Kirk
La didascalia dell'immagine è una formidabile bussola per distinguere molte persone con cui hai a che fare. Dai semplici chiacchieroni a chi sa rendere magnetiche le proprie parole.
Questa che potremo definire una massima, della signora Kirk (una cantante e attrice americana d’altri tempi) è un buon consiglio, che ti può aiutare a dirigere il tuo focus.
Perché ti dico questo?
Perché se possiedi questa abilità, allora sarà meglio concentrala su ciò che vuoi ottenere e sui risultati che vuoi raggiungere.
Ma soprattutto, ascolta bene, questa abilità ti permetterà di capire bene la figura che meglio potrà aiutarti.
Un professionista della relazione di aiuto sa che il protagonista della conversazione deve essere la persona che ha di fronte.
Ma c’è un problema: anche se le persone ti ascoltano, saranno in grado, alla fine, di aiutarti?
Essere capaci di ascoltare in maniera attenta e producente non è così banale e semplice come sembra.
Nel quotidiano è pieno di guru e motivatori che danno consigli o formule rapide per “supportare” le persone; se ti piace credere che sia così banale fare il professionista della mente, sei libero di crederci.
In fondo, se ci caschi è perché sono riusciti a convincerti.
Mi spiace molto. Ma nonostante tutto, spero non ripeterai l'errore.
Dunque: le parole sono importanti, è quindi opportuno esser accorti quando comunichiamo con l'altro.
Soprattutto quando hai un obiettivo da raggiungere, qualunque esso sia (rinforzare l'autostima, lavorare su una paura, etc.) da dove puoi iniziare a lavorare per modificare il tuo atteggiamento mentale?
Anche se la persona di fronte a te ha compreso il problema dalle tue parole, non è assolutamente detto che riuscirà a darti una mano.
Se vuoi davvero trovare il metodo giusto per te (attenzione: non esiste uno migliore di tutti, ma solo il più efficace per noi), hai bisogno di più che qualche consiglio da guru o qualche frase saggia.
Pensa a quante volte hai sentito “Perché?" come risposta mentre parlavi del tuo problema.
Ti faccio un esempio: una domanda come: «Perché sei furioso oggi?», genera comportamenti di difesa e apre la strada ad una moltitudine di risposte.
Se come abbiamo detto le domande dirigono il nostro focus, basta fare una domanda e la nostra mente inizia a cercare subito delle risposte.
Ovviamente la domanda sarà studiata bene, anzi molto molto bene.
Se poniamo la domanda corretta, il cervello di chi ci sta di fronte si metterà in cerca di risposte.
Continuo a formarmi proprio per questo motivo, per raccogliere l'efficacia completa di ogni strategia, tecnica o strumento utile per imparare ad aiutare qualunque persona mi trovo davanti.
INFO: 3478721360
IMISIR@HOTMAIL.IT
sabato 23 ottobre 2021
Quanto sei vulnerabile?
Sono le 6 del mattino, di una tranquilla giornata di primavera.
Suona la sveglia.
Ti alzi, fai colazione e, leggendo le notizie sul Corriere della Sera, scopri che il governo ha deciso di rendere illegale l'uso dei social.
Così, dalla sera alla mattina, non hai più un profilo sulle varie piattaforme.
Rilassati, non sto scrivendo questo articolo per spaventarti.
La mia idea è quella di farti calare nei panni delle persone fuse con le varie identità digitali fatte di relazioni liquide, di schermi luminosi e di solitudini nascoste.
Il governo del fantastico mondo di Psilandia ha deciso, da un giorno all’altro, di bandire totalmente questa tipologia di intrattenimento.
Un duro colpo che ha messo la parola fine a tutti i social in questo fantastico mondo.
Ti ho rimandato questa suggestione perché la rapidità con cui è avvenuta questa chiusura, mi ha ricordato i tempi odierni.
Che tempi sono?
Sono i tempi dei social e delle relazioni liquide, degli schermi luminosi e delle solitudini nascoste.
La nostra è una modernità fragile.
Nell’era dei social media basta un click per avere tanti amici e per trovare o cambiare partner.
Le relazioni spesso nascono con un messaggio e con un altro messaggio finiscono.
I nostri sono i tempi delle relazioni liquide, dell'assenza di impegno e responsabilità.
L’uso dei social, che in una certa misura semplifica l’azione e la comunicazione con il mondo esterno, può sfociare, all’estremo, in una disattivazione delle risorse interne, in stati di passività e isolamento.
Come in Psilandia tutto è destinato a dissolversi in fretta.
Proliferano vissuti di paura, solitudine e vuoto.
Non vorrai mica rimanere così vulnerabile, giusto?
Non essendoci un treno speciale che ti porta a Psilandia, dove potrai stare al riparo dalle conseguenze dei social, dove appunto sono banditi, è purtroppo molto facile vedere situazioni simili a quella che ti ho raccontato.
Immagina le nostre difese dagli effetti indesiderati dei social network come degli scudi, ma rivestiti dello stesso alluminio con cui fanno le lattine delle bibite.
Basta un semplicissimo colpo di fionda, o una pietra, per vederlo perforare rovinosamente.
Chiaramente nessuna società è nazione governo è nella posizione di cancellare queste piattaforme in una notte.
Ma basta davvero poco ormai per creare danni irreparabili:
- Irritabilità
- abbandono delle attività prima
piacevoli per la persona
- Diminuzione del coinvolgimento sociale e familiare
Potrei andare avanti per ore, ma credo tu abbia perfettamente capito il concetto essenziale.
Se hai bisogno di aiuto, di una mano, di lavorare su di te, hai bisogno di strutturarti da subito o trovare e restaurare ora i “buchi” che si sono creati negli anni.
Come fare?
Attraverso un percorso psicologico potrai conoscere tutte le tecniche che hanno permesso a molte persone, di raggiungere risultati soddisfacenti e duraturi in termini di effetti da social network.
Il lavoro su di te, permette di:
- migliorare la vita emotiva e relazionale
- apprendere nuovi modi di pensare e comportarsi
- prevenire ricadute future
- migliorare il contatto con l’esperienza reale di sé stessi, degli altri e della vita
Non vorrai rimanere così vulnerabile, giusto?
domenica 10 ottobre 2021
I robot al post degli psicologi
Amazon ha annunciato l’imminente messa in vendita di Astro, una sorta di robot che funziona, in tutto e per tutto, come aiutante domestico dotato di ruote e occhi, il cui scopo sarà appunto aiutare a monitorare la casa in assenza del proprietario
Immagino sia solo la prima versione di Astro e non possiamo ancora immaginare dove potrà arrivare nelle sue funzioni e cosa potrà fare questo robottino tra qualche anno.
Avremo tutti degli Hall 9000? Il supercomputer di bordo della nave spaziale Discovery nel film 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick.
E magari arriveremo anche a sostituire gli psicologi con dei robot.
Potrebbe essere il sogno inconfessabile del sistema sanitario nazionale?
Prova a immaginare quali risultati potresti ottenere assoldando un team di specialisti e instancabili terapeuti robotici (ancora meglio se sono dei T-800 alla Terminator, piuttosto che dei C-3PO alla Guerre Stellari).
Psicologi - robot che eseguono alla lettera il protocollo d'intervento per una specifica situazione.
Androidi con specifiche competenze tecniche che consentono loro di comprendere il vussuto del paziente e di aiutarlo, abbassando drasticamente tempi e costi.
Saprebbero creare in un solo incontro un clima di reciproca fiducia, per raggiungere obiettivi condivisi.
L'obiettivo finale di maggiore benessere intrapsichico ed interpersonale per la persona, verrebbe raggiunto sempre.
È destinato a rimanere un sogno (per alcuni)?
Molto probabilmente sì, per fortuna.
Perché anche se decine di professioni ogni anno vengono alleggerite (se non proprio sostituite) dall’utilizzo di robot, la maggioranza degli addetti ai lavori è assolutamente convinta che la figura dello psicologo in carne e ossa abbia ancora parecchi decenni davanti a sé.
Ecco perché non ci resta che affidarci alle conoscenze e competenze dello psicologo, il quale le mette a disposizione del suo paziente, affinché questi possa meglio riuscire ad attuare quei cambiamenti emotivi, cognitivi e comportamentali che desidera introdurre nella gestione della propria vita.
Questo è possibile, non è fantascienza.
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venerdì 24 settembre 2021
Affrontare i leoni?
Pensa a questa situazione: ti trovi nella savana africana a scattare delle bellissime foto e ad ammirare il paesaggio meraviglioso. Arrivi in una prateria e, a pochi metri di distanza, scorgi un intero branco di leonesse che ti sta guardando con l’aria di chi ha deciso che sarai tu la cena.
Diciamo che sei spacciato ma, all’improvviso, compaiono davanti a te Batman, Flash, Spider-Man e Catwoman.
Tutti pronti a difenderti dal pericolo.
Incredibile, vero?
Non così tanto se questo strano ed esagerato esempio lo adattiamo a ciò che succede quando si intraprende un percorso di cambiamento. Le difficoltà ed i problemi del quotidiano possono arrenderti, a volte, dietro l'angolo.
Ma che cosa succederebbe se al tuo fianco avessi Carl Rogers, geniale psicologo americano, fondatore dell'approccio non direttivo, pronto a consegnarti le sue migliori strategie?
E se, insieme a lui, avessi anche il supporto di Albert Ellis, l’ideatore della Rebt?
Ti sembra impossibile?
Certamente loro sono icone inarrivabili, tuttavia il loro pensiero ed i loro insegnamenti sono stati studiati a fondo per trovare il modo giusto per facilitare il cambiamento nelle persone.
In ogni momento, molte persone si pongono questa domanda: “come farà uno sconosciuto a capirmi?”
Oggi voglio rispondere con il termine Accertamento. Che cosa intendo esattamente?
Mi riferisco alla fase iniziale, ossia alla valutazione operata dallo psicologo nelle prime sedute.
All'inizio di un percorso, avrai modo di ricevere gran parte degli insegnamenti tramandati dei mostri sacri che ho citato prima, a partire da diverse operazioni compiute dallo specialista al fine di valutare e comprendere sia il tuo funzionamento globale, il disagio che porti, il problema che ti ha condotto a chiedere un consulto, ed infine la natura di tale disagio.
Potrai comprendere come il disagio vissuto è derivante dalla relazione che intercorre tra pensieri, emozioni e comportamenti
Ma se tutto questo, per qualche motivo, non fosse abbastanza, c’è altro che devi sapere.
Nei percorsi di cambiamento potrai trovare:
- il modo di capire da dove nasce il problema e quali sono gli elementi che lo mantengono impedendo il normale e sereno svolgimento della vita.
- un valutazione emotiva e cognitiva che si compie rispetto all’avere un problema o all’avere quello specifico problema.
Se tutto questo ti sembra decisamente indicato per la tua situazione, allora rimarrai ancora più contento sapendo che puoi chiedere ulteriori approfondimenti e informazioni dettagliate, senza nessun vincolo.
Chiedere informazioni è già di per sé terapeutico..
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venerdì 27 agosto 2021
Ci siamo?
giovedì 19 agosto 2021
Ecco l’idea efficace quando meno te l’aspetti
“Devo dire che leggendo Albert Bandura, si comprende bene come, molto di ciò che impariamo è attraverso il potere del modello sociale".
Avere la testa immersa nella psicologia, è l’unico modo per favorire il cambiamento.
“Ehi, non fare questo gioco. Tu sei grande, la tua sorellina, vedendoti, farà quello che fai tu imitandoti, ma per lei è un po’ troppo difficile".
Quante volte abbiamo sentito frasi come questa?
Una conversazione come tante, che ho avuto modo di sentire pochi giorni fa, che mi ha fatto subito tornare alla mente lo psicologo canadese Albert Bandura, uno dei pilastri della psicologia del ‘900, scomparso a fine luglio.
Non ci sono stregonerie o trucchi strani, quando passi le giornate a imparare nuovi concetti, a informarti, o semplicemente a leggere articoli sulla psicologia, i tuoi pensieri e le idee che affiorano al cervello non possono che essere legati, ogni tanto, all'apprendimento.
Se leggi materiale di ottima qualità, i tuoi pensieri avranno modo di essere valutati meglio.
Non è così strano vero?
Prendiamo proprio i contributi di Bandura sulla teoria dell’apprendimento sociale, dove ha spiegato l'esistenza di un apprendimento per osservazione, imitazione e modellamento.
Ovviamente, così come il cambiamento o la risoluzione dei problemi, non puoi sperare che l'idea o la tecnica che darà una grossa mano al tuo percorso o che cambierà la tua vita arriverà per magia, se la tua attenzione è rivolta tutto il giorno a Instagram o a mettere like su Facebook.
L’idea efficace potrebbe arrivare nel momento che non ti aspetti, questo è vero, ma solo se hai allenato a fondo la tua mente.
Leggere le opere di Albert Bandura può, con buona probabilità, contribuire alla comprensione della formazione e del trattamento specifico di alcuni disturbi, come le fobie.
Le opere di Albert Bandura hanno contribuito alla comprensione della formazione della personalità, della cognizione, della moralità, oltre che al trattamento specifico di alcuni disturbi, come le fobie.
Per ottenere risultati concreti nel mondo del cambiamento di te stesso è necessario che l’argomento principale dei tuoi interessi e dei tuoi pensieri (per un certo periodo) sia la psicologia.
Se però vuoi trattare in modo definitivo i problemi devi andare oltre e includere altre strategie, come appunto un percorso.
Il concetto di autoefficacia, dimostra come le credenze personali circa le proprie capacità siano uno dei fattori più importanti nel determinare la probabilità di successi o insuccessi.
È importante affinare anche la capacità di essere autoriflessivi e di agire: perché come avevano già capito molti saggi insegnanti, si impara molto osservando il comportamento degli altri.
Un percorso di psicologia del cambiamento ti espone continuamente a nozioni su questi principi, per edempio:
- quando affronti una sfida senti di poterti rialzare e raggiungere il tuo obiettivo o ti arrendi?
- Il tuo dialogo interno è del tipo "penso di potercela fare!” o dubiti delle tue capacità di superare le difficoltà che la vita ti pone di fronte?
Se vuoi avere la certezza di aver trovato il percorso giusto per cambiare dovrai necessariamente confrontarti con la sua autoefficacia, ovvero la sua capacità di guidare e dirigere il comportamento, nello sviluppo di nuove capacità.
Maggiori informazioni:
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imisir@hotmail.it
martedì 3 agosto 2021
Sono anche io un pó psicologo
Qualunque sia la nostra specialità, sia essa pratica oppure no, che sia innovativa o consolidata, ti permetterà di ottenere importanti risultati nell'aiutare le persone a stare meglio.
Il problema concreto per farlo è che bisogna, ogni tanto, oltrepassare la linea di resistenza delle persone.
Tutto qui?
Purtroppo no. A complicare le cose ci si mettono pure gli "esperti".
Una barriera insidiosa fatta di obiezioni, critiche, alternative (reali o ipotetiche), pigrizie, giudizi negativi e molto altro.
Le persone possiedono un vero e proprio scudo che le tiene al riparo dai rischi, e puoi superarlo solo se il tuo sistema per aiutarle riesce a superare le loro resistenze al cambiamento.
È un argomento che rientra in una materia di studi molto vasta che riguarda l’essere umano e le scelte che compie.
C'è chi sceglie di farsi aiutare da uno specialista e chi rimane ancorato al "sentito dire".
Il rischio di una scelta sbagliata nei due casi è decisamente diverso, e quindi il livello di “allerta” di chi vuole un cambiamento cambia.
Ecco dove sta l'insidia a cui alludevo prima: numerose persone pretendono di conoscere una materia così complessa con lo stesso approccio che utilizza un usciere per indicarti dove sono i servizi.
“Sono anche io un pò psicologo (sicologo nella sua variante più estrema)... Non racconto i fatti miei ad un estraneo… I panni si lavano in famiglia… Un lavoro inutile”
Sono solo esempi dei ragionamenti tipici di chi non ha ancora compreso in cosa consiste un percorso psicologico.
È necessario convincere queste persone dell'infondatezza di queste affermazioni?
Certo che no.
Per arrivare tuttavia a chi ha veramente bisogno, per riuscire ad aiutarli, è necessario disarmare la diffidenza di alcune persone, comprenderne a pieno le esigenze e fare in modo che non venga ulteriormente confuso e messo in difficoltà dai "sono anche io un pó psicologo".
Deve sapere che le due dimensioni sono diametralmente opposte e completamente estranee l'una con l'altra.
Ed è un processo sempre molto complicato e lungo.
La materia di studio che spiega come ottenere questi risultati, ossia aiutare le persone nel modo corretto, è la psicologia, e il sistema operativo che applica i concetti in concreto è lo psicologo formato.
La conoscenza più che approfondita della psicologia è quindi indispensabile per un professionista della mente, ma da sola non è in grado di produrre risultati evidenti, incoraggianti e duraturi.
È necessario essere in grado di progettare un percorso tagliato minuziosamente sulle caratteristiche della persona.
Non è possibile restare in balia del caso o della buona volontà delle persone, insomma dei soliti tuttologi.
Una persona che ha bisogno di aiuto è un sistema complesso che spinge verso il proprio benessere e verso qualunque cosa possa aiutarla. A volte qualunque cosa sia.
Per risolvere il problema concreto di come mettere a terra e far germogliare i principi del percorso psicologico vero e proprio, hai solo da trovare lo specialista giusto.
Per maggiori informazioni:
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imisir@hotmail.it
venerdì 16 luglio 2021
Quanto conta la natura?
Se ti dicessi che un giardino può insegnarti davvero molto sulla cura, ci crederesti?
Sì, ti assicuro che è proprio così e ne è un esempio un giardino dedicato esclusivamente al personale lavorativo di un ospedale.
Nel corso degli anni si ha preso sempre maggiore concretezza la convinzione che è possibile ripensare al verde, soprattutto nei contesti di cura, dove, non è solo destinato, in modo esclusivo, al paziente, ma anche al personale medico.
Il periodo così delicato della pandemia, che ha messo a dura prova la resistenza di chi ha lavorato nei nei reparti Covid, in condizioni di estremo stress fisico e psicologico, emerge nelle evidenze riportate dalle indagini condotte su territorio internazionale e italiano.
Per quanto il verde e l'ambiente naturale venga spesso apprezzato e ricercato, in verità, oltre ad ovvi e innegabili aspetti positivi, regala grandi insegnamenti dal punto di vista della ricerca del benessere psicologico e ti mostra come dietro ad una semplice frequentazione di un giardino ad esempio, ci siano molti elementi che dovresti notare e sfruttare per liberarti dei problemi che da tempo ti porti dietro.
E sai qual è l’aspetto più interessante?
Hai la possibilità di raggiungere e soddisfare alcune tue necessità semplicemente uscendo di casa e raggiungendo un angolo verde.
Questi, ovviamente, sono tutti aspetti che devono essere studiati bene, approfonditi, analizzati e applicati nella maniera corretta affinché siano efficaci.
Avevi mai pensato che dietro una modo di vivere, visto e rivisto in colloquio, si nasconde un mondo fatto di ricerca a studio?
Per esempio uno studio promosso dal Politecnico di Milano, per misurare il benessere psico-fisico delle persone, ha evidenziato risultati significativi.
Gli operatori sanitari di un ospedale oggetto di studio, sottoposti a stress, a cui è stata datala possibilità di usufruire di un giardino della struttura e/o di un parco pubblico in prossimità dell’ospedale hanno mostrato minori tempi nel recuperare energie.
Questo risultato, può portarci ad agire nei confronti di percorsi che prevedono e includono, oltre l'aspetto verbale e relazionale anche la frequentazione, che può essere immaginata, di veri e propri giardini, per dare maggior efficacia al trattamento.
È preferibile quindi sviluppare un modo di pensare che ti permetta di andare oltre il classico modo di trattare i tuoi broblemi e le tue difficoltà.
So bene che integrare questo modo di pensare e immaginare l'ambiente naturale non è affatto semplice.
Per questo motivo ho deciso di provare ad integrare questa dimensione nella mia pratica professionale, per darti modo di beneficiare di tecniche immaginative su ambienti naturali, perché la natura... riesce ad essere sempre generosamente rigeneratrice.
Per maggiori informazioni:
IMISIR@HOTMAIL.IT
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venerdì 2 luglio 2021
È solo un momento, passerà
Tirando le somme, oggi sai di essere più attento e più riflessivo di quanto immaginavi.
Difficilmente tanto tempo fa ti aspettavi di essere ancora in piedi dopo due anni passati in questo modo, anche se magari non hai ancora risolto i problemi in modo definitivo.
Diciamolo pure, se abbiamo una patologia fisica ci rivolgiamo il prima possibile a un medico, allora perché se abbiamo un malessere psicologico non ci rivolgiamo immediatamente al professionista che se ne occupa?
Tendiamo a rimandare e rimandare, accompagnati da un pensiero piuttosto comune “è solo un momento, passeràl"
È molto probabile tu li abbia solo rimandati di qualche mese, ma nella situazione in cui eri non potevi fare altro.
In fondo si rimanda, pur constatando che la buona volontà o il parlare con parenti e amici non è sufficiente e, che il malessere è troppo gravoso perché possa risolversi spontaneamente.
Nel frattempo non è ancora scattata la scintilla che ti spinge a rivolgerti ad uno specialista quell’occasione speciale che ti farà andare in quella direzione è la consapevolezza che tutti abbiamo fragilità e commettiamo errori, ma ancora di più il riconoscere di non avere gli strumenti giusti per affrontare e risolvere il problema.
Mi sono sbagliato?
Mi sono allontanato troppo e queste considerazioni non ti hanno sfiorato?
Non penso, sono abbastanza sicuro di aver toccato argomenti che ti riguardano da vicino.
Posso comprendere benissimo che cosa hai passato e che problemi hai dovuto superare, perché sono gli stessi che hanno avuto tutte le persone che sono alla ricerca della strada giusta per trovare stabilità e benessere.
Ma c’è di più, una delle primissime regole di quando stai per intraprendere un percorso verso lo stare meglio è proprio sapere a chi stai scrivendo, perché solo così puoi iniziare a prendere in mano il telefono e chiamare il numero che tieni in tasca da mesi.
Solo questo è il segno che vuoi cambiare le cose, e lo farai tu, in prima persona, ma con il supporto di chi, dopo aver “studiato” la situazione e quello che abbiamo fatto fino a quel momento e che non ha funzionato, sarà in grado di fornirci strategie nuove e mirate per il problema presentato.
Quindi non sto scrivendo a caso.
Se stai leggendo questo articolo è perché fai parte di quelle persone che non stanno solo a guardare ma sono alla ricerca della soluzione per uscire dalle sabbie mobili.
Chi inizia un percorso di trattamento psicologico è un individuo coraggioso perché è disposto a riconoscere di avere un problema e, a mettere in discussione comportamenti o atteggiamenti mentali che gli provocano malessere.
Il benessere difficilmente arriverà da solo.
Ma puoi fare qualcosa che aiuterà a farlo arrivare, e soprattutto a mantenerlo quando si presenterà.
Avere dei momenti di smarrimento è normale, così come commettere degli errori. Si sbaglia spesso: si sbaglia col partner, coi figli, sul lavoro e a volte nel rapporto con se stessi.
Il segreto, se così possiamo definirlo, è non commettere l'errore di rimanere a guardare passivi la nostra sofferenza.
Solo così potrai comprendere i tuoi problemi in profondità e dare modo ad uno specialista di aiutarti a risolverli.
Questo è uno dei compiti del copywriting.
Per approfondire:
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mercoledì 16 giugno 2021
Le storie curano?
Sì, non c’è dubbio.
Una strada percorribile per molti motivi. Raccontare storie è uno strumento utile per la crescita personale, per rinforzare il proprio sé, per una maggior acquisizione delle proprie capacità e anche, perché no, per una più vasta consapevolezza della propria persona.
Le storie sono anche un buon modo per comunicare tra amici. Infatti, molti ritengono che anche la buona “chiacchierata da bar” è un modo fai da te, per stare meglio.
Magari proponi semplicemente un’idea o la tua opinione, oppure racconti un aneddoto, ma stai cercando il modo per farti capire, quindi di aprirti verso l'altro.
In realtà ci sono moltissimi altri effetti positivi legati all’utilizzo della narrazione di storie.
- Può essere utile ad adulti, adolescenti e bambini, senza discriminazioni.
- Permette di scoprire l’Altro, di ascoltarlo
- È in grado di emozionare, di coinvolgere, di far immedesimare il nostro ascoltatore
Ma soprattutto..
è un valido strumento di supporto nei percorsi di cura, siano essi di natura psicologica che di natura fisica.
Questa che hai letto è l’opinione di molto psicologi e medici impegnati ad aiutare le persone che si rivolgono a loro e che hanno scoperto le “magie” dello storytelling.
Ora, non sono qua per esaltare le qualità di questa pratica già piuttosto conosciuta e consolidata, da utilizzare nei colloqui.
Voglio solo farti capire un concetto, partendo da questa domanda: come nasce l’idea di usare la narrazione in contesti di cura?
La centralità narrativa permette di costruire una “storia di cura” ovvero una co-costruzione di un percorso di cura, dove il paziente non è più un soggetto passivo ma attivo promotore dei suoi miglioramenti.
Per maggiori informazioni:
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sabato 5 giugno 2021
Il metodo efficace
Da tempo sei a conoscenza del fatto che non puoi permetterti di girare la testa dall'altra parte per non vedere i problemi che tanto ti fanno soffrire, perché questi torneranno puntualmente a tormentarti.
Allo stesso modo, sai che affrontare il problema è l’unico sistema che ti permette di continuare ad andare avanti con equilibrio.
Ovviamente non puoi lavorare per risolverli, in modo passivo, devi effettivamente lavorare per raggiungere l'obiettivo che ti sei dato.
Se nel farlo trovi la maniera o la tecnica giusta, ancora meglio.
Ritieni essere difficile?
Prendi ad esempio la Terapia a Seduta Singola: questa è prima di tutto un metodo.
Perchè è un metodo?
Perchè presenta un insieme sistematizzato di manovre e interventi che, seguiti, possono condurre al risultato desiderato.
Non è ancora molto conosciuta in Italia, tuttavia diversi riscontri positivi del suo utilizzo, anche nel nostro paese, cominciano a farsi sentire.
A dire il vero, secondo le statistiche, 1 è il numero più frequente di sedute da uno psicologo.
Per farla breve, il contenuto è ottimo, e si distingue per alcune peculiarità.
Ora, é il momento di prendere appunti.
Presta attenzione ancora per un momento o potresti pensare che sto diventando un fan degli slogan facili.
Non imparerai memorabili slogan, trucchetti o formule magiche.
Anzi, con metodo e impegno, imparerai come affrontare il problema per stare meglio.
Attraverso questi punti:
1 - ampliamento della conoscenza sul problema o sulla situazione presentata
2 - acquisizione di abilità o nuovi comportamenti
3 - modifica delle abitudini
4 - valutazione dell’ambiente:
5 - Incrementare la motivazione
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mercoledì 26 maggio 2021
Giovani tristi
Ti sei mai chiesto come sarà il futuro per i giovani?
Qualche presunto guru della psicologia o della sociologia che spopolano sul web potrebbero ridurre tutto alla responsabilità degli attuali adulti nella costruzione del divenire dei giovani di oggi.
Esiste una “formula magica” per comprendere a pieno, senza semplificazioni, la portata di questo fenomeno?
Ovviamente io non la possiedo.
Da parte mia non ci sarà mai la tentazione di ridurre a pochi slogan o spiegazioni preconfezionate.
Rispetto questa questione, voglio rimandarti una cosa che devi tenere bene a mente: molti giovani hanno poca fiducia nei loro genitori perché dicono che rappresentano soltanto gli ideali del denaro e dell’immagine sociale.
Ma a loro, probabilmente, queste cose non interessano.
Una giovane ha bisogno di una solida identità prima di ogni altra cosa.
Che cos'è l'identità?
L’ identità rappresenta l’aspetto di Sé che è accessibile e saliente in un particolare contesto e che interagisce con l’ambiente.
Per poter svilupparsi bene l'identità, non servono formule magiche, singoli straordinari elementi o chissà cosa diavolo si sono inventati là fuori i maghi della motivazione, solo, come hanno detto Jones e Pitman nel 1982, mettendo in atto diverse strategie di presentazione di sé.
In che modo?
Ci sono 3 possibili scenari:
1) Convincere gli altri circa la propria attrattiva e le proprie qualità
2) Essere temuto e creduto
3) Convincere gli altri delle sue competenze
Ora, immagino che ti piacerebbe conoscere le ragioni di questa situazione così difficile nello sviluppo dell'identità nei giovani.
Peccato però, che, per molto tempo hai guardato nella direzione opposta o errata.
In alcune occasioni tuttavia, hai sospettato (come in film giallo) ci fosse lo zampino della scuola.
E questa volta hai pienamente ragione perché come direbbe il Professor Galimberti, la scuola è messa malissimo.
La scuola è un disastro da 40 anni. Mettiamo in cattedra insegnanti abilitati all’insegnamento soltanto sulla base della competenza nella loro materia, e che magari non sanno comunicare o affascinare.
Sempre secondo il professore se mancano queste doti naturali, empatiche, non educhi nessuno: stai semplicemente demotivando i ragazzi.
Quindi cosa dovrebbe fare la scuola per aiutare i giovani a costruire in maniera sicura e solida la propria struttura psichica?
Non guardare solo al risultato, gli studenti vanno ascoltati, bisogna capire il loro mondo.
È necessario utilizzare una metodologia molto vicina a quella seguita nei percorsi di terapia psicologica, dove si dà maggior importanza all'unicità della persona.
Non ha cosa fa, ma a chi è.
Non in quanto tempo l'ha fatto, ma al perché l'ha fatto.
Maggiori informazioni:
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domenica 16 maggio 2021
Il linguaggio della psicologia
Il vero problema, spesso, è che la Psicologia e le persone sembrano provenire da due pianeti diversi quando si parla di terapia psicologica. Forse il 2020 e il 2021 verranno ricordati dagli psicologi anche per aver fatto comprendere questa differenza di linguaggio, oltre che come gli anni dell'aumento verticale delle sedute a distanza. In realtà, queste ultime non hanno snaturato l'intervento, come molti pensavano, anzi sono state viste come l'opportunità di lavorare su di sé all'interno di una cornice conosciuta. L’impressione generale è che il governo abbia dato solo qualche “nocciolina” in confronto a quanto chiede di tasse ogni anno. È assolutamente vero, e questa diversità di pesi e misure applicati “puzza” ancora di più di ingiustizia. Ascoltando le perplessità di molte persone però, ho notato una cosa. Sono ancora pochi ad aver capito come funziona davvero la seduta online, e sono ancora meno coloro che decidono di prendere questa strada. Non sto a spiegare dettagliatamente come funziona un colloquio via Skype (ne ho parlato ampiamente in altri articoli) tuttavia ricorda sempre molto bene che ci sono regole che potrebbero offrire vantaggi a chi beneficia. L’unica regola che conoscono le persone è quella di possedere un dispositivo che permetta la connessione. Questo succede perché la maggior parte della gente non è mai stata informata in modo completo, oppure utilizzando una terminologia esageratamente tecnica. Fino a qualche anno fa non era una limitazione non conoscere modalità e tempi, essendo una pratica poco diffusa, ma da qualche anno le cose sono cambiate, e oggi, la seduta a distanza è diventata una via consolidata. Magari hai l’impressione che le sedute in studio abbiano maggiori privilegi e questo è indubbio, tuttavia realtà muta, si evolve e con essa anche il modo di fare psicologia. Sarebbe importante potessi prendere maggiore confidenza con questi mezzi. Non sto dicendo di diventare un informatico, ma conoscere come sfruttare al meglio le potenzialità del colloquio online si. Le sedute in presenza nel mio studio hanno certamente maggiori aspetti positivi, non posso mentire su questo, ma quando parlo di colloqui a distanza, anche questi, possono essere una risorsa ottimale per percorsi di terapia psicologica in particolari condizioni. Sono ben lieto di indicarti le regole fondamentali da seguire, come sfruttare bene la tecnologia, in modo tale da portare sempre beneficio al tuo stato di difficoltà. Come sempre info qui sotto: 3517593213 3478721360 IMISIR@HOTMAIL.IT |
venerdì 7 maggio 2021
Con l'ansia non vai sul sicuro
Durante un colloquio con una persona che seguo, ho ascoltato una frase che mi ha spinto a riflettere e che oggi voglio condividere: “La maggior parte delle persone che soffrono di ansia, mettono dei limiti alla quantità di cose che possono fare". Ora, sai di quali limiti parlava? Te li elenco subito, perché potrebbero risultarti familiari: 1 - incapacità generale e diffusa su gran parte della giornata e delle situazioni di rilassarsi 2 - senso di eccessiva stanchezza che mette nelle condizioni di disdire appuntamenti di qualunque naturan 3 - la qualità della vita è significativamente ridotta 4 - la situazione non è specificata da altre condizioni mediche Se ti rivedi in queste circostanze, potrebbe voler dire che la tua condizione si sta avvicinando ad un disturbo di tipo ansioso. Ad oggi, secondo il mio modo di lavorare, è impensabile non procedere in questo modo: rendere consapevole il soggetto circa il tipo di pensieri controproducenti che genera costantemente e rendere più concrete le preoccupazioni che altrimenti resterebbero confuse e astratte. Per superare questa problematica è importante riprogrammare o rimodellare la tua vita attraverso l'impegno nel seguire un percorso. Questo impegno consiste nello sfidare e confutare i pensieri disfunzionali ogni volta che si presentano stimoli in grado di scatenarsi. Ho parlato e mi sono confrontato con diverse persone curiose di conoscere e comprendere i principali obiettivi del trattamento e oggi, a distanza di qualche mese, ho deciso di mettere "nero su bianco' questi fondamentali obiettivi, in modo da non farti più commettere errori e portarti ad avere maggiori possibilità di lavorare sulla tua problematica ansiosa. Tieni quindi a mente questo:
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martedì 27 aprile 2021
Ti sei mai chiesto cosa faccio?
Molte delle persone che seguo accolgono il mio approccio con un misto di grande curiosità e interesse.
Frasi come: “Dottore, ma come siamo arrivati a questa conclusione?” oppure “Vorrei conoscere io queste tecniche” si sprecano.
Se anche tu ti sei chiesto qual è l'origine del mio lavoro, ti ringrazio per la capacità di andare a fondo delle cose.
Tutto questo di certo è molto importante, ma non vorrei che tu ne traessi informazioni e indicazioni fuorvianti.
Il lavoro che svolgo, parte dalla convinzione che la vita passata della persona che vuole intraprendere un percorso, verrà minuziosamente riesumata.
All’inizio dei miei studi non sapevo un granché di psicologia e anche io avevo tante convinzioni sbagliate sui trattamenti.
Mi sono dato da fare, ho studiato i migliori, ho testato ogni tecnica nei minimi dettagli e fino allo sfinimento, finché anno dopo anno sono riuscito a far comprendere alle persone che chiedono il mio aiuto, la soluzione di un problema può prescindere dal passato.
Tutto grazie al duro lavoro e alla voglia di migliorare sempre più, cercando modi di pensare e agire alternativi e più efficaci.
La buona notizia è che ora il risultato di questo lungo lavoro di ricerca (che ancora continua e non si ferma) è saldamente agganciato al mio lavoro, e le persone hanno possibilità di apprendere direttamente quali sono le tecniche che funzionano.
In occasione di diverse telefonate informative infatti, ho mostrato come funzionano questi percorsi, ponendo l'accento sull'importanza di consolidare la capacità umana di contemplare il futuro.
Chiedendomi informazioni e spiegazioni, avrai modo di iniziare a prendere confidenza con un approccio che vede nelle qualità già in possesso delle persone, come punti di forza estremamente indispensabili.
Non perdere l’opportunità di capire.
Le informazioni e le spiegazioni, come sempre qui:
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domenica 25 aprile 2021
La felicità
Difficile dire cosa sia la felicità.
Certo possiamo dire che è lo stato d'animo positivo di chi ritiene soddisfatti i propri desideri.
Può bastare? Forse no.
Ogni essere umano potrebbe dare una definizione differente, quindi anche in ambito psicologico non è un argomento semplice da trattare.
Voglio riportare una notizia, dal mio punto di vista interessante,che ho avuto modo di leggere recentemente.
La città di Rimini sta sviluppando un progetto che ha come obiettivo proprio quello di farsi identificare come “capitale della felicità”.
Non è un'ambizione da poco, ma se c’è un luogo che può aspirare a diventarlo è sicuramente la riviera romagnola.
È in atto un vero e proprio progetto di marketing, che ha lo scopo di creare un posizionamento preciso.
Come nel caso di Rimini, anche in campo psicologico si può fare qualcosa,ovvero offrire strumenti utili anche a coloro che non presentano disagio psicologico per migliorare il proprio benessere.
Il piano prevede di individuare e consolidare punti di forza stimolando potenzialità, permettendo, quindi, un pieno sviluppo della personalità.
A Rimini tutto ruota intorno a come deve sentirsi una persona quando è in vacanza.
Nello studio dello psicologo invece, tutto ruota intorno all'idea che la felicità dipende dal significato che le attribuiamo.
Nel caso della terapia psicologica, non è sempre sufficiente fermarsi al disturbo: parliamo spesso di emozioni negative, di ansia, depressione…trascurando, invece, le emozioni positive.
Il comune di Rimini ha capito che serve un piano di marketing per far prosperare una zona geografica.
Allo stesso modo se comprendiamo che attribuendo alla parola “felicità” un significato nuovo, ovvero quello di vivere una vita ricca e appagante, potremo in un solo istante mutare in meglio la nostra esistenza.
Se hai capito che il marketing è indispensabile per il tuo business, hai anche bisogno di conoscerlo più a fondo possibile.
Se desideri imparare l’arte della “flessibilità psicologica” ovvero la capacità di accettare la propria esperienza interiore, rimanere nel presente e agire nella direzione tracciata dai nostri valori, non ti resta che chiedermi maggiori informazioni, come sempre qui:
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martedì 20 aprile 2021
Non puoi viaggiare nel tempo ma..
“Se non ci fosse stato Morey Bernstein, tutti utilizzerebbero l'ipnosi”.
Questo è il mantra ripetuto più volte da molti colleghi Ipnologi, in un articolo che ho letto recentemente.
Attribuiscono a questo ipnotista dilettante la diffidenza che ancora oggi serpeggia verso l'ipnosi.
Cosa c'entra Morey con tutto questo?
Te lo spiego subito (brevemente).
È 1956, quando costui riferì nel suo libro, The search for Bridey Murphy, di aver applicato la regressione ipnotica ad una massaia americana, Ruth Simmons, che descrisse una sua vita precedente nei panni, appunto, di Bridey Murphy, ragioniera irlandese, figlia di contadini nel 1800
Ovviamente sono vicino a tutti gli psicologi che sono costretti a combattere con queste immagini fuorvianti dell'ipnosi.
È sempre complicato quando si parte con il dover prima chiarire cosa non è una tecnica.
Ma, che ci piaccia o no, la colpa non è solo di sedicenti Ipnologi.
Voglio proprio farti il mio esempio.
Ho iniziato a studiare e a specializzarmi in questa tecnica quando ho compreso che, la possibilità di sperimentare cambiamenti di sensazioni, percezioni e pensieri induceva profondi e duraturi benefici.
L'ipnosi è uno stato modificato di coscienza, una condizione che è diventata la protagonista di molti spettacoli di ipnotismo da palcoscenico.
Il mio atteggiamento poteva essere lo stesso di molti colleghi.
Credere sempre meno che la somministrazione di suggestioni, possa essere una vera e propria rieducazione dell’adattamento del paziente alla vita e all’integrazione della sua personalità.
Come alcuni, potevo limitarmi ad imprecare contro questi presunti ipnologi e dedicarmi ad altro.
Invece, non solo ho continuato a studiare come questa tecnica possa essere efficace per risolvere disturbi e disagi che consentano di evolvere, ma ho fatto un passo ulteriore.
Ho trovato attraverso un particolare stile comunicativo una “situazione comunicativa relazionale” che potesse dare ancora maggiore efficacia al mio intervento.
In uno stato modificato di coscienza gli schemi del paziente sono temporaneamente alterati con lo scopo di aumentare la sua ricettività ad altri modelli di funzionamento mentale che contribuiscono alla risoluzione dei problemi.
Quindi..
Con l'ipnosi non puoi tornare indietro nel tempo per vedere chi eri in un'altra vita, puoi però avere maggiori informazioni su come lavorare sui tuoi problemi attraverso questa tecnica.
Dove?
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mercoledì 14 aprile 2021
Non sei Billie Eilish. Ma puoi diventarla
Il 2020 ha segnato il destino di tantissime autostime, che hanno visto vacillare molti elementi che le costituiscono.
Colpa della crisi indotta dalla pandemia?
Anche.
Molte situazioni di disagio psicologico moderato, nel 2020 sono peggiorate e la stima di sé è crollata.
Una situazione, per chi pensa che i trattamenti di tipo psicologico siano superflui, che stenta a migliorare.
Ma facciamo un salto indietro nel tempo ed esattamente nel 2019, un'anno prima della crisi.
Billie Eilish, giovanissima cantautrice statunitense dichiarò in un'intervista ad una rivista specializzata: «dai 13 ai 16 anni è stata dura, sono passata attraverso una fase di autolesionismo e depressione».
Nell’intervista ha quindi spiegato anche che alla fine le cose sono andate molto meglio, trasformando i suoi 17 anni nei migliori della sua vita.
Perchè ho citato il caso di questa giovane celebrità?
La ragione principale è che, nonostante l'emergenza, ci sono tante persone che non solo hanno continuato a lavorare sui propri problemi, ma li hanno addirittura visti ridimensionati.
C'è chi è riuscito a ridurre considerevolmente attacchi di panico, ansia, irrequietezza, insofferenza dovute alla mancata socialità, al divieto di incontrarsi per una chiacchierata davanti a un caffè.
Lo sa bene Kim Johnson, esperta in Psicologia della moda dell’Università del Minnesota che ha spiegato in un articolo come, dopo un evento catastrofico come questa pandemia, è piuttosto comune apportare al proprio aspetto fisico diversi cambiamenti.
Nonostante il cambiamento dell'aspetto fisico sia statisticamente rilevante, la dimensione psicologica ha certamente una fondamentale rilevanza tanto che sempre la nostra cara Billie in un'altra intervista ha dichiarato: “Chiedere aiuto non ci rende deboli. Non lo fa. Non ci rende più deboli rivolgerci ad uno psicologo".
Se stai leggendo, evidentemente non sei la cantautrice in questione, e probabilmente non hai nemmeno una minima idea dei problemi che l'hanno fatta soffrire.
Questo, però, non ti impedisce di ottenere soddisfacenti risultati, di stare meglio e di lavorare sulle tue difficoltà, a patto che tu abbia la giusta motivazione evitando di commettere gravi errori come cercare soluzioni miracolose.
Ricorda, non sei uguale a nessun altro sulla faccia della terra e per questo motivo è importante che tu possa affidarti a specialisti che tengano conto di questo aspetto fondamentale.
Se stai pensando alle difficoltà in cui ti trovi e a come poter risolvere la situazione, non perdere la pazienza.
Le opportunità ci sono, ma prima di tutto devi informarti, capire molto bene cosa è meglio per trattare il tuo disturbo.
Probabilmente in questo momento ignori la maggior parte delle cose da fare per andare nella direzione del cambiamento.
Sei sicuro, per esempio, di conoscere bene quali sono i tuoi problemi?
Il tuo problema quando si manifesta?
In quali ambiti?
Se lo sai molto bene, viceversa c’è solo una cosa che devi fare subito, ed è informarti adeguatamente.
Come? Telefonandomi o scrivendomi una mail spiegando che cosa ti sta mettendo in difficoltà.
Ci scambieremo informazioni per capire cosa può esserti utile, per trattare e risolvere il tuo problema.
Quello che devi fare è contattarmi!
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sabato 10 aprile 2021
Gli agricoltori sono un passo avanti
“Da noi si è sempre fatto così"
“Non credo ci sia nulla da cambiare, è solo un momento di debolezza”
“I problemi emotivi? Si sono sempre risolti in questo modo”
“Mi hanno insegnato così e non intendo cambiare”
"Basta sfogarsi con un amico"
Quando mi capita di sentire pronunciare queste frasi, di solito mi arrabbio, e ti posso assicurare che capita più sovente di quanto tu possa immaginare.
In questo caso, certamente non mi abbatteró anzi, vorrei spiegare, una volta per tutte, perché le affermazioni sopra sono deboli.
Pensare in questo modo non solo è sbagliato, ma è uno dei motivo per cui il 70% degli italiani, ancora oggi, considera inutile andare dallo psicologo.
Il cambiamento non è un percorso che conduce allo snaturarsi, come molti credono, ma, anzi, ad un processo di cambiamento interiore attraverso il quale sarà possibile iniziare a vivere una vita più integra e completa.
Logicamente non è sufficiente voler cambiare, occorre sapere come fare e, soprattutto, a chi affidarsi.
Lo hanno capito bene alcuni agricoltori, una delle figure professionali tra le più nobili ma anche tra le più ancorate alla tradizione.
A cosa mi riferisco esattamente?
Qualche settimana fa è nata una piattaforma online che unisce produttori da tutta Italia per il rilancio del Made in Italy e che punta tutto sull’innovazione digitale.
Risultato?
Aumento delle vendite online dei prodotti alimentari.
Non è, nel modo più assoluto, mia intenzione entrare nel merito di un tema economico, tuttavia voglio sottolineare il loro merito di essere andati nella direzione del cambiamento.
Voglio che tu capisca bene che restare ancorati al passato è quanto di più sbagliato tu possa fare. E sono più che sicuro che, anche un tuo antenato, se potesse, ti direbbe che ho ragione.
Non solo perché la realtà sociale è in costante evoluzione, ma anche e soprattutto per un'altro aspetto: interrompere la convinzione che siano gli altri o l’ambiente a dover cambiare.
L’esempio degli agricoltori è significativo.
Infatti, come ha sentenziato recentemente un conosciuto analista finanziario “La pandemia ha mostrato che la crescita delle imprese del settore agroalimentare dipende anche dalla loro capacità di innovarsi".
Mi piacerebbe che tu riflettessi su questi due punti: voglia di cambiare e motivazione nell'accogliere punti di vista differenti.
Pensi di possedere entrambe queste proprietà?
O le tue radici sono ancora troppo ancorate al terreno?
Sicuramente ti starai impegnando molto, ma se pensi che l’unico modo di cambiare sia esclusivamente l'impegno è probabile tu sia su una strada molto impervia.
Per questo motivo, poiché, sulla base della mia esperienza e delle mie competenze, ti aiuterò a cambiare strada verso una via più sicura ed efficace.
Ti do un suggerimento da applicare fin da subito.
Che si tratti, ad esempio, di uscire da situazioni di crisi, o di liberarsi da un eccesso di paure irrazionali, se vuoi davvero fare qualcosa per te, devi studiare affidarti.
Per maggiori e più approfondite informazioni ====> 3517593213
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mercoledì 7 aprile 2021
Influencer ipnotici
“Stregati dagli influencer 20 milioni di italiani”, è questo il titolo di un recente articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore.
Il paragone con gli ipnotisti da palcoscenico è fin troppo semplice da portare.
Fai attenzione a quello che ho detto.. ipnotisti DA PALCOSCENICO.
NON IPNOLOGI con formazione CLINICA.
Ma torniamo a questi influencer.
Allora, iniziamo dicendo che sono per nulla in sintonia - per usare un eufemismo - con chi fa i balletti (rendendosi ridicolo/a) su Tik Tok.
D’altro canto, non posso certo fare finta che questa gente non abbia un impatto concreto sul mondo là fuori.
Proprio come gli ipnotisti da spettacolo con il pubblico sotto.
Cosa dicono i freddi numeri riguardo la possibilità di essere ipnotizzati?
Per quanto riguarda il mondo degli influencer, i numeri hanno parlato, forte e chiaro.
Secondo una recente ricerca, circa 20 milioni di italiani (una persona su tre) segue un influencer.
Ma il dato veramente importante è che, nell'ultimo anno, circa la metà delle persone che hanno partecipato all’indagine ha dichiarato di aver comprato una media di due prodotti o servizi consigliati da influencer.
Da questa ricerca, infatti, emerge che le persone seguono gli influencer proprio per i consigli che possono dare, oppure in quanto esperti di singoli argomenti o perché si considerano come dei modelli di riferimento con cui identificarsi.
Altro che scarsa influenza!
Cosa c'entrano gli influencer con l'ipnosi?
Te lo spiego. Se uno studio ha dimostrato l'efficacia di queste persone nel condizionare il comportamento di altre, un'altro studio ha messo in evidenza i segni di un evidente stato ipnotico.
Si proprio così, una ricerca.. perché uno dei limiti nell’impiego dell’ipnosi è stato da sempre la scarsità e di segni obiettivi di questa condizione.
Nel 2011, grazie ad uno studio pioneristico degli psicologi scandinavi Sakari Kallio, Jukka Hyönä, Antti Revonsuo, é stato possibile individuare in delle anomalie del comportamento oculare i segni distintivi dello stato ipnotico.
A prescindere che piacciano o meno come “figure professionali”, è indubbio quindi che oggi gli influencer siano una componente importante delle strategie di marketing di diversi settori.
Questo è quindi un segno della loro influenza.
È per quanto riguarda l'ipnosi?
Il segnale più comune rilevato da buona parte degli ipnotisti è lo sfarfallio delle palpebre: un ammiccamento estremamente rapido, caratterizzato da un movimento involontario, ritmico e stereotipato.
Così come le persone hanno bisogno di punti di riferimento ai quali affidarsi, per andare sul sicuro e non sbagliare prodotto da comprare, molti pazienti si sentono rassicurati dalla presenza di evidenti segni che provano la riuscita dell'ipnosi.
La comparsa spontanea di questo segnale, di cui accennavo sopra, in normale condizione di veglia può essere un segno predittivo di una buona risposta all’ipnosi e che verosimilmente si manifesterà in maniera completa durante l'induzione.
Nel caso quindi volessi imparare il metodo per diventare un vero influencer del tuo settore (che non significa per forza fare lo scemo su Instagram e TikTok), questo non è sicuramente Il posto per te, ma se vuoi saperne di più sulla metodologia per verificare il grado di ipnotizzabilità di una persona allora si, sei nel posto giusto.
Devi sapere che Herbert Spiegel, un noto psichiatra americano esperto di ipnosi, in seguito all’osservazione che i partecipanti maggiormente suscettibili all’ipnosi mostravano una capacità insolita girare gli occhi verso l’alto, ha elaborare un test (che si esegue in pochi secondi) in cui al soggetto viene chiesto di ruotare, quanto più gli riesce, gli occhi: maggiore é la quantità di sclera visibile, migliore é la risposta all’ipnosi.
Bene, vuoi saperne di più?
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mercoledì 31 marzo 2021
La generazione dei viaggiatori da tastiera
Dovessimo realizzare una classifica dei settori più colpiti dalla crisi dell’ultimo anno, probabilmente il turismo si troverebbe ai vertici.
Basti pensare che, secondo i calcoli di autorevoli istituti di statistica, il fatturato 2020 di agenzie di viaggio e tour operator è crollato del 73,2%.
Tantissimo.
Un calo decisamente maggiore rispetto a molti altri settori he, tuttavia, non se la passano certo bene.
Eppure, nonostante si tovino in un settore che sta attraversando una gravissima crisi, devi sapere che esistono tour operator che hanno deciso di essere innovativi, adattando il loro modello di lavoro a questa nuova normalità.
È il caso ad esempio di una professionista del settore travel, che ha creato Safar, un programma di passeggiate digitali.
Proprio così, passeggiate digitali e sai come funziona?
In sostanza, attraverso Zoom, questa persona porta i suoi viaggiatori a esplorare molte città storiche con la spiegazione di una guida professionista.
Come questo esempio, ve ne sono altri, perché negli ultimi mesi si è verificato un vero e proprio boom del mercato dei tour virtuali.
Questo perché, nonostante le restrizioni di quest’ultimo anno abbiano limitato notevolmente le possibilità di viaggiare, le persone non hanno perso il desiderio di esplorare e conoscere nuovi luoghi.
Possiamo quindi dire che è nata la generazione dei viaggiatori da tastiera.
Ed è esattamente questa voglia di non mollare e di riprendere in mano il controllo della propria attività, che mi ha dato l'idea di riflettere sulla mia professione.
Covid-19 ha interrotto la quotidianità, ha costretto all’isolamento e alla convivenza forzata in spazi ristretti.
Secondo un rapporto regionale diffuso dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, nel 2020 c’è stato aumento del 12% del consumo degli ansiolitici rispetto al 2019.
Oltre ai farmaci però, le persone stanno cercando anche un sostegno psicologico efficace. E dato che in zona rossa e arancione lo spostamento è vietato o sconsigliato, per comunicare con i loro pazienti, i professionisti del settore si sono organizzati sul web.
Cambiare non significa snaturarsi, ma aggiornarsi per offrire sempre un servizio efficace e di alto livello.
Non basta comunque offrire delle sedute a distanza, occorre sapere molto bene come farle, per avvicinarsi il più possibile all' unicità di quelle in studio.
La seduta dal vivo sembra non essere più esclusivs per offrire un sostegno mentale adeguato, perché la tecnologia ha reso tutto più veloce.
Voglio che tu rifletta su questi due punti: pensare alla tecnologia come strumento utile per le sedute e valutare la differenza con le sedute in studio.
Rispondendo a questi rimani ancorato alla traduzione o pensi di poterti affidare all'innovazione?
Buona riflessione!
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mercoledì 24 marzo 2021
Non è mai troppo tardi per scalare l'Everest
Se pensi di essere vecchio per diventare un discreto alpinista, forse non conosci Yuichiro Miura.
A 80 anni, l'alpinista giapponese, anziché godersi la pensione, continua a scalare vette, e, in questo modo, ha raggiunto un nuovo traguardo: è l'alpinista più anziano ad aver conquistato l’Everest in due occasioni, prima a 70 e poi a 80 anni!
Non tutti riescono e possono raggiungere una vetta come questa, e fra questi ci sono gente del calibro di: Reinhold Messner, Edmund Hillary, Simone Moro e Jon Krakauer.
Ok, hai ragione, le imprese di Yuichiro Miura sono frutto di un costante e intenso allenamento (nonché di una naturale predisposizione a certe imprese) che non è certo quello della stragrande maggioranza degli appassionati di alpinismo.
Infatti Miura, dopo lunghi e intensivi allenamenti, aveva pensato bene di arrivare fino in vetta all’Aconcagua, la montagna più alta di tutto il Sud America con i suoi quasi 7mila metri.
Il sogno era svanito pochi mesi dopo a causa dell’ordine tassativo dei medici che non hanno voluto averlo sulla coscienza. Il coronavirus e il conseguente lockdown, poi, hanno complicato ulteriormente il tutto, ma questo signore rimarrà per sempre nella storia dell’alpinismo.
Ma la storia di Yuichiro Miura insegna che non si finisce mai di imparare e di lavorare nella direzione del cambiamento. Anche a 80 anni.
Se mi segui da un po,’ sai che non sopporto i motivatori e non sono qui a dirti che devi crederci. O che basta crederci.
Non ti sto proponendo di scalare tutti gli ottomila del Karakorum per testare la tua forza di volontà, ma il solo fatto che tu mi stia leggendo, mi fa supporre che la motivazione è già molto ben strutturata dentro di te.
Sai cosa sta andando bene e cosa no nella tua vita, sai che, forse, puoi fare di più e per questo stai cercando di capire come risolvere "quel piccolo problemino".
Una delle cose che puoi fare immediatamente è sicuramente studiare.
Leggi, informati, alimenta la tua curiosità, la tua sete di conoscenza, ma fallo nel modo giusto, infatti non tutti i libri o gli articoli che abbondano in rete, sanno di cosa parlano e non tutto quello che leggi in giro è utile o efficace.
Se sei una persona che non vuole fermarsi alla lettura di un libro, o semplicemente questo non basta per affrontare il problema lamentato, un percorso psicologico è decisamente un investimento oculato da fare!
Ti dirò una cosa, un trattamento psicologico non ti permetterà appunto di salire sui principali ottomila della terra da un giorno all'altro e soprattutto non ha, al suo interno, soluzioni miracolose.
Allora probabilmente ti starai chiedendo: “Cosa può fare un trattamento psicologico per me?”
Un intervento di tipo psicologico per disturbi, problemi o disagi, relazionali e psicosociali, si effettuano attraverso strumenti diagnostici, conoscitivi e d'intervento di ambito esclusivamente psicologico.
Nel percorso psicologico non ci si limita soltanto ai 50 o 60 minuti settimanali a contatto con il proprio specialista.
Che il tuo problema sia l'ansia, un momento di particolare difficoltà emotiva, una perdita significativa, entrerai a contatto con un modo di trattarli ben specifico e sempre pensato sulle tue uniche caratteristiche.
Sei pronto a lavorare sulla motivazione al cambiamento (quasi come Yuichiro Miura)?
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un caro saluto
MT
Teresa
L’ansia spesso ci appare come un ostacolo insormontabile, un segnale che qualcosa di terribile sta per accadere. Ci immobilizza, ci fa per...
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In una calda mattina d'estate, Elena si recò nello studio del dottor Rossi. Da mesi, forse anni, lottava contro ansia e stress, e immagi...
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È possibile trasformare un semplice appartamento, un locale anonimo, in un esempio di setting terapeutico all'avanguardia? I...
RICEVO QUI
PAROLE CHIAVE
- Abc (1)
- Act (18)
- Aiuto psicologico (8)
- Almanacco (6)
- Ambienti naturali (1)
- Andy Warhol (1)
- Ansia (6)
- articoli (2)
- Artissima (1)
- Autocura (1)
- Azione impegnata (2)
- bias cognitivi (3)
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